Una scatola per ricordi e desideri

Spesso si usa per la fine dell’anno tirare le conclusioni dell’anno trascorso e fare buoni propositi per l’anno a venire.

Potremmo allora pensare di realizzare una scatola dei ricordi, di ciò che vogliamo portarci con noi nel 2016:
• creiamo, magari siamo delle creative, o cerchiamo una scatola dove andremo a mettere bigliettini o oggetti o altro che vogliamo tenere e portare con noi nel 2016. Un libro letto? Il bigliettino ricevuto al nostro compleanno? Una frase che andremo a scrivere su un foglio? Una volta raccolti tutti i nostri ricordi possiamo chiudere la scatola, magari anche con un nastro, e metterla in un posto dove poterla riprendere all’occorrenza.
E quali propositi e desideri per il 2016?
• creiamo in modo diverso il contenitore dei desideri: magari un barattolo in vetro da decorare, oppure una scatola decorata diversamente… Prepariamo dei biglietti, non troppo grandi e su di essi scriviamo i nostri desideri, propositi per il 2016. Chiudiamo la scatola o il contenitore, una chiusura che possa essere riaperta e riponiamolo vicino a noi: il comodino, la libreria in modo da poterlo riprendere nel prossimo 2016 per rinfrescarci i desideri, pescando un biglietto ogni tanto…

Buona conclusione di 2015 e vi auguro un 2016 ricco di desideri!
Elena

“Lo Spazio”

4 Candele per Natale parte 3

Siamo arrivate alla quarta Candela e ultima delle nostre 4 Candele per Natale.

Quarta Candela:

tra poco sarà Natale…
accendo la prima candela… leggo la poesia
accendo la seconda candela mi fermo…
accendo la terza… mi muovo nella mia casa interiore o nella mia casa reale…
accendo la quarta…
ora uso il corpo … con questo brano e questi movimenti che si ripetono sempre uguali a se stessi:
Immagino e prendo il calore della candela e di andarlo a portare dentro di me dalla testa ai piedi, soffermandomi nei punti dove ho bisogno di portare questo calore, questa luce. Se fossi con altre persone… ora con le mie mani prendo questo calore e lo porto a chi ci sta vicino a me sempre partendo dalla testa fino ai piedi… poi prendo il calore della luce e lo porto a chi non è qui con me …
(Posso anche immaginarlo se mi imbarazzo…)
Ecco cosa accade quando viene vissuto con il corpo … io ve lo consiglio: clicca qui
Auguri di Buona Luce e di Buon Natale!
Elena Fossati

4 Candele per Natale parte 2

Eccoci qui siete pronte…

La terza Candela:
Accendo la prima candela e la seconda candela, della mia corona con le 4 candele per Natale, e ritrovo dentro di me lo spazio personale creato con la prima e la seconda candela.
Accendo la terza candela, posso reggerla tra le mani e passare per tutte le mie stanze di casa, o se questo mi imbarazza, posso tenerla fra le mani e immaginare di passare per ogni stanza della casa. Con l’aiuto della candela cerco cosa ho perduto nella mia casa interiore.
Magari ho perso il mio centro presa da 1000 cose…
Passando con la mia immaginazione, o realmente con i miei passi nelle diverse stanze di casa …, magari mi torna alla mente ciò che ho perduto:
nel soggiorno magari mi ricordo di avere perso la capacità di comunicare apertamente e con sincerità; oppure mi accorgo di avere smarrito la quiete…
nello studio, nel mio spazio mentale cosa ho perso, magari a causa dell’efficienza fine a se stessa? Forse con tante attività cerco di riempire…il mio vuoto…
Nella camera da letto: forse ho perso i sogni? Cosa sogno?

E così con la mia candela passo stanza per stanza della casa e della mia casa interiore… e mi accorgo che ritrovo ciò che ho perduto…

Buona Luce!

Elena Fossati

4 Candele per Natale parte 1

Mancano meno di tre settimane a Natale.
Antonella Natalis ci ha fatto interrogare sullo stile del nostro Natale

Oggi vorrei con voi condividere uno spazio diverso per prepararci al Natale, ma non solo, una modalità da utilizzare in qualsiasi momento ognuna di noi abbia bisogno di Luce.

La tradizione nordica parla di 4 candele dell’Avvento, 4 settimane di Avvento, per i credenti cristiani (di rito Romano) 4 settimane alla venuta di Gesù Cristo; per i laici 4 settimane al Natale.
In ogni caso questo tempo particolare invita tutti, tutte a soffermarci nel nostro intimo: il buio,… la ricerca di un percorso personale,… come ci direbbe Carl Gustav Jung!

Per i nordici abbiamo appena passato due settimane di avvento, due candele accese, nelle belle corone.

Perché non prendere spunto dalla tradizione realizzando la nostra corona dell’avvento, con 4 candele per Natale, dove soffermarci, una candela alla volta, per relativizzare tutto ciò che occupa i nostri pensieri: la casa, il lavoro,… solo per 1 minuto, come vi scrissi qualche tempo fa!

Oggi inizio a proporvi i primi due minuti, per la prima e seconda candela … poi nelle prossime settimane vivremo anche la terza e la quarta. A Natale avremo vissuto 4 minuti di silenzio per noi, 4 candele per Natale!

Creo un corona dell’avvento, basta anche deporre 4 candele in cerchio, oppure prendere un piatto e metterle in 4 punti, o possiamo creare qualcosa di creativo e speciale! È molto terapeutico perché fatto con le nostre mani!

La prima candela:

In silenzio, o con un brano musicale, in sottofondo, che crei per noi un’atmosfera di silenzio e meditazione, mi soffermo davanti alle candele spente: il buio, il silenzio. Posso prendere la prima candela nelle mie mani e posso accenderla. Dopo averla accesa mi soffermo leggendo questa poesia di Nelson Mandela:
“Ciò che temiamo maggiormente non è la nostra Luce,
bensì la nostra oscurità.
E quando lasciamo brillare la nostra Luce interiore, inconsciamente consentiamo agli altri di fare altrettanto.
Quando liberiamo le nostre paure,
la nostra presenza, automaticamente, libera gli altri”

La seconda candela:
Riaccenderemo anche la prima, ripetendo la poesia soprascritta. Avremo così per noi due momenti di silenzio, forse due minuti, due candele, più luce!
Accendo la seconda e resto lì, davanti, in silenzio, respirando e contemplando la sua luce: immagino che essa penetri dentro di me, illuminando i miei pensieri; incrocio le mani sul petto e immagino che lì nel mio cuore arrivi la sua luce e il suo calore. Magari ascolto, un brano evocativo, per esempio “Oiche chiun” – Enya

Buona Luce!

Elena Fossati

Storie che curano

Da sempre l’uomo, la donna hanno utilizzato storie e racconti per comprendere l’origine del mondo, dell’umanità, per dare risposte alle grandi domande: pensiamo ai miti sulle origini del mondo, presenti in tutte le culture, nelle diverse religioni, nelle diverse epoche. Oppure pensiamo ai racconti che danno insegnamenti etici, morali al bambino, all’adulto: le favole della nostra tradizione, per esempio le fiabe dei famosi Fratelli Grimm!

Sono storie che curano attraverso le parole, i simboli, le immagini; sono storie che curano ferite, paure, dubbi. Attraverso la DanzaMovimentoTerapia ho realizzato racconti, storie da danzare e vivere attraverso il corpo con bambini e con adulti nelle scuole durante gli incontri di DanzaMovimentoTerapia trasversali ai progetti diddattici, nei momenti di espressione e creatività corporea, negli incontri di tempo libero e in quelli di cura: storie che curano.
Ho partecipato, la scorsa estate, al concorso indetto da “IDonna” de “Il Corriere della Sera”: “Sogno di un giardino di mezza estate”: sono pervenuti 1400 racconti. I miei duee sono stati pubblicati, insieme a molti altri racconti brevi.
Vi allego il link (storie che curano)e vi invito a leggere anche i miei due racconti: il n. 284 e il n.411. “La Storia di un grande Albero” e “Il Risveglio degli Alberi”.
Buona Lettura e fatevi curare dalle Storie!

 

Christmas Tea

Lo Sto gustando in questi giorni e oggi con il freddo l’ho proprio apprezzato.

Non voglio fare pubblicità a un prodotto, ma ve lo consiglio!

Christmas Tea, di Yogi Tea, un infuso di erbe e spezie ayurvediche, riscaldanti e che portano il buon umore: rooibos, cannella, liquirizia, coriandolo, zenzero, pepe nero, chiodi di garofano, arancia, cardamomo, anice stellato,…

Sotto alla scatola un esercizio di Yoga per sentirsi bene: Mudra!

Su ogni filtro una frase, che fa riflettere e genera benessere.

Tutto di agricoltura biologica…

Che dire? Venite a trovarmi per bere insieme a me una tazza di Christmas Tea.

Vi aspetto!

Elena Fossati

 

 

Uno stile di vita stagionale

Il clima, le stagioni influenzano la nostra salute e sul nostro benessere è importante avere quindi uno stile di vita stagionale!
Le stagioni, le temperature agiscono sul nostro organismo, così come agiscono il profumo dell’aria, il sapore dell’acqua e del cibo. Ogni zona ha una propria caratteristica: l’Italia ne è un esempio! Se iniziamo a guardarci attorno, ci rendiamo conto che ogni regione ha un proprio stile di vita stagionale!
L’ideale sarebbe giocare di anticipo ovvero prevenire piuttosto che curare.
Presto avremo un accumulo di umidità, e di freddo quindi avremo bisogno di uno stile di vita stagionale che riduca umidità e freddo.
Un accumulo di umidità e freddo ci creano problematiche come l’artrosi e le artriti, raffreddori e aumento di muco, è quindi importante agire d’anticipo e prestare attenzione a ciò che facciamo e ciò che mangiamo.
In questi giorni si è parlato tanto di alimentazione: la carne, salumi,… anche su Superfluonecessario.
Io sono una onnivora, mangio di tutto compresa carne e insaccati. Ma per tutto c’è un equilibrio e uno stile.
Se sposiamo la Dieta Mediterranea possiamo vedere la carne sul nostro piatto una, due volte la settimana (una volta carne rossa e una volta carne bianca), una volta la settimana un piatto di salumi, una volta la settimana un piatto di formaggi, due volte la settimana uova, due volte la settimana, pesce, due volte la settimana legumi, tutti i giorni verdure, cereali, frutta, sapendo che quando cuciniamo pasta, risotti, inseriamo anche latticini,… Con pasta e riso riusciamo a creare un menu settimanale, dall’antipasto al dolce mangiando di tutto un po’.
Nella stagione autunnale ci vengono incontro le spezie orientali; cannella, chiodi di garofano, zenzero, curcuma (anche essa oggi molto pubblicizzata come antiinfiammatorio), coriandolo,… che danno calore al nostro corpo.
Le zuppe sono molto utili in questo periodo per riscaldarci e per portare idratazione al nostro corpo. Ci vogliamo preparare per l’inverno, le giornate si fanno più corte: è importante cercare di dormire un po’ di più perché il calore del letto aiuta a rigenerarci. L’importante è che lo stile di vita autunnale e invernale siano più vicino a voi possibile.
Scegliete lo stile di vita che più vi piace l’importante è che siate felici di ciò che avete scelto!

Vado dall’Osteopata, da chi?

Da qualche settimana ho un nuovo collega a “Lo Spazio”, un professionista di una disciplina, attualmente molto in voga in Italia, ma forse non così ben conosciuta: l’Osteopatia.

Subito un’intervista per conoscerlo!

Ciao Luca vuoi raccontare alle lettrici di Superfluonecessario di cosa ti occupi

Io sono un Osteopata

Che cosa è l’osteopatia in poche parole, per tutti noi che possiamo essere tue potenziali pazienti e in cosa si differenzia da altre tecniche e metodi?

L’osteopatia è una terapia manuale per la diagnosi e il trattamento, volta a riportare in fisiologia una condizione fisica alterata; essa ha come obiettivo quello di trovare la causa scatenante dei sintomi riferiti dal paziente, siano essi muscolari, articolari, viscerali o di altro tipo, e di risolverla, in modo che il corpo ritrovi un equilibrio stabile e la persona si senta meglio.
I pazienti che si rivolgono all’osteopatia lo fanno solitamente per risolvere lombalgie, sciatalgie, cervicalgie, dolore alle grandi articolazioni degli arti (caviglie, ginocchia, gomiti…), ma anche persone soggette a cefalee croniche, colpi di frusta e alterazioni posturali: insomma per le problematiche più comuni al giorno d’oggi.
È giusto fare una comparazione con altre figure professionali che possono risultare simili agli osteopati: fisioterapisti e massoterapisti.
Il fisioterapista è lo specialista nella riabilitazione. È la figura di riferimento nelle condizioni post operatorie e post traumatiche, e lo si trova infatti sia negli ospedali che al seguito di atleti. Egli ha, come l’osteopata, una preparazione manuale associata però all’utilizzo di macchinari specifici per la riabilitazione, come Tecar terapia e laser.
Il massoterapista invece ha una preparazione prettamente sulla componente muscolare, impegnandosi a risolvere manualmente tutte quelle problematiche legate a questa struttura.
Capire la differenza tra le varie figure professionali è molto importante al fine di risolvere il più velocemente possibile e nel modo più consono tutti i problemi che una persona può avere.

Chi sono i tuoi pazienti bambini, adulti …? Si usa per prevenire, per curare, per riabilitare?

È una tipologia di trattamento adatta ad ogni età, poiché le tecniche manuali utilizzate non sono vigorose, dolenti o pericolose, bensì rilassanti e rinvigorenti. Per questo motivo è adatta veramente a tutti. Mi capita spesso di trattare donne in gravidanza, persone anziane e bambini piccoli, anche di pochi mesi, ottenendo, tramite approcci diversi, i medesimi risultati di benessere.
È una terapia volta alla risoluzione dei malesseri, al riequilibrio di tutto il corpo, riuscendo a risolvere problematiche in acuto e in cronico, o prevenendo, tramite appuntamenti mensili, l’eventuale ricaduta del paziente.
Mi è capitato proprio qualche tempo fa di trattare un bambino di 6 anni che soffriva di mal di testa ricorrenti; durante il primo trattamento la madre mi ha raccontato anche che il figlio soffre molto spesso di raffreddore, anche durante il periodo estivo ma che non risulta nessun tipo di allergia ne di intolleranza alimentare. Entrambi i sintomi mi hanno incuriosito e testando la mobilità delle ossa craniche del piccolo ho notato come vi fosse una forte compressione a livello dei seni nasali e frontali, probabilmente intasati dal catarro; nel giro di pochi trattamenti specifici il bambino ha riscontrato subito un miglioramento della sintomatologia e l’ultima volta che l’ho visto non soffriva di raffreddore da più di 6 mesi.

Quanto dura un trattamento di osteopatia?

La prima seduta dura all’incirca 45 minuti, poiché si effettua un’anamnesi iniziale, nel quale l’osteopata fa delle domande specifiche al paziente in modo da comprendere esattamente i sintomi riferiti e l’eventuale causa del problema; dopodiché si passa all’osservazione e ai test manuali, per finire poi con il trattamento vero e proprio.
Le altre sedute durano solitamente meno, in quanto l’operatore conosce già il paziente e può iniziare subito con la terapia

Grazie e ora mi godo un trattamento!

Grazie a te!

Per qualsiasi domanda non esitate a contattarci, attraverso il format dei commenti o a info@lospazio.org

Elena Fossati

Novembre: pioggia e acqua

Leggevo sul Corriere della Sera di sabato 31 ottobre un articolo, sull’acqua, sulla pioggia autunnale, sulla forza e potenza dell’acqua e quanto la pioggia, l’acqua abbiano influenzato la storia… “Dei, maghi e truffe così la pioggia influenza la storia”.

Il mese di novembre pioggia e acqua, un mese non amato!
Oggi vorrei regalarvi una frase tratta da “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, non scriverò articoli o riflessioni sulla pioggia e sull’acqua… Solo una semplice frase su cui meditare, soffermarsi e magari così apprezzare anche un mese che per tradizione è grigio ricco di pioggia e acqua …
“Un po’ d’acqua può far bene anche al cuore…”
Buona pioggia di novembre!
Elena Fossati

Rei-Ki: tutto è Energia

Noi siamo energia, siamo circondati da energia: ce lo dimostra la fisica, lo sostiene la medicina, lo osserviamo nelle reazioni chimiche,…
Quando si parla di energia all’interno delle discipline olistiche si parla di Qi Gong, Tai Chi, ginnastiche terapeutiche e si parla anche di Rei-Ki.
Quando si parla di Rei-Ki spesso emergono dubbi e interrogativi, questioni e opinioni diverse. Il Rei-Ki non è un misterioso fenomeno a sé stante e non deve essere nemmeno confuso con la terapia. Il Rei-Ki può dare sollievo alle proprie sofferenze e alle sofferenze altrui, ci permette di allargare i nostri orizzonti sulle potenzialità dell’essere umano e sulla dignità che è insita nella nostra natura.
L’energia, il Rei-Ki, il Prana, il Chi, lo Spirito Santo sono espressioni di energia che si manifesta in culture e rituali differenti. Non voglio sembrare un’eretica!
Nel XXI secolo il Rei-Ki è diventato molto famoso, di moda, qualche volta male interpretato, comunque molto diffuso.
Riscoperto dal Dottor Usui, monaco giapponese, nel 19º secolo, si è diffuso inizialmente in America.
È un’esperienza, una pratica. Un’attivazione di canali energetici, è questo ciò che accade al primo grado dei tre gradi di apprendimento del Rei-Ki. Attivato il primo livello attraverso a una sequenza di movimenti si è in grado di auto trattarsi e di trattare altre persone, piante, animali, cose.
Il secondo livello dona al partecipante una specifica attivazione che lo abilita all’uso di tre simboli composti da una forma, suono e da un pensiero positivo. Il terzo livello è il Reiki-Master dove viene donato un simbolo ulteriore che consente così al nuovo maestro di operare le attivazioni.
Quindi un antichissimo sistema di guarigione oggi recuperato e portato anche da volontari negli ospedali, in centri oncologici: non ci sono controindicazioni sia nel dare che nel ricevere questa energia non vi è nessun rischio, forse perché questa energia vitale universale giunge a chi desidera riceverla.
E tu vuoi sperimentarlo o attivarlo?

Contattami…

Elena Fossati