Che dire? Bolle danza con noi

Che dire? Bolle danza con noi

Il giorno è arrivato dopo un interessante lavoro pratico e teorico fatto con gli studenti dell’università Milano Bicocca che hanno aderito al progetto bbetween di cui vi ho scritto settimana scorsa…

http://www.superfluonecessario.it/danza-cosa-sei-per-me/

Ieri martedì 12 giugno si è tenuta presso l’aula magna dell’università milano Bicocca,  la conferenza che aveva come protagonisti la Danza, i partecipanti al progetto sopracitato “Danza, individuo e società, Roberto Bolle.

Sì proprio Roberto Bolle!

Foto di Elena Fossati

Un interessante incontro, partecipato, emozionante… Con una pubblicazione a cura degli studenti… 

E poi per finire abbiamo danzato, si abbiamo danzato. All’interno del progetto Bbetween attuato dal dipartimento di sociologia gli studenti da me condotti hanno sperimentato un lavoro corporeo attraverso la DanzaMovimentoTerapia e ieri la platea ha condiviso un’esperienza con me, con noi!

Che dire? Ho ballato con Bolle… Ho fatto danzare Bolle con me! 

Sono emozionata: felice! 

Ringrazio la professoressa Mara Tognetti, presidente del corso di laurea in servizio sociale e referente per il progetto bbetween.

 

 

Alcuni momenti e foto della conferenza:

Le foto sono state scattate da me e dal collega dott. Stefano Panzeri. 

La nostra Danza condividendo il progetto di DanzaMovimentoTerapia: https://www.facebook.com/bicocca/videos/10157576010104778/?t=8 

Roberto Bolle parla di armonia, postura, gesti… https://www.facebook.com/bicocca/videos/10157575844439778/?t=4 

Articoli e testimonianze

http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2018/06/13/incontro-fra-studenti-roberto-bolle-per-anni-della-bicocca_9tU0PqC4O3LDt0MVOqvMPM.html

http://www.adnkronos.com/2018/06/13/bicocca-compie-anni-gli-scatti-della-festa-dell-universita_RJRmJRJeaEH3h2gSzjxnaM.html

https://universityequipe.com/buon-compleanno-bicocca-roberto-bolle

https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/milano-bolle-prof-alla-bicocca-danza-e-sentire-tutto-il-corpo-a-occhi-chiusi/307706/308335

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/roberto-bolle-1.3963399 

 “Oggi, dopo aver realizzato un progetto con l’Università Milano Bicocca su <<danza, individuo e società>> abbiamo avuto una conferenza con ospite Roberto Bolle che appunto in questa settimana sta creando una grande festa della danza con Ondance. I miei studenti hanno portato una relazione sul lavoro di DanzaMovimentoTerapia e interessanti riflessioni sulla danza come contributo all’inclusione sociale dell’individuo. 

Alla fine abbiamo condiviso, tutti insieme in aula Magna, un’esperienza di DanzaMovimentoTerapia. Tutti abbiamo danzato il nostro ritmo e siamo entrati in un ritmo comune insieme a un grande e umile artista Roberto Bolle. Umilmente e emozionata ho condotto l’esperienza ”

Elena Fossati Milano università Milano Bicocca, 12 giugno 2018

#Ondance #RobertoBolle #DanzaMovimentoTerapia #universitàMilanoBicocca #Bbetween #Danza #Danzaconme #danzapertutti #accendiamoladanza

Elena Fossati

“Lo Spazio”

Danza cosa sei per me?

Danza cosa sei per me?

Riflessioni su individuo, società e danza:

Questo è quanto è successo in un percorso organizzato da Università Milano Bicocca nello scorso del mese di maggio, all’interno del percorso Bbetween Writing Danza, Individuo e Società: https://www.unimib.it/bbetween/writing e che parteciperà a:  https://www.unimib.it/eventi/roberto-bolle-bicocca 

Un’esperienza interessante che ha visto, con me e la Professoressa Mara Tognetti, referente per il dipartimento di Sociologia, protagonisti alcuni studenti che hanno dato modo di riflettere sul significato simbolico, culturale e reale della danza nella società contemporanea, sul rapporto tra la danza e la sociologia e più nello specifico sui possibili ruoli della danza nel sistema dei servizi alla persona. La danza e relazione di aiuto; la danza e gli operatori della relazione d’aiuto.

Roberto Bolle nei prossimi giorni con OnDance   inviterà tutti a danzare e a far danzare.

“La danza rappresenta nessuna cosa, ma ogni cosa”. 

Paul Valéry 

Ma cosa è la danza per noi? 

Curt Sachs, in “Storia della danza” (ed. Il Saggiatore ISBN 9788842821342, pagine: 503), definiva così la danza come arte:
“La danza è la madre delle arti, perché a differenza sia di musica e poesia, che si determinano nel tempo, che di arti figurative e architettura, che si determinano nello spazio, vive ugualmente nel tempo e nello spazio”.

Ma fin da subito uomini e donne hanno danzato: vediamo scene di danza presso il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane  

La danza è stata/ è uno strumento per pregare, esorcizzare,… esprimere… è qualcosa di sacro che entra in un tempo e in uno spazio…

La danza appartiene alla cultura di un popolo, ha in sè aspetti antropologici ed è un fenomeno sociale. La danza vive con l’essere umano e si modifica con esso!
La danza ha sempre fatto parte delle pratiche popolari, dei riti e dei miti di un popolo, come ben evidenziano in molti studi sull’antropologia della danza. 

La danza, come fenomeno sociale (non solo un’esperienza personale), e la società offrono elementi molto utili per la comprensione di questa arte, di questa attività, propria del mondo animale!
La danza è un’attività fisica che provoca effetti di ordine fisiologico; la danza sollecita il corpo attraverso il movimento a produrre, riprodurre forme gestuali e ritmiche che rimandano a strutture organiche ereditate dal nostro passato ontogenetico e filogenetico. Ha un linguaggio pre-verbale, un linguaggio che esiste anche nel mondo animale. 

Essa può essere letta, interpretata, declinata in chiave antropologica, a livello psicologico, medico, economico. I partecipanti al progetto , da me seguiti come tutor, hanno approfondito la danza in chiave sociologica, (presto forse il materiale sarà disponibile).

L’esperienza pratica ha dato modo di riflettere su cosa può essere la danza per me, per noi… su cosa può offrire la danza intesa come espressione corporea, attraverso il movimento, di emozioni, pensieri, immagini…. 

La danza allora può declinarsi in:

#danzaclassica

#danzamoderna

#danzacontemporanea

#corsididanza

#ballodasala 

… e altri stili di danza 

Ma la danza può essere anche:

#danzalibera 

Può diventare #terapeutica #danzamovimentoterapia 

#danzazascra #danzameditativa 

E per te cosa è la danza? 

Noi ne discuteremo con Roberto Bolle in Bicocca in un “Incontro con gli studenti per parlare di Danza, individuo e società”.

Io che non sono una danzatrice accademica, ma amo la danza perchè fa parte del mio movimento,… scrivevo così per la giornata internazionale della danza lo scorso 29 aprile 2018

Chi sei tu o Danza?

Forse una Dea,

O forse una parte di me?

Nel ritmo ti avvicini,

Con il respiro mi accompagni,

Nello spazio mi porti,

Il tempo fermi nel presente.

Sei la consapevolezza del mio essere nel movimento,

Sei Vita.

#GiornataInternazionaledellaDanza 29 aprile 2018

E.F.

#ondance

@ondance.it

 

 

 

Il Sorbo e la sua prova: il mio tumore e i nostri viaggi tra discesa e risalita

Il Sorbo e la sua prova: il mio tumore e i nostri viaggi tra discesa e risalita.

Ieri ho tolto le medicazioni, la mattina quella dell’ascella e la sera quella sul seno. Vedere le ferite in fase di guarigione mi ha scosso più di quanto mi aspettassi. Fatico a toccarle e mi accorgo che ancora ho molto da elaborare di questa esperienza. 

Stamattina guardandomi allo specchio, mi accorgo che c’è qualcosa di nuovo.

Come se, dopo molto tempo, riuscissi a scorgere, molto flebilmente, il mio profilo. Mi accorgo che, la malattia e il suo pensiero, in questi mesi, hanno offuscato tutto ciò che mi riguarda, come se la sua energia mi avesse inghiottito facendomi perdere i miei confini, la mia immagine, facendomi scordare ciò che sono nell’essenza. Forse è questo che fa il tumore, questa la sua forte arma: farti dimenticare chi sei veramente, impedirti di vedere che dietro gli ematomi lasciati dalla biopsia, le ferite e il dolore dovuti all’intervento, la paura di ciò che sarà, Tu ci Sei ancora, la tua Anima ancora fa il possibile per brillare di quei colori solo tuoi, di quelle sfumature che ti fanno stare bene. Il buio che scende avvolgendoti, dal giorno in cui ti comunicano che quel nodulo è sospetto, e la diagnosi con quel nome: carcinoma, che ha una vibrazione che mette i brividi, è solo un velo che si avviluppa tutta intorno stringendoti, a volte stritolandoti, ad ogni respiro che compi.

Tu ancora ci sei, il tuo ritmo ancora batte in profondità, il tuo sorriso aspetta solo di essere espresso per lasciare danzare quella luce, che dentro di te, non si è mai spenta.

E allora Donne Albero, qualunque sia l’esperienza che vi ha trascinato esauste e incapaci di guardare oltre il buio, non siete sole. 

Il Sorbo ha la capacità di scuoterci per bene e metterci continuamente alla prova, con modi forti e paterni, ci sprona a riconsiderare il nostro cammino, le nostre motivazioni alla luce dei nostri talenti e tesori profondi. Tutto questo crea non poco disorientamento e fatica, fino a che un giorno qualsiasi, quasi senza sapere come, distrutte dalla battaglia, lo sguardo si apre al nostro mondo interiore, e noi riusciamo a vedere quello che fino a ieri pensavamo non esistesse più. Ora quel sorriso arriva ad illuminare il nostro viso, la Luce, che in noi ha continuato a brillare senza sosta, finalmente, si manifesta, in quel riflesso, che la nostra immagine svela allo specchio. Si è compiuto un miracolo. Siamo vive, siamo sopravvissute.

Ancora una volta, sedute tra ceneri e macerie, ci sentiamo delle eroine.

La nostra energia vitale torna ad abitare il nostro corpo e noi, siamo pronte a rialzarci, a osservare con cura dove siamo finite e in quale punto, questa volta, siamo uscite fuori strada, dove la nostra vita ha iniziato a sbandare facendoci perdere il controllo.

Il rosso dei frutti del Sorbo ci ricorda la nostra energia di fuoco e la nostra nuova vittoria. Noi siamo Vive.

A tutte noi Eroine, che ogni giorno affrontiamo le nostre battaglie, di qualunque tipo siano, che la nostra Dea Guerriera ci ricordi sempre la nostra immensa forza e la nostra infinita capacità di rialzarci ad ogni caduta. 

Un abbraccio caldo e rotondo. La mia Dea Guerriera saluta e sorride alla Guerriera che è in ognuna di voi.

Da Cuore a Cuore 

Marta

Genitori: per una Generazione Mindful!

Genitori: per una Generazione Mindful!

Genitori pensate se i nostri ragazzi e bambini potessero incrementare le loro abilità per essere resilienti, consapevoli delle loro emozioni; potessero essere più consapevoli della loro salute mentale, oltre che fisica. Questo è possibile ed è importante.

Ci sono tecniche e metodi per stimolare i bambini/ragazzi in queste abilità che ci appartengono, ma che devono essere allenate.

Foto e disegno di Elena Fossati

Il benessere psico-fisico del bambino/a, del ragazzo/a è importante per i bambini – ragazzi stessi e per la loro relazione con gli altri. Questo benessere li rende più felici, con una migliore autostima, più positivi e propositivi. 

La consapevolezza (chiamata anche “Mindfulness”)  è una modalità di essere che ti rende pratico/a e efficace nel presente della vita, osservando senza essere giudicanti verso se stessi e gli altri (giudicare non solo in senso negativo, come siamo soliti pensare. Giudicare nel senso di dare un giudizio positivo/negativo). 

La consapevolezza aiuta i ragazzi e i bambini a focalizzare la loro attenzione sul “qui e ora”, aiutandoli nelle prestazioni e aiutandoli a risolvere le preoccupazioni. 

Immaginiamo di potere allenare la consapevolezza! 

Allenandola i ragazzi- bambini possono conoscere e gestire meglio le emozioni, possono essere più funzionali dal punto di vista cognitivo. 

Ricerche medico-scientifiche hanno mostrato che chi allena la consapevolezza fortifica quelle aree del cervello che controllano le funzioni esecutive, la corteccia prefrontale e l’ippocampo. 

In Australia vi è un programma di consapevolezza nella scuola.

Nei miei progetti a scuola inserisco momenti di consapevolezza. 

I genitori possono come possono incentivare i bambini/e e i ragazzi/e alla consapevolezza? Ricordandoci che queste pratiche sono utili anche per gli adulti! 

Mangiare con Consapevolezza:

Quando si mangia, si mangia insieme, allo stesso tavolo? Fatelo gustando il cibo, sentendone  odori e sapori, parlando tra di voi, adeguando i discorsi e i tempi alle età dei vostri figli! 

Sperimentare momenti di Consapevolezza: 

Stimolate i vostri figli a portare l’attenzione ai colori, odori/profumi della natura, quando siete in giardino con loro, stimolate i 5 sensi! 

Comunicare con Consapevolezza: 

Non distraetevi quando li ascoltate, portate loro attenzione e chiedete la loro attenzione. Non fate più cose contemporaneamente quando parlate con i vostri figli! E chiedete la stessa cosa a loro!

E poi insieme potete meditare, fermarvi, portare l’attenzione al respiro, tutto ovviamente collegato all’età dei vostri figli. 

Avere consapevolezza e usare le tecniche di consapevolezza può essere di aiuto in situazioni più critiche: ansia, disturbi nell’addormentamento, disturbi di comportamento… 

Io posso solo invitare voi genitori a #FrescoRespiro adulti e i vostri figli a #Frescorespiro Bambini dai 6 anni in sù!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Libri e yoga

Libri e Yoga, Yoga e Libri.

Nell’attesa del 21 Giugno “Giornata Mondiale dello Yoga”, deliberata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e disciplina inserita dall’UNESCO nell’Elenco del Patrimonio Intangibile dell’Umanità… Si legge di Yoga … Anche se  di solito si Pratica Yoga!

Ho pensato a lungo se condividere o meno una recensione in merito a questi due testi, letti quasi contemporaneamente: una grande responsabilità che potrebbe influenzarvi o meno!

Dopo averli acquistati, attratta dalla parola “terapia” (come sapete sono un operatore sanitario, una terapista), ho iniziato subito la lettura dal testo di Gaia Bergamaschi “Yoga Therapy. Un ponte tra lo Yoga e la Psicologia”, Anima Edizioni. 

Il testo illustra i principi fondamentali della disciplina a partire dalle sue origini. L’autrice, poi, descrive i principi della psicologia yogica e dà alcuni elementi della psicologia occidentale. Successivamente mette in relazione gli elementi orientali con quelli occidentali. Nella seconda parte del testo vengono descritti esempi applicativi di protocollo di “Yogaterapia”. 

Non conosco l’autrice né come istruttrice di yoga, né come psicologa e scrittrice. 

Ho acquistato questo testo per andare a approfondire la relazione tra “psicologia yogica” e “psicologia occidentale”, un argomento che mi interessa molto dal punto di vista professionale e personale. All’interno del testo, in alcuni paragrafi, a tratti emergono riflessioni interessanti sulla relazione tra lo yoga e gli elementi della psicologia occidentale. Ci sono inoltre le descrizioni dettagliate dei protocolli. 

Durante la lettura, però, dopo poche pagine, ho dovuto fermarmi  in quanto il testo diventava in alcuni passaggi noioso e ridondante. 

Il libro sembra la pubblicazione della tesi di laurea dell’autrice per l’esposizione e la struttura del testo stesso: articoli, nomi, citazioni spesso molto complessi e quindi di difficile comprensione, per un lettore che non ha seguito il percorso didattico e di apprendimento delle e con la scrittrice.

Inoltre, è da precisare, il testo evidenzia la sua metodologia formativa e applicativa. E’ da sottolineare che ci sono altri metodi legati allo Yoga come terapia. 

L’idea del libro è interessante e potrebbe avere degli sviluppi, dando però spazio a altri metodi e modalità di intervento.  

Il testo, non di facile lettura, è da consigliare a professionisti del settore che conoscono entrambi i settori: lo yoga e la psicologia. Non è adatto, a mio avviso, a chi non ha una formazione specifica. 

Come raccontavo, dopo le prime pagine del libro della Bergamaschi, mi sono dovuta fermare e ho così iniziato a leggere il libro di Benedetta Spada, Yoga dinamico facile”, Anima Edizioni. 

Il testo è un manuale, con una introduzione alla pratica dello Yoga Dinamico -secondo il sistema vinyasa- e all’uso del manuale stesso.  Il testo descrive e raccoglie le fondamenta delle classi Yoga di Benedetta Spada. Sono illustrate Asana e sequenze, vi sono spiegazioni e vengono evidenziati i benefici e le controindicazioni. 

Il testo è scorrevole e comunicativo. Le descrizioni, delle pratiche e delle Asana, sono chiare e precise. Le parti discorsive delle prime pagine e delle ultime sono molto coinvolgenti, portano i lettori a riflettere, a stare in meditazione con quanto si legge. 

Un testo utile per chi vuole praticare; ma sottolineo: è importante, soprattutto agli inizi, praticare con un bravo, brava conduttore, che dia le basi sulla respirazione, sul movimento, in modo che lo yoga sia efficace. Ho conosciuto la conduzione di Benedetta Spada e potrebbe essere interessante praticare con lei e poi acquistare il libro per proseguire a casa, oppure in vacanza,… Ma potrebbe anche essere una lettura interessante per chi pratica una professione diversa e vuole farsi catturare da affinità e similitudini. 

Un semplice manuale istruttivo e immediato per tutti, esperti e meno esperti!

 

Sperando di esservi stata utile!

Buone letture e Buona pratica Yoga!

Elena Fossati 

“Lo Spazio” 

Elm Fiore di Bach, una danza

Elm Fiore di Bach

Un fiore una Danza

Recentemente, dopo un pomeriggio sui fiori di Bach “incarnati” nelle danze dei fiori di Bach da Anastasia Geng  

mi sono ritrovata a sussurrare, canticchiare continuamente il motivo di una danza dedicata al fiore di Bach Elm (olmo inglese).

Marta Montorfano, la floriterapeuta, conduttrice del seminario, ha sottolineato che la danza, attraverso i suoi passi e gesti, incarna la vibrazione del fiore e porta nella persona che la pratica gli archetipi e i simboli del fiore stesso. 

Curiosa, sono andata a approfondire le caratteristiche del fiore e della danza che mi stavano risuonando. 

Vorrei condividere con tutti voi l’articolo, in inglese, che ho, molto umilmente e forse in modo non troppo preciso, tradotto.

https://interhelpnetwork.org/the-elm-dance-revisited/

“Danza dell’olmo rivista” articolo di Carol Harley*

*L’autrice scrive per il gruppo https://interhelpnetwork.org una forma pionieristica di lavoro individuale e di gruppo che nasce in risposta diretta alle crisi ecologiche, sociali ed economiche del nostro tempo. Aiuta a scoprire le connessioni innate l’una con l’altra e con i poteri di auto-guarigione nella rete della vita. Aiuta le persone a comprendere e affrontare queste sfide con occhi chiari e cuore aperto, senza lasciare che il trauma emotivo porti panico

(la traduzione è a cura di Elena Fossati)

All’interno della loro mission vi sono anche le arti come risorsa all’interno della danza una particolare attenzione è stata data a una danza dei fiori di Bach Elm, coreografata da Anastasia Geng.

Mi è solito pensare a Micheal Rice quando ascolto “la danza dell’olmo”. Lo vedo nel cerchio, fare volutamente un passo indietro con il suo piede destro; la mia mente evoca la sua espressione concentrata mentre le parole lettoni si uniscono alla melodia della chitarra e noi ballerini iniziamo a muoverci. 

La canzone è Ka Man Klajas: https://youtu.be/s0Lv9CqaJy4 

La danza riunisce gli attivisti nella solidarietà mondiale.

Vi  invito a vedere e a condividere un nuovo video “Visual Context” di 42 secondi the risponde a: 

  • quali sono gli elementi della danza dell’olmo?
  • chi ha creato la canzone e la danza?
  • Come si intreccia la Danza dell’olmo nel lavoro di riconnessione?

Il video: https://youtu.be/188b73hvTfo

Nota a margine: la danza evolve dalla sua forma originale (coreografata da Anastasia Geng -A.G.-) quando Johanna e Fran Macy la portarono a Novozybkov. A.G. creò 38 danze che corrispondono a rimedi floreali di Bach; Elm “è il rimedio per persone che soffrono e hanno temporaneamente perso la fiducia a causa di una responsabilità schiacciante che si sono assunte -…- Il rimedio aiuta a dissipare questi sentimenti in modo da potere riprendere le proprie vite senza pensare al fallimento.” (Bach Centre). 

A.G., che è di Latvia, accoppia semplici danze in cerchio con i rimedi floreali, crearti da Bach, un uomo inglese*. 

*Edward Bach: nel 1917, “gli venne diagnosticato un cancro alla milza e gli vennero dati solo tre mesi di vita. Resistette alla malattia e il risultato del suo instancabile processo di sperimentazione fu lo sviluppo della terapia dell’essenza dei fiori. I suoi sforzi hanno dimostrato che la volontà e l’amore per il lavoro possono cambiare il corso di una malattia. “(tratto da: “Therapeutic Aspects of Musical Education: The Healing Energies of Bach Flower Dances”).

Data la descrizione del rimedio olmo, è naturale che Joanna Macy e la comunità globale Work That Reconnects abbiano scelto di associare la tradizione della danza Elm con l’intenzione: “rafforzare la nostra capacità di scegliere uno scopo e seguire la risoluzione che i nostri cuori hanno fatto “.

Di seguito trovate la traduzione dalla lingua lettone all’inglese (io l’ho tradotta in italiano), qualora aveste delle domande sulla canzone “Originariamente una canzone del movimento di resistenza contro l’occupazione sovietica, è una canzone per la liberazione e l’interdipendenza, una danza per la guarigione e l’ispirazione” (scrive Venita Robertson nella copertina del CD “The Elm Dance”).

Il significato nascosto delle parole serve a rafforzare la terza domanda di cui sopra riguardo alla disponibilità, all’uso. Il popolo lettone potrebbe essere stato considerato “usa e getta” dai leader politici russi, come lo era il popolo di Novozybkov.

La mia storia di Elm Dance

Io ho amato questa danza, la sua musica e la storia https://workthatreconnects.org/elm-dance/ che arriva da Joanna da oltre 14 anni. 

A Interhelp Gatherings e a Rowe, ho ballato su una cassetta dal suono sfocato. Con quella registrazione che esplodeva da un grande registratore con casse, ho ballato  a una veglia per la crescita di una antica foresta. In seguito, mi sono unita a cerchi di danza con una registrazione CD più nitida e, infine, con un iPod collegato agli altoparlanti. Quando il potere si è spento durante una bufera di inizio stagione, ho cantato a cappella con Paula Hendrick, in modo che i partecipanti a Gathering potessero danzare le loro intenzioni.

Ho imparato a cantare Ka Man Klajas quando Carolyn McDade (cantante) scelse di includere la canzone nel progetto di registrazione “Widening Embrace” (traduzione abbraccio che avvolge tutti…). – Io ero parte del suo coro -. La lingua lettone include suoni che non ci sono nella lingua inglese, quindi per imparare la canzone e lka poesia dovevo riascoltare ogni frase una dozzina di volte mentre mi recavo al lavoro. Le parole risiedono in me ora, un ricordo che porto con me sempre.

Grazie a elm Dance, ho studiato il disastro di Chernobyl approfonditamente da una nuova prospettiva. Ho anche dato il mio contributo al “NGO Viola” https://workthatreconnects.org/the-ones-we-dance-for-an-appeal/ , che aiuta le persone a monitorare la tematica sulla radioattività e provvede all’educazione alla salute. 

Fin dalla prima volta in cui ho danzato questa danza io ho avuto forti emozioni. Ma recentemente il mio cuore e le mie viscere sono coinvolti a un livello molto più intenso. Alcune di queste emozioni sono intorno alla nozione di “disponibilità”. Il popolo di Novozybkov era considerato “usa e getta” (rispetto ai cittadini di Mosca), motivo per cui partecipiamo a questa danza del ricordo, di intenzione e di guarigione. La mia esplorazione continua con domande e riflessioni.

Domande introduttive

Spero siate interessati a esplorare ulteriormente l’eredità di Elm Dance. Sono curiosa di vedere come “danziamo in avanti” insieme. Per ora porrò queste poche domande.

La registrazione in genere utilizzata negli Stati Uniti nord-orientali e altrove contiene due tracce identiche. È consuetudine che dopo la pausa, i ballerini parlino (in ordine casuale). I danzatori  sono invitati a pensare a nominare “esseri e luoghi che hanno bisogno di cure”.

Domanda: Riconoscendo che il dolore e il dolore per gli esseri e i luoghi possono essere vissuti in modi molto diversi a seconda della posizione sociale dei partecipanti, ulteriori istruzioni sarebbero utili? In tal caso, cosa condividono i facilitatori?

Domanda: in che modo i facilitatori possono invitare la partecipazione di coloro che appartengono al gruppo e che potrebbero essere diversamente abili? (Ad esempio, qualcuno che usa una sedia a rotelle.)

Domanda: In che modo l’idea di “disponibilità” a Novozybkov è in collegamento con altre persone, esseri e luoghi? Come possiamo usare Elm Dance come antidoto alla disponibilità?

In una conversazione con diversi praticanti di recente, abbiamo discusso se l’uso della danza di Elm potesse essere considerato di “appropriazione”, e abbiamo concluso che si trattava più di “apprezzamento” che di “appropriazione”. 

Sono felice di condividere ulteriori dettagli e / o continuare la conversazione (che mi ha ispirato a creare il video di cui sopra). 

Accolgo con favore i vostri pensieri!

Traduzione in inglese di: Ka Man Klajas

What will you give to me mother for living forever
The little golden apple tree will bloom and ring out like morning mist
What will it to give to you mother dear, that your dear son will not die
There is no answer
The grove of oak trees starts to tremble in the wind
Just the trees prepare for the autumn [i.e., the coming difficult times]
There is no answer
All my jokes evaporate, all jokes fall flat
There is no answer
Only now my feet step more confidently on our own earth
That’s why, friends, how it’s going with me [i.e., No longer kidding around, mind is made up to do something]
May no one at all find out what’s happening with me

Traduzione in italiano: 

Cosa mi darai madre per vivere per sempre

Il piccolo melo d’oro fiorirà e riecheggerà come una nebbia mattutina

Cosa donerò a te cara madre, che il tuo caro figlio non morirà 

Non c’è risposta

Il bosco di querce inizia a tremare nel vento

Già gli alberi si preparano per l’autunno (cioè i tempi difficili che stanno per arrivare)

Non c’è risposta

Tutte le mie battute scherzose evaporano, cadono piatte

Non c’è riposta

Solo ora i miei piedi camminano più fiduciosi sulla nostra terra

Questo è il motivo, amici, di come sta andando per me- significato: non scherziamo più la mente è fatta per fare qualcosa!- 

Possa nessuno scoprire cosa mi sta succedendo. 

Questa versione è tratta dalle note di copertina del CD di Venita Robertson, con l’assistenza di Gunta Lebedoka e Leva Tararsky. Altre traduzioni possono essere trovate in  internet. Per esempio Rosie nella chiesa di St. Paul nell’Australia occidentale, che approfondisce le possibili interpretazioni, spiega:

“Il lettone è una lingua che è stata scritta solo quando i missionari tedeschi diffondono la fede cristiana nel 1700, essendo l’ultimo posto nell’Europa nordoccidentale che mantiene un’adorazione pagana animista della terra, delle stagioni e delle forze della natura. Quindi molte parole nella canzone hanno molteplici significati e connotazioni. Questa tendenza verso il doppio significato è stata accentuata durante gli anni del dominio sovietico, dove essere troppo espliciti avrebbe potuto mettere nei guai. Le persone sono diventate molto brave nel dire una cosa e nel significarne un’altra. La canzone usa doppie linee. Questo perché nella tradizione orale, il cantante cantava la prima riga, e il pubblico cantava la seconda, poiché non c’era modo di scrivere canzoni fino a tempi relativamente recenti. La ricca cultura orale della Lettonia è stata mantenuta viva in questo modo per secoli se non millenni. Ci sono molti esempi di doppio significato nella canzone. “

La danza

Istruzioni per la danza Elm: 

La danza si è evoluta in solidarietà con il popolo di Novozybkov (area colpita da radiazioni Chernobyl).

Cerchio con molto spazio per muoversi, tenendosi per mano. Se i numeri sono troppo grandi per formare un singolo cerchio, fai cerchi concentrici.

La danza consiste di quattro passi, alternati a quattro battute di oscillazione sul posto. Quando si ondeggiasul posto, si immagina di poter sentire l’energia proveniente dal cuore della Terra che sale a spirale attraverso il pavimento nel tuo corpo. Quando l’energia raggiunge il chakra del cuore, inviala per la guarigione degli olmi e di tutti gli esseri. Questo è un atto di intenzione. Anastasia Geng che ha creato la danza dalla canzone lettone, ha detto che lo scopo della danza è quello di costruire una forte intenzione.

Il cerchio si muove in senso antiorario (a destra). Inizia sempre con il piede destro. Inizia facendo quattro passi indietro (a destra). Dopo quattro battute di oscillazione sul posto, i successivi quattro passi sono rivolti in direzione danza, ancora in movimento in senso antiorario. Quindi, dopo i successivi quattro tempi di oscillazione, muovere quattro passi verso il centro del cerchio, sollevando le braccia in alto e staccando le mani in modo che possano ondeggiare come rami di un albero. Ricorda di oscillare per quattro tempi, quindi sposta di quattro passi indietro dal centro e continua in questo modo finché la musica non si interrompe. Nel silenzio prima che la musica riprenda, il conduttore ricorda ai ballerini che durante tutta la seconda metà della danza possono chiamare per nome quelle parti del nostro mondo – esseri, luoghi, istituzioni – per i quali desiderano portare l’intenzione di guarigione.

La mia ricerca tra fiori e danze continua.

Elena Fossati

“Lo Spazio”

Il Salice forza al femminile

Il Salice : forza al femminile tra raggi lunari e musica d’acqua

Salice Albero d’Acqua e Luna, casa per gli Esseri fatati, ponte tra i mondi, Forza capace di risuonare e vibrare espandendo musica d’arpa che cura il cuore. Forza Antica in grado di riconnetterci alla nostra saggezza profonda. Anima Femminile capace di accogliere e proteggere, placare la mente e risvegliare l’ascolto silenzioso.

Stella di Luna grazie alla sua capacità di risplendere di Luce Lunare nelle notti di luna piena ed espandere la sua essenza argentata.

Foto di E.F.

Saggezza antica, morbidezza, flessibilità, delicatezza, scintillii di esseri elementari, accompagnano quest’albero capace di rendere fertili i luoghi che incontra. Lui Ci riconduce attraverso  Acqua, Terra e Luna dentro la nostra fonte inesauribile di creatività, quella creatività che sa generare magia.

Il Salice ci ricorda che c’è magia in noi, quella magia che da bambini ci rendeva facile sentire le fate dentro e fuori di noi. Ora da adulti il Salice ci invita a togliere, almeno un pochino, gli occhiali che indossiamo e che, come gli uomini grigi in Momo ( libro di M.Ende) ci impediscono di ammirare i colori e gli scintillii che ci appartengono. Il Salice ci abbraccia e sussurra che il grigio è la gabbia che ci siamo costruiti intorno, sostenuti dal pensiero che siamo vittime rinchiuse ingiustamente. Questi nostri occhiali ci impediscono di sentire quanto siamo potenti e divini, e come è facile girare la chiave per andare oltre le sbarre, dove tutto è possibile, dove il deserto è fertile e noi possiamo Essere, con le E maiuscola. Essere Fate, Streghe, Donne, Cristalli, Acque, Alberi in compagnia del nostro essere Madri, Compagne, Professioniste…. vivendo ogni nostro ruolo come sentiamo appartenerci nel profondo, lontano dal come idealmente vorremmo essere o dalle idee di perfezione legate alle voci che disturbano in sottofondo e ci impediscono di respirare ciò che siamo destinati ad essere nella nostra unicità. 

Permettiamo alla nostra magia di parlarci sinceramente, senza giudizio, lasciamo cadere gli occhiali e osserviamo senza filtri la realtà che ci circonda. Spargiamo magia come profumo, e permettiamo che si diffonda intorno a noi, come primavera al sole.

Buon tempo di lavoro fatato Donne Albero, buon tempo di sguardi liberi da lenti. La mia Fata Danzante saluta e ringrazia ognuna delle vostre Fate tintinnanti.

Un abbraccio da fata a fata 

Marta

Il Salice… Aspettando Marta

Il salice… aspettando Marta

Quante volte abbiamo preso un’aspirina, ovvero la sintesi chimico/industriale, l’acido acetilsalicilico ? Perfetto il salice è la pianta che produce la Salicina, o acido salicilico, che  possiede un’azione analgesica, antipiretica e antireumatica.

Ma attenzione è antiaggregante piastrinico, per cui il salice non deve essere assunto da persone che effettuano terapie con anticoagulanti; inoltre come sempre occorre prestare attenzione alle allergie ai salicilati e  non è consigliabile l’utilizzo durante la gravidanza e l’allattamento.

L’albero è affascinante, vi invito a rivedere questo estratto da Pocahontas

https://www.youtube.com/watch?v=HrEslFqKNY0

Pianta amata dai Celti, il nome Salice dal celtico “vicino all’acqua”.

Pianta utilizzata per le sue proprietà, non solo curative, fin dall’antichità: diffusi i cestini e gli oggetti in vimini.  

E domani Marta ci porterà nel Tempo del Salice.

Foto di Elena Fossati

“Fu la’ nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
ella passava la’ per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
M’invito’ a prendere amore cosi’ come veniva, come le foglie crescono sull’albero;
Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
e lei poso’ la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
M’invito’ a prendere la vita cosi’ come veniva, come l’erba cresce sugli argini;
ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime”.
(“La’ nei giardini dei salici”, William Butler Yeats, trad. di R.Sanesi)

 

Buona giornata

Elena Fossati 

“Lo Spazio” 

Letture…

Letture, Leggere, quanto è importante questa attività per manteneere viva la nostra mente, ma anche la nostra curiosità, la creatività, la memoria.

Quante domande emergono durante una letture e anche quante risposte. 

Sono più le domande o le risposte?

Questo è quello che mi è accaduto ieri, 1 maggio, leggendo accoccolata in una sdraio, prima, sul divano poi, questo libro di Paola de Vera d’Aragona, “Incontri straordinari con persone”, edito da la Teca.

L’autrice, una Maestra* e una Collega (sempre Maestra) racconta di incontri, incontri straordinari, con persone “famose” e con persone apparentemente ordinarie.

Il sottotitolo: Une réponse à Monsieur Gurdjieff. 

Una risposta… La lettura più che una risposta a… mi ha fatto emergere 1000 domande: 

Quando un incontro è straordinario?

Chi sono le persone: sono persone ordinarie o straordinarie? e chi o cosa rende le persone ordinarie/straordinarie?

Nella mia vita, nel mio lavoro come considero i miei incontri? E le persone?

E poi andando oltre: questa Maestra nell’ambito della DanzaMovimentoTerapia ci ha raccontato di sè… E io che la vedevo così lontana e inavvicinabile, ora la sento così vicina, nella sua forza e nella sua fragilità, nella sua ricerca di incontri.

Cosa può fare un libro: può farci incontrare persone; può sollevarci domande; può darci risposte! 

Grazie Maestra così lontana e ora più vicina!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

P.S.: Invito i lettori del Blog a leggere, leggere cartelloni pubblicitari, giornali, libri,… vi invito a leggere! 

*Intendo la parola Maestra, non come insegnante di scuola, ma come è definita da Garzanti: “… chi insegna un’arte, una scienza, una dottrina; chi eccelle per scienza o per abilità in qualcosa tanto da poterla insegnare ad altri o da essere preso a modello”; lei, Paola de Vera d’Aragona, una Maestra nell’ambito del simbolismo e della DanzaMovimentoTerapia in chiave simbolica. 

Tai Chi: un’intervista

Sono qui con il dottor Eugenio Segreti, esperto di Tai Chi, disciplina che pratica, anche come maestro, da parecchi anni.

Elena: da quanti anni pratichi il Tai Chi e come mai ti sei avvicinato a questa pratica? 

Eugenio: Mai dire l’età… -sorride- da più di 20 anni. L’incontro con il Tai Chi è stato apparentemente casuale, anche se il Taoismo sostiene che nulla avviene per caso!  Da tempo coltivavo l’interesse per la cultura orientale, ma avevo sviluppato e approfondito solo l’aspetto intellettuale. Il Tai Chi permette di mettere in atto, attraverso il corpo e in modo profondo, il sapere accumulato. 

Se l’intelletto (il Verbo) non si incarna, tutto il sapere è praticamente inutile.

Elena: questa pratica è solo un’attività di tempo libero e sport, oppure ha in sé qualcosa d’altro? 

Eugenio: Chi pratica il Tai Chi lo fa per passione perché percepisce che ne ricava un benessere psicofisico tangibile. Se non scatta la passione lo si abbandona. Certamente non è un passatempo, ma è un percorso di crescita.

Elena: Chi può praticare questa disciplina?

Eugenio: Tutti possono praticare il Tai Chi, non ci sono limiti di età, ma più precocemente si inizia… Ogni settimana con il mio gruppo pratichiamo e il gruppo è composto da persone con età diverse e con esperienze di pratica diverse… 

Il Tai Chi è una pratica unica nel suo genere che unisce corpo, mente e spirito e dietro c’è la presenza di una delle più antiche filosofie… 

Elena: Grazie Maestro! Potremo ascoltare un tuo intervento al Festival del Tai Chi all’interno di Officinalia a Belgioiso nei prossimi giorni. Per chi fosse curiosa/o:

Taiji Festival

Oppure scriva nella sezione commenti del nostro blog.

Risponderemo alle vostre domande e richieste! 

A presto per praticare insieme!

Elena Fossati

“Lo Spazio”