Federica e Giulia ci raccontano di Livyng Ecodesign,
una neo-impresa nata nel 2015 nelle campagne Faentine.
Queste due ragazze, hanno creduto nei loro sogni, inventandosi un lavoro fuori dall’ordinario. Le loro vite precedenti sembrano
ormai un lontano ricordo.
I giorni in cui Federica indossava eleganti camicie per adempiere al suo ruolo di consulente aziendale
sono stati trasformati in giorni in cui una comoda tuta da lavoro, unita ad estro e creatività, scandiscono un tempo di vita diverso
e più appagante.
Giulia invece ricorda con affetto i suoi dodici anni trascorsi nell ufficio tecnico di un’azienda di stampaggio di
materie plastiche nel settore dell’arredo, così come descrive quella sensazione che l’ha spinta ad attuare un radicale cambio di
vita: il voler un mondo diverso, con meno plastica, un mondo con meccanismi legati al consumo, eticamente più salubri.
Quello che accomuna Federica e Giulia non è solo il desiderio di vivere una vita di sani principi, ma anche un enorme amore per la natura, una passione sfrenata per il design e l’arte manuale. «Ci piace pensare con le mani !» raccontano scherzosamente, ed è per questo che alla base dei loro pezzi c’è sempre una forte sperimentazione sia di forma che di materiali.
Federica ci racconta di come suo padre le abbia trasmesso sin da piccolissima la passione per il legno, inoltre, da buon chimico industriale, ha un
approccio con i materiali caratterizzato da una forte curiosità ed intraprendenza. Giulia invece, laureata in design industriale, ha
un approccio più metodico e minimal rispetto all’estro di Federica, da questo mix esplosivo nascono le creazioni di Livyng Ecodesign.
Nell’ «Evergreen Collection » il materiale da cui Federica e Giulia prendono ispirazione è il legno di edera. «Quella che per la
maggiorparte delle persone è solamente una pianta infestante, è per noi una fonte inesauribile di idee», così sono nate piantane,
lampade da tavolo, librerie, sgabelli, tutti pezzi unici caratterizzati da alta sensibilità e distinzione. «Nelle nostre opere, la Natura
rimane la protagonista e la coscienza ecologica del designer ne determina una nuova prospettiva di vita estetica e funzionale»,
inoltre Il legno, di provenienza esclusivamente locale e altrimenti destinato alla degradazione naturale o alla combustione, viene
raccolto e selezionato con cura nel rispetto ecologico, per dare vita ad un prodotto ad elevato valore aggiunto estetico e di
qualità eco-socio-sostenibile. Non a caso il logo di Livyng Ecodesign è una foglia di edera e nel marchio Livyng è contenuta la
parola «IVY», giustappunto edera in lingua inglese.
Con la “Fusion Collection ”, viene poi esteso il concetto di recupero a materiali di origine industriale come l’alluminio, che viene
fuso direttamente sul legno, sempre di recupero. Il risultato è un esperienza sensoriale visiva e tattile, profondamente nuova ed
ammaliante in cui l’occhio trae giovamento dal fulgido tono metallico che si smorza al contatto con il tepore del legno, passando
attraverso un interfaccia bruna. Nascono contenitori, vasi, tavoli, sgabelli, decorazioni murali, ma soprattutto prodotti realizzati
su misura e progettati direttamente con il cliente.
«Inoltre, troviamo molto interessante il connubio tra artigianato e tecnologia », nonostante alla base dei pezzi di Livyng Ecodesign
ci sia la volontà di utilizzare pochi e semplici attrezzi manuali, non viene trascurata la componente tecnologica, infatti grazie ad
una macchina a controllo numerico auto-costruita e all’abilità nel disegno e modellazione 3D, Federica e Giulia sono in grado di
realizzare lavorazioni anche molto complesse che permettono loro di ottenere pezzi dotati di una certa serialità, senza però
perdere il loro primario connotato di unicità.
All’interno di queste sperimentazioni, nella «Ceramic Collection », viene approfondita la stampa 3D di materiali ceramici come la porcellana
ed il gres per dare vita ad affascinanti lampade a sospensione.
Faenza resta pur sempre la città della ceramica, ecco perchè accanto alla stampa 3D di porcellana e gres, Federica e Giulia danno vita
alla serie i «Daimon », lampade di design con il corpo in legno di recupero e il paralume in finissima porcellana, colata
tradizionalmente, a forma di uccellino, balena, gatto, lumaca e picchio.
«Ci piace pensare al design come ad un fenomeno culturale, sociale e umano», con convinzione Federica e Giulia ci parlano
della loro visione del mondo, di come sia importante tornare ad un sistema di consumismo più moderato e attento, in cui gli
oggetti sono durevoli e chi li produce è fortemente attento alla sostenibilità in tutti i suoi aspetti. Una produzione artigianale, fatta
su misura e in un processo di design partecipato con il committente, crea necessariamente un sistema più virtuoso, in cui il
valore aggiunto dell’oggetto e la sua durabilità sono sensibilmente maggiori.
Grazie mille ragazze!!!!
Antonella | Superfluonecessario.it