Acqua

Acqua l’elemento della vita!

“Sora acqua”

San Francesco…

E cosa ci dice sull’acqua Po, l’amato e buffo panda di Kung Fu Panda:
“La tua mente è come quest’acqua, amico mio: quando viene agitata diventa difficile vedere, ma se le permetti di calmarsi la risposta ti appare chiara”.

E quante canzoni sull’acqua, vi ricordate la Bertè?!

Noi siamo fatti di acqua!

L’Acqua ci rigenera, ci purifica,…
#IoDonna mi ispira in queste ultime settimane e l’ultimo numero è stato un pozzo, per rimanere in tema di acqua, di notizie e idee.

Oggi parliamo di acqua!

Estate che arriva tra 22 giorni!

Docce rinfrescanti, in estate una doccia tiepida, quasi fredda ci rigenera, docce fredde agli arti inferiori per la circolazione del sangue, pediluvi freschi con sale e qualche goccia di olio essenziale alla lavanda, alla menta o al rosmarino!
Un’idea tratta dal settimanale di cui sopra:
mettere cubetti di ghiaccio nella doccia aromatizzati con olio essenziale di menta e lavanda, o un mix di oli essenziali (quelli che vi piacciono!) e magia … mentre rilasciano l’aroma danno uno stimolo a tutto il nostro corpo. Una idea da prendere e condividere con tutte voi!

E ricordatevi di bere dal mattino quando vi alzate, un bicchiere di acqua a temperatura ambiente, e soprattutto berla lontano dai pasti per potere assorbirla completamente.

L’acqua è simbolo del femminile, collegata alla luna (pensiamo alle maree e agli influssi delle fasi lunari), l’acqua si collega al secondo chakra, situato nella zona addominale e collegato al femminile.

Noi tutti siamo immersi in un bagno armonico e sonoro durante il periodo fetale, nasciamo dall’acqua!

Ma non esageriamo e non sprechiamo l’acqua, salvaguardiamola e non inquiniamola, per cui prestiamo attenzione ai saponi, detersivi…

Giovedì 8 giugno 2017 si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale dell’oceano: il World Ocean Day 

“Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.
Madre teresa di Calcutta

E per finire…

Acqua di monte
acqua di fonte
acqua piovana
acqua sovrana
acqua che odo
acqua che lodo
acqua che squilli
acqua che brilli
acqua che canti e piangi
acqua che ridi e muggi.
Tu sei la vita
e sempre fuggi
(Gabriele d’Annunzio)

#Acqua

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali

Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali in Italia state regolamentate con delle linee guida emanate dalla federazione nazionale dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri(12 Dicembre 2009), in cui si definiscono pratiche e medicine non convenzionali: Agopuntura, Fitoterapia, Omeopatia, Omotossicologia, Medicina Antroposofica, Medicina Ayurvedica, Medicina tradizionale Cinese.

Sono individuate come sistemi di diagnosi, cura e prevenzione, che affiancano la medicina scientifica avendo come scopo comune la promozione e la tutela dalla salute. Sono sancite come atto medico e oggetto di attività riservata del medico chirurgo e dell’odontoiatra. Osteopatia e chiropratica non rientrano in questa normativa. Non vi sono normative invece, a livello nazionale per tutti i professionisti che esercitano accanto al medico (vedi per esempio il terapista nella medicina ayurvedica, oppure gli arte terapeuti, …). Esistono per queste figure alcune normative regionali.

Proprio ieri via posta ho ricevuto gli Atti del Simposio Nazionale
“Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali nel Servizio Sanitario Nazionale per l’uguaglianza dei diritti di salute oltre le esperienze regionalistiche: Salutogenesi e Prevenzione, Formazione a Profilo Definito, Buona Pratica Clinica, Ricerca Clinica No-Profit. Criticità, esigenze sociali, prospettive future: un confronto interdisciplinare”, organizzato in collaborazione con il Senato della Repubblica e tenutosi in Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro Roma, lo scorso 29 settembre 2016

Cliccate qui per potere leggerli

Vorrei dare una panoramica a noi lettori che ogni giorno possiamo scegliere il nostro sistema di cura, facendo interagire e dialogare sistemi di salute diversi.

Dal Rapporto Eurispes 2010 (www.eurispes.it), si sottolinea che ogni individuo dovrebbe avere il diritto di curare il proprio stato di malattia come “preferisce”, (questa affermazione non deve fare incorrere in false interpretazioni).
Non esiste una tipologia di medicina giusta e una sbagliata, nel senso generale, ma ciascuna può apportare un contributo in termini di guarigione.

Nell’ultimo ventennio c’è stato un crescente interesse verso le diverse tipologie di medicina e, non solo coloro che ne fanno uso affermano che ci sono miglioramenti reali verso una salute globale, ma anche coloro che si affidavano alla medicina “classica” hanno riscontrato effetti positivi sul proprio stato fisico.
Non si può parlare di una vera e propria crisi della medicina moderna, forse è il rapporto 
medico-medicina, medico-paziente che è in crisi , sicuramente i flussi migratori degli ultimi decenni hanno avuto un ruolo importante nella diffusione delle medicine non convenzionali. L’atteggiamento comune sta cambiando: si comincia ad intravedere una maggior apertura mentale nel riconoscere i benefici della medicina non convenzionale, e numerosi enti, organizzazioni stanno tentando di promuovere sempre maggiori riconoscimenti da parte delle istituzioni competenti, per porre su uno stesso piano le diverse pratiche terapeutiche.
La Professoressa Mara Tognetti Bordogna, Direttrice del Master di Primo Livello in “Sistemi Sanitari Medicine tradizionali e non Convenzionali”, sottolinea che tra i molti motivi che spingono i cittadini verso le Medicine non Convenzionali (MnC), c’è
“… l’esigenza di un rapporto con il medico più umano e personalizzato oltre all’attenzione all’unicità della persona, la considerazione
dell’individuo nella sua dimensione organica, psicologica, sociale e relazionale. Le medicine non convenzionali sono particolarmente apprezzate da chi cerca una buona relazione medico paziente, dialogo e comunicazione nella presa in carico della persona(…)”.
Tratto da: “Famiglia Oggi”, Rivista Bimestrale 10-2011, Articolo “L’altra cura medicine non convenzionali” di Mara Tognetti Bordogna

Il cittadino vuole essere ascoltato dal medico, dal terapeuta, cosa che spesso non accade all’interno del sistema di salute convenzionale.
In Italia le medicine non convenzionali non sono incluse nel sistema sanitario nazionale (se non in alcune situazioni), ma la popolazione italiana utilizza le diverse pratiche e sempre più i medici ed operatori le esercitano.
Informazioni tratte da:
“MEDICINE NON CONVENZIONALI, CENTRI PRIVATI QUALE RISPOSTA ALLA NUOVA DOMANDA DI CURA” . Osservazione di un centro pilota: Ayurvedic Point®
Tutor: Dr. Antonio Morandi
Relazione di: Dr.ssa Elena Fossati
Master di Primo Livello inSISTEMI SANITARI, MEDICINE TRADIZIONALI E NON CONVENZIONALI
Università degli Studi Milano -Bicocca A.A. 2011-2012

 

Buona lettura e approfondimento sulle MnC

Non esitate a contattarmi per le vostre curiosità!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

Bebè, bambini e genitori

Bebè, bambini e genitori: temi importanti… lunghi una vita!

Come scrivevo qualche tempo fa in un articolo dedicato ai GENITORI

“Nasciamo come genitori quando nascono i nostri piccoli e piccole”.

Nasciamo con loro e con loro, cresciamo e possiamo farlo insieme, in molti modi.

Oggi non scriverò di pedagogia e metodi educativi, ci sono molti siti, articoli, libri, che parlano di ciò.

Vi scriverò di pratica:

– è importante toccare il bebè, fargli sentire i propri confini corporei, questo per aiutarlo a percepire e a conoscere il proprio corpo, che alla nascita è qualcosa di indefinito.
– è importante stimolarlo psico-corporeamente con semplici stimoli, senza esagerare perché il bebè si stanca.
– la bocca, il mettere in bocca, il tatto,… i colori,… tutti i sensi sono fonte di conoscenza…
– la voce, la nostra voce,… è importante usarla e usarla bene!
– giocare a tappeto, per terra, per aiutarli a fare forza nelle braccia e nelle gambe, anche qui … loro sanno quando sono stanchi!
– i materiali: fare sperimentare materiali diversi, con le mani, con i piedi, … e poi di nuovo sempre i sensi, conoscere il mondo con i 5 sensi…
– giocare, usare il corpo, il movimento… dall’essere sdraiati, a “quattro zampe”, su due “zampe”… camminare,… correre, saltare,… coordinarsi…

Tutto ciò è molto importante!

A giugno Elena Fossati e Gloria Colombo saranno con i bimbi dai circa tre mesi ai circa 6 anni per vivere, sperimentare tutto questo; come?
Così:

COCCOLE E GIOCHI PER I BEBE’ 

GIOCODANZANDO PER I BAMBINI SCUOLA INFANZIA

DANZAMOVIMENTOTERAPIA PER BIMBI E BIMBE 2-3 ANNI 

 

Oggi ho preso uno spazio per me!

Grazie a voi!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Anziani oggi

Anziani oggi
Giovedì scorso mi trovavo presso l’università di MilanoStatale Bicocca per un incontro con la professoressa Longoni. Un incontro di conoscenza e di lavoro; durante il nostro colloquio si è parlato di anziani in quanto la professoressa ha appena pubblicato con un gruppo di colleghi un testo, il primo in Italia su questo tema: “Alcol e anziani”, ed. Erickson (Beatrice Longoni, Maria Raffaella Rossin, Antonio Andrea Sarassi).
Non mi soffermerò sul tema alcol e anziani, importante e attuale, ma ho preso spunto dalla lettura del testo per riflettere con tutti voi sugli anziani oggi.
“Si invecchia un po’ per giorno” diceva la mia nonna, e l’invecchiamento della popolazione è un fenomeno significativo del nostro secolo con le conseguenze che esso comporta. Effettivamente invecchiamo un po’ per giorno anche per il fatto che in questo attuale momento l’umanità è composta da più persone in età avanzata che persone in età evolutiva (dati tratti dal testo di cui sopra).
Un fenomeno interessante che comporta ricadute in molti settori economico, sociale, culturale,…
Citazione del testo:

“Occorre allora recuperare, sia in termini culturali che in termini politici, la consapevolezza che l’invecchiamento della popolazione rappresenta una grande conquista, nella storia di un paese: è un importante successo, un trionfo dello sviluppo umano, che apre a una grande sfida, da affrontare con responsabilità, intelligenza e lungimiranza.”

Effettivamente in questo periodo storico, i neo genitori utilizzano l’aiuto dei nonni, dei parenti anziani, liberati dal lavoro e da altre responsabilità, per dare loro l’incombenza dell’assistenza dei nipoti, ma spesso danno anche un sostegno economico alle nuove famiglie, un aiuto nelle faccende domestiche, nella cura di casa…
Gli anziani sono oggi una grande risorsa, come sono sempre stati in passato i saggi, ora nel contesto sociale sono una risorsa di conoscenza ed esperienza, una risorsa economica e relazionale.
Se l’invecchiamento ci porta a dover far fronte a problematiche relative all’età, a malattie,… gli anziani oggi invecchiano attivamente, mantenendo nel tempo le proprie potenzialità. Tanto che dal punto di vista biologico si considerano anziani coloro che presentano insufficienze psicofisiche e in genere le persone dopo i 70-75 anni (citazione dal testo).
Citazione dal testo:

“E’ proprio in età anziana che il concetto di salute evidenzia il significato culturalmente più avanzato che ha raggiunto: non l’antico concetto di assenza di malattie, non il più moderno concetto di stato di completo benessere psicofisico e sociale, ma il più recente concetto di situazione di equilibrio soddisfacente fra gli effetti delle malattie croniche e la loro compensazione, tramite adeguati trattamenti terapeutici e l’adozione di stili di vita adatti alle patologie in atto. Un concetto di salute, quindi in cui si valorizzano gli aspetti di equilibrio, compensazione, capacità funzionale, adattamento.”

Gli anziani oggi si conoscono di più e meglio. Spesso frequentano corsi e incontri che approfondiscono le proprie risorse personali, sono realizzati e integrati nel contesto sociale, si confrontano. Questo aiuta ad affrontare il passare degli anni e aiuta la persona a non entrare in stati di dolore e frustrazione. Sicuramente in alcuni casi non è così, ma gli anziani che io frequento, che a volte non riesco a chiamare anziani e che definisco “persone più grandi di me”, sono persone attive e consapevoli del loro essere nel mondo di oggi!

Grazie a voi!
Elena Fossati
“Lo spazio”

SALUTOGENESI

SALUTOGENESI
Il concetto di salutogenesi (dal latino salus, salute, e dal greco genesis, origine) venne approfondito negli anni Settanta da Aaron Antonovsky (1923-1994), un sociologo medico israeliano americano. Egli descrisse la salute come un processo.
Se leggiamo la definizione del concetto di salute secondo l’OMS (organizzazione mondiale della salute e non della sanità, come siamo abituati a tradurre!) e che “Lo Spazio” con il suo progetto “Lo Spazio della Salute” promuove, ci rendiamo conto che il concetto di salute coinvolge anche gli aspetti psicologici e mentali, le condizioni naturali, ambientali, climatiche e abitative, la vita lavorativa, economica, sociale e culturale; tutto ciò che in qualche modo interagisce in senso positivo o negativo con l’esistenza dell’essere umano.
Nella “Carta di Ottawa” (documento redatto nel 1986 durante la prima “Conferenza internazionale per la promozione della salute”) si sottolinea che:

“Grazie ad un buon livello di salute l’individuo e il gruppo devono essere in grado di identificare e sviluppare le proprie aspirazioni, soddisfare i propri bisogni, modificare l’ambiente e di adattarvisi”.

Si identifica così nella salute qualcosa che, espandendosi oltre i confini del soggetto che ne gode, diventa un mezzo propulsore di ulteriori positivi interventi, adattamenti e modificazioni nel proprio ambiente. Allo stesso tempo, quindi, la capacità di adattamento all’ambiente viene considerata un elemento indicatore di un buono stato di salute.

Credo quindi che per concludere il nostro viaggio tra le parole
EMPATIA
CREATIVITA’
RESILIENZA
SALUTOGENSI

Il termine salutogensi le racchiuda tutte!

Voglio condividere con voi questo articolo di Weleda, non per fare pubblicità al marchio, ma perché filosoficamente ha lavorato e lavora per promuovere questo concetto!

Sperando di avervi stimolati nel vostro processo di crescita personale
Buon Maggio!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

RESILIENZA

RESILIENZA

“Resilience, the capacity to lead to a continued existence by incorporating change”
(Folke et al., 2003)

Cosa è la resilienza?

Derivazione Etimologica: deriva dal latino resilĭens -ĕntis, part. pres. di resilīre ‘rimbalzare’, composto di re- ‘indietro’ e salīre ‘saltare’.

In fisica è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.

Nell’ambito dell’ecologia, la resilienza è la capacità della materia vivente di autoripararsi dopo un danno, o quella di una comunità o di un sistema di ritornare al suo stato iniziale, dopo essere stata sottoposta a una perturbazione che ha modificato quello stato.

Nell’arte la resilienza è la capacità dell’opera di conservare esteticamente la sua particolarità, nonostante la crescente soggettivazione.

In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.

Borys Cyrulnik coniò questo termine che lo ha reso famoso:

“La capacità, che ciascuno possiede, in modo e misura variabili, di crearsi una via di scampo”.

Borys Cyrulnik è un neurologo, etologo, psicanalista e psichiata francesce, nato a Bordeaux nel 1937 da una famiglia ebraica, sfuggito alla deportazione nascondendosi, nel 1943, nel bagno della sinagoga della sua città. Attualmente è responsabile di un gruppo di ricerca in etologia clinica all’ospedale di Tolone e insegna etologia umana all’Université du Sud-Toulon-Var. E’ in libreria la versione italiana del suo libro “La Vergogna”.
Ecco la sua intervista rilasciata al festival della scienza nel 2011.

Attualmente il concetto di resilienza si sta affermando nell’analisi dei contesti sociali che vivono gravi catastrofi naturali o dovute all’opera dell’uomo, per esempio attentati terroristici, rivoluzioni o guerre.
In alcune comunità sociali vi sono processi economici e sociali che, in conseguenza del trauma (la catastrofe,…), cessano di svilupparsi restando in una continua instabilità e, alle volte, addirittura collassano, estinguendosi; in altri casi, al contrario, sopravvivono e, anzi, proprio in conseguenza del trauma, trovano la forza e le risorse per una nuova fase di crescita e di affermazione, pensiamo ad alcune comunità dopo i grandi terremoti.
Esse sono definite comunità resilienti!

E per finire  alcune informazioni sull’Osservatorio Pratiche di Resilienza, progetto sostenuto dalla Fondazione Cariplo a cura del DAStU del Politecnico di Milano, in partenariato con il DIST del Politecnico di Torino, il CURSA e il REsilienceLAB.

E’ sperare la cosa più difficile.
La cosa più facile è disperare, ed è la grande tentazione.
(Charles Peguy)

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Creatività

Oggi vorrei con voi riflettere su questa parola: Creatività.
Dopo avere visto questo video  e avere letto questo articolo  mi sono ritrovata a riflettere.
Cosa è la creatività?
Mi piace sempre usare la definizione di Vygotskij, il quale dice che la creatività sussiste dovunque…

“(…)c’è un uomo che immagina, combina, modifica e realizza qualcosa di nuovo, anche se questo qualcosa di nuovo possa apparire un granello minuscolo in confronto alla creazione dei geni”.

Mi piace anche sottolineare che parlando di creatività non dobbiamo fermarci alla creatività degli artisti e dei bambini, ma possiamo allargarci a una concezione di creatività del quotidiano: la capacità di generare cose nuove, l’abilità di porre domande che riguardano l’essere umano in senso vitale, la capacità di costruirsi una vita spinta dal proprio mondo interiore, cercando di comunicare e di manifestare chiaramente la propria personalità (come fa l’artista con la sua opera d’arte, ma per l’uomo comune nella quotidianità).
Maslow dice che:

“ La creatività dell’uomo che si auto realizza” sembra piuttosto essere vicina alla “creatività ingenuae” universale dei bambini non viziati. Sembra essere più che altro una caratteristica fondamentale della natura umana, presente in tutti, cioè una potenzialità data alla nascita a tutti gli esseri umani. Ma la maggioranza degli uomini la perdono man mano che si inseriscono nella cultura”.

La creatività è una funzione dell’Io, che non consiste esclusivamente nella produzione di oggetti. L’io può essere creativo in molti modi e può vivere la sua creatività in qualsiasi momento della vita.
Se penso al mio lavoro, anche come DanzaMovimentoTerapeuta, per esempio, la DanzaMovmentoterapia porta il bambino, l’adulto, l’anziano a recuperare uno spazio di espressione di sé attraverso il movimento, a ripercorrere creativamente, intellettualmente e spiritualmente la vita, le esperienze.

E per concludere una carrellata di articoli tratti da Superfluonecessario:
http://www.superfluonecessario.it/terza-eta-movimento-e-creativita/
http://www.superfluonecessario.it/danzamovimentoterapia-un-approccio-al-movimento-che-guarda-alla-nostra-creativita/
http://www.superfluonecessario.it/empatia/

Vi invito a trovare qualcosa di creativo per voi!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Gentilezza

Gentilezza:
Io Donna un settimanale che riscopro e scopro…
Non amo la moda, anche se mi piace leggere di Moda…
Non amo il gossip, anche se mi piace essere informata…
Io Donna si apre anche a molto altro nell’ultimo anno!
Ed ecco un articolo su Carla Signoris  (attrice genovese, moglie di Maurizio Crozza) che anticipa il mio ultimo incontro di #FrescoRespiro , una serie di appuntamenti che trattano di consapevolezza, presenza, rilassamento… per dirla con una parola #Mindfulness (vuoi sapere di più clicca qui ).

Tutto ciò mi invita a condividere con voi di questa parola:
Gentilezza… Io sono alla ricerca della gentilezza!
Il buddhismo, ma non solo il Buddhismo, la trattano, la praticano!
Qualcuno la chiama gentilezza, qualcun altro Amore per le cose,  per la vita, per il mondo, per gli altri…
La meditazione di “Metta” (termine buddhista) o “Gentilezza amorevole” si caratterizza come uno stato mentale che promuove aspetti del benessere: la benevolenza, l’affetto, la gentilezza amorevole, appunto.
La gentilezza amorevole è quella di una madre che culla il suo bambino: vi ricordate un momento della vostra vita in cui vi siete sentite cullate o le sensazioni di quando avete cullato qualcuno? La Gentilezza amorevole è disinteressata; ho trovato in una lettura cristiana del Vangelo Corinzi 13, che usando un altro termine parla di gentilezza amorevole:  “(… )La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.  Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.  La carità non avrà mai fine. (…)”.
Vorrei sperimentare questa pratica anche con voi.
La Metta comprende i seguenti aspetti:
La concentrazione di Metta,  concentrata essa diventa forte e potente
La flessibilità di Metta, può essere data a tutti, è versatile, universale e illimitata
L’utilizzo di Metta,  quando essa è forte e vigorosa noi possiamo usarla per produrre meraviglie e migliorare la vita di ognuno.

Per sviluppare questi tre aspetti ci vuole un metodo e ci vuole pratica, poiché meditare significa agire con la mente in sintonia con il corpo.
Assumiamo una posizione confortevole e facciamo qualche respiro profondo.
Andiamo a osservare un episodio della nostra vita in cui siamo stati in preda alla rabbia e, senza entrare nel merito dello stesso, ricordiamo le nostre sensazioni,… Poi osserviamo un episodio dove era la gentilezza amorevole ad essere presente e anche qui andiamo a coglierne le sensazioni.
Poi rivolgiamo il pensiero a noi stessi: volersi bene è la sensazione più importante per amare il prossimo (presente in molte tradizioni, culture, religioni, ma ne parleremo un’altra volta!) sentiamo la sensazione/consapevolezza del nostro desiderio di stare bene dentro e fuori di noi e rivolgiamo a noi queste parole tratte proprio dalla trazione Metta:
Che io possa essere al sicuro, libero dal pericolo e dal male
Che io possa vivere in pace, libero dalla sofferenza mentale
Che io possa essere sano, libero dalla sofferenza fisica
Che io possa aver cura di me stesso e vivere serenamente

Ripetiamole come un mantra e lasciamo che la mente si plachi.
Continuiamo per qualche minuto in questo modo poi, scegliamo una persona a cui vogliamo bene, che ci è vicina, per la quale ci risulti facile provare affetto e desiderio di inviarle gentilezza amorevole: essa sarà il nostro oggetto di meditazione, l’obiettivo del nostro flusso di metta. Possiamo immaginarla vicina a noi o sentirci al suo fianco e poi lasciamo che la mente/cuore sviluppi il suo flusso di Metta.
Possiamo ripetere le quattro frasi e una volta che il fluire della Metta è diventato stabile e continuo e sentiamo il corpo calmo possiamo allargare il campo inviandola alle persone più vicine ai parenti, agli amici,… e poi possiamo allargare il cerchio di pensiero… il nostro paese o città… Non ci sono limiti per inviare la gentilezza amorevole… anche fino al cosmo!
Gli insegnamenti della tradizione buddhista sostengono che vi siano molti benefici con questa pratica, ve ne elenco qualcuno:
• dormire bene,
• svegliarsi al mattino sentendosi bene e con il cuore leggero,
• le persone ci vogliono bene e noi ci sentiamo a nostro agio con loro, specialmente con i bambini,
• essere gentili verso gli animali,
• essere sostenuti e protetti
• essere in grado di raggiungere facilmente la concentrazione meditativa,
• il viso diventa luminoso e chiaro
….
(Nhat Hanh, 1997).

Alcuni studi sostengono che questa pratica è fondamentale per il tipo di empatia richiesta dal lavoro terapeutico (Bien, 2006); ci sono, inoltre,  studi che evidenziano che la compassione sia utile anche per noi: es. in uno studio (McClelland, 1986) è stato evidenziato zitto che gli studenti, mentre guardavano un film su Madre Teresa di Calcutta che compiva azioni compassionevoli, hanno mostrato un aumento di anticorpi utili a sviluppare le riposte del nostro sistema immunitario e questo accadeva anche in studenti che disapprovavano Madre Teresa e il suo lavoro.

Per concludere: lasciamo contagiare dalla Gentilezza!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Genitori

Quanto sia complesso essere genitori lo abbiamo ormai compreso!

Questo però non giustifica a non essere genitori “sufficientemente buoni” (come direbbe un <<antico>> studioso Winnicott) di un bambino o bambina, che, come cucciolo, ha bisogno di essere accudito e accompagnato alla crescita, attraverso un’educazione che dia al bambino/a la sicurezza, ma anche i limiti, la gioia, ma anche la consapevolezza delle altre emozioni, la possibilità di essere piccolo/a, ma anche le indipendenze e autonomie adeguate alla sua età.

Esistono scuole per genitori, percorsi di consapevolezza, corsi, incontri, libri,… Ma cari genitori la vita del genitore è soprattuto esperienziale, si impara facendo (sicuramente anche aiutati e consigliati,…), ma proprio perché si impara facendo non si delega la propria genitorialità a nonni, insegnanti, educatori, conduttori di attività extra scolastiche e di tempo libero, corsi,  strumenti tecnologici e applicazioni!

Genitori si è con le proprie responsabilità e i propri limiti, sapendo che nel mondo di oggi abbiamo una grande risorsa: che possiamo essere aiutati a essere genitori più consapevoli, ma non possiamo essere sostituiti, perché da quando abbiamo scelto di essere mamma e papà lo saremo per sempre!

“Lo spazio” è abitato anche da noi genitori, perché genitori si nasce quando nascono i nostri cuccioli!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

 

Primavera

La primavera sta per arrivare…

Oggi sarò essenziale!
I fiori lo rivelano già, soprattutto in questi ultimi giorni!
Primavera, risveglio, energie… In trasformazione.
Primavera, iltempo per nutrirsi in modo diverso, per iniziare a uscire e anche per ritagliarci degli spazi di consapevolezza di noi stessi, del nostro respiro!
E allora proviamo a immaginarci come una giornata di sole, o di pioggia, di vento, o nevosa…. Oggi che tempo siamo? Come ci sentiamo?
Buona Primavera!

elena fossati

“Lo Spazio”