Tu chiamale Emozioni!

Ieri sera guardavo il simpatico e interessante film di animazione “Inside Out”, che in modo fantasioso e creativo esprime la corporeità delle nostre emozioni.

Le emozioni “emos-azioni”: azioni del sangue, uno stato fisiologico, legato al corpo, oltre che al mentale (ricordiamo cosa diceva quella bambina nell’articolo di settimana scorsa: “La mente sta nel corpo…”).
Noi spesso infatti connotiamo le emozioni come uno stato mentale, un pensiero e invece esse stanno nel corpo, sono nel corpo; sono modificazioni psico-fisiologiche a stimoli interni, esterni, naturali o appresi – così ci dice anche Wikipedia.
Facciamo un gioco:
Provate a sentire, imaginare dove sentite nel corpo la gioia. la felicità. Immaginate di sentirvi felici, cosa entità nelle gambe, braccia, tronco…. come vi immaginate…
Ora provate a sentire, immaginare di essere arrabbiati,…. dove sentite questa emozione, cosa succede al corpo…
Cosi per la tristezza…
E per concludere proviamo a immaginare il corpo, a sentire e immaginare la calma…

Abbiamo simulato, ma forse ci siamo accorti che le emozioni stanno nel nostro corpo, compreso il nostro pensare l’emozione!

Viviamo in un periodo dove certe emozioni, soprattutto,  vanno controllate o addirittura eliminate (non vogliamo fare provare la rabbia ai bambini… per esempio) e quindi accade che quando non si riesce più a trattenere, controllare un’emozione ,… essa esplode e quando qualcosa esplode fa molto danno, è come un fiume in piena, senza argini naturali che lo incanalino…

E’ davvero importante essere consapevoli, guardare, accogliere le nostre emozioni, anche perché accogliendole e guardandole, vivendole … noi cresciamo senza esserne travolti … altrimenti tutto diventa SPAVENTO, PAURA … ma questa è  un’altra emozione…

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Un articolo di qualche mese fa:

http://www.superfluonecessario.it/emozioni-e-bambini/

Relazione Corpo-Mente

Alla base dei nuovi approcci di cura e accompagnamento alla crescita c’è questa relazione fondamentale di base. la relazione corpo-mente.
Come diceva una bambina molti anni fa: “Se il cervello sta nel corpo… la fantasia sta nel cervello… la fantasia è nel corpo!”. I bambini come sempre arrivano prima, perché pensano con il corpo.
A partire dalla Psico-Motricità… a finire con la medicina Psico-Somatica … ci si ritrova a parlare sempre di olismo, di totalità mente corpo e, di corpo radicato in sé e nella realtà, ne abbiamo sentito parlare nella puntata sull’”Embodiment”.
E per rimanere nel tema della II Conferenza EADMT che si terrà nel territorio milanese il prossimo settembre, parlando di danza attraverso la DanzaMovimentoTerapia:
Tratti da un capitolo di “Ascolto! Dunque sono Corpo e movimento per una crescita fisica psichica e spirituale” di Elena Maria Fossati

ASCOLTO! Dunque sono


“La danza è allora una maniera totale di vivere il mondo: è insieme conoscenza, arte e religione.”.
Molti artisti, poeti, yogi, … hanno parlato della danza: un maestro yogi disse che “yoga” vuole dire “unione” e che questa unione possiamo trovarla nella danza; il dio Shiva è il re della danza.
Luciano di Samosata dice che la danza è nata al principio di tutte le cose.
Per Dante (nell’ ultimo canto della divina Commedia) la danza è un’attività superiore dei beati; è “l’ amor che move il sole e l’altre stelle”.
(…) La Danza, dà quindi piena coscienza del proprio corpo perché è un mezzo di espressione globale e diretta; è caratterizzata dal movimento nello spazio e dal ritmo.
E il cerchio si chiude riportandoci ai Neuroni Specchio!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

Psicoterapia corporea e DanzaMovimentoTerapia

Un tema alquanto moderno e attuale, misterioso e così semplice da vivere, ma non da spiegare!
Come mai la psicoterapia corporea all’interno di una conferenza europea di DanzaMovimentoTerapia.
Penso che possiamo tralasciare la definizione di psicoterapia, ma se avete qualche dubbio visitate questo sito serio e interessante http://www.crescita-personale.it/psicoterapia/1924/psicoterapia-perché-pagare-per-avere-aiuto/6700/a
La Psicoterapia corporea nasce tra dialoghi e confronti nel periodo freudiano, con William Reich e sviluppa l’aspetto corporeo della psicoterapia, proprio perché la mente è connessa al corpo e il corpo può assumere un importante ruolo nel percorso terapeutico della persona. Il corpo è immediato, arriva subito, comunica ed è intelligente. Attraverso l’espressione del copro, il suo movimento possono emergere memorie profonde e emergendo facilitano il cambiamento e il processo di cura della persona. La DanzaMovimentoTerapia tra le tecniche corporee può diventare un utile strumento all’interno di sedute condotte da uno/una psicoterapeuta corporeo.
Da sempre la danza ha espresso, come tutte le arti, il modo interno dell’artista,… Pensiamo alla danza come l’arte di esprimere se stessi attraverso il movimento…
La psicologia e la danza ad “un passo” si sono incontrate. Carl Gustav Jung ha portato la danza, il movimento libero, la creatività nei suoi percorsi di cura: in USA è particolarmente diffusa, ma anche in Italia e in Europa questa metodologia si sta sviluppando ( e alla II conferenza EADMT avremo molti esponenti italiani e europei che tratteranno attraverso relazioni e faranno sperimentare attraverso il corpo questi argomenti), un incontro tra la danza e la psicoanalisi junghiana. Un metodo conosciuto è definito “movimento autentico”, ossia un’ attività corporea completamente spontanea mediante la quale si possono esprimere i contenuti più profondi che appartengono alla sfera della mente inconscia (Chodorow J., 1998). Questa tecnica si avvicina a una delle tecniche di “immaginazione attiva” con cui si applica la psicoterapia analitica junghiana favorisce l’apertura a tutto ciò che è inconscio sostenuto stimolate dai movimenti naturali.

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Neuroni specchio a una conferenza!

Terza Puntata.
Oggi trattiamo di Neuroscienze, Questa disciplina si occupa dello studio del sistema nervoso e alla prossima conferenza EADMT organizzata da APID sarà ospite Il Prof. Vittorio Gallese. Tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma (coordinato da Giacomo Rizzolatti e composto da Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi, Vittorio Gallese e Giuseppe di Pellegrino) si dedicò allo studio di un’area della corteccia cerebrale deputata al movimento. Questi studi sono stati oggetto di approfondimenti, critiche, discussioni.
Ma per il nostro piccolo mondo cosa sono i neuroni specchio e che importanza hanno?
Paragrafi Tratti da un capitolo di “Ascolto! Dunque sono Corpo e movimento per una crescita fisica psichica e spirituale” di Elena Maria Fossati

ASCOLTO! Dunque sono


Il cervello umano è molto complesso; in esso sono presenti le strutture e le funzioni di esseri meno evoluti, è presente la nostra filogenesi: il “cervello rettile” che al momento della nascita costituisce il 94% della massa cerebrale e che presiede alla regolazione del movimento, all’assunzione della postura, e ai bisogni più primitivi. Il “cervello mammifero”, (…), il “cervello umano”, propriamente detto, forma la corteccia cerebrale, esercita una funzione cognitiva evolutiva in base a fattori genetici, esperienze precedenti e alla memoria. (…)
Le esperienze che noi tutti facciamo, che il bambino-la bambina fanno incidono sulla nostra mente e così eventi del passato spesso continuano ad avere un impatto sul modo di percepire il presente e di costruire il futuro.
A partire dai primi momenti di vita il nostro cervello è in grado di rispondere alle esperienze modificando i collegamenti fra i neuroni, che costituiscono le unità di base del funzionamento cerebrale. Tali connessioni sono fondamentali per il cervello e svolgono un ruolo importante nei processi che permettono di ricordare le esperienze. La struttura del cervello plasma le sue funzioni; le funzioni del cervello e le esperienze generano la rete di connessioni, creando la mente, che definisce ciò che siamo.
(…)
La mente è il risultato delle attività del cervello ed elabora le informazioni in differenti modi: alla base vi sono i sistemi percettivi, come vista, udito; a un livello superiore vi sono le varie forme di intelligenza, linguistica, spaziale, cinestesica, musicale. La nostra percezione influenza il nostro comportamento, i dati provenienti dal mondo esterno vengono da noi elaborati e generano reazioni specifiche. Gli emisferi cerebrali hanno modalità distinte di elaborazione, la separazione permette loro di lavorare in modo quasi indipendente, ma, grazie al corpo calloso che li collega, abbiamo la possibilità di avere uno scambio di informazioni. La modalità destra di elaborazione è olistica, non lineare, visiva, spaziale. Le forme di comunicazione non verbale, il senso integrato del corpo, i modelli mentali del sé, sono processi “governati” dall’emisfero destro. La modalità sinistra è tipicamente lineare, logica, basata sul linguaggio.
(…)
Le esperienze influenzano il modo di percepire il presente, creano modelli mentali del mondo. Le esperienze che integrano le sensazioni, che hanno origine dal nostro corpo e dalle nostre interazioni con gli altri, possono costituire le basi su cui il sé si sviluppa.
(…)
Lo sviluppo di queste aree corticali (in particolare la corteccia orbi- frontale) aiutano a migliorare la percezione di sé e di sé con gli altri. Le esperienze corporee formano le fondamenta per la costruzione del senso del Sé. La possibilità di avere “un tempo e uno spazio speciali” permettono al bambino e alla bambina, all’adulto, in relazione con il conduttore, l’educatore, l’adulto,… di sviluppare una più profonda consapevolezza di sé e di plasmare attivamente le modalità con cui percepiscono e creano la loro vita. Il bambino/a, l’adulto nel setting, nello spazio di movimento, si muovono in uno spazio speciale dove possono permettersi di sperimentare, organizzare, paragonare lunghezze, dimensioni, direzioni, forza,… in questo luogo sperimenteranno anche il tempo: il tempo lineare della vita e la propria storia.
In questo spazio di relazione e di azione il bambino/la bambina apprendono, mettono in relazione percezione ed azione, si crea un collegamento tra azione motoria e percezione: il nostro cervello si attiva attraverso i “neuroni specchio”.
I neuroni specchio sono una classe di neuroni specifici che si attivano sia quando si compie un’azione sia quando la si osserva mentre è compiuta da altri (in particolare tra con- specifici). I neuroni dell’osservatore “rispecchiano” quindi il comportamento dell’osservato, come se stesse compiendo l’azione egli stesso. Questi neuroni sono stati individuati nei primati, in alcuni uccelli e nell’ uomo. Nell’uomo, oltre ad essere localizzati in aree motorie e pre- motorie, si trovano anche nell’area di Broca e nella corteccia parietale inferiore. Alcuni scienziati considerano la scoperta dei neuroni specchio una delle più importanti scoperte delle neuroscienze degli ultimi dieci anni.
L’osservazione diretta dei neuroni specchio è stata più difficile nell’uomo che non nelle scimmie. Mentre in queste ultime si possono osservare i singoli neuroni, nell’uomo si possono osservare le attivazioni solo attraverso variazioni nel flusso sanguigno dovute ad esse. I primi esperimenti con esseri umani, condotti con immagini di azioni (afferrare, ecc.) prodotte graficamente al computer, diedero, infatti, risultati deludenti. La ripetizione degli stessi esperimenti con azioni eseguite e osservate fra persone in carne e ossa diede invece risultati più concreti. Affinando le tecniche di indagine e di “brain imaging” è stata eseguita una localizzazione precisa dei neuroni specchio umani.
(…) Esperimenti condotti dal gruppo del Prof. Vittorio Gallese dimostrano che nell’uomo l’attivazione dell’area di Broca e di altre aree in presenza di azioni complesse (afferrare per mangiare, dare un calcio a un pallone, prendere oggetti per ordinare) è senz’altro collegata al linguaggio in un sistema di “risonanza” più complesso che non quello della scimmia. La differenza sostanziale è che il sistema umano dei neuroni specchio codifica atti motori transitivi e intransitivi, è risultata cioè capace di codificare sia il tipo di azione che la sequenza dei movimenti di cui essa è composta. Nell’uomo non è necessaria una effettiva interazione con gli oggetti: i suoi neuroni-specchio si attivano anche quando l’azione è semplicemente mimata. Anche se il loro ruolo primario rimane quello di comprendere le azioni altrui, il contesto umano è evidentemente più complesso.
(…) Il Prof. Gallese sottolinea che quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, le stesse cellule che entrano in funzione quando siamo noi stessi a compiere quel gesto. Questa scoperta suscita nuove riflessioni, perché ha messo in luce come la reciprocità che ci lega all’altro sia una nostra condizione naturale, pre-verbale e pre-razionale.
L’animale umano è un animale sociale, che per crescere e vivere ha, per sua natura, bisogno della relazione – da quella fisica a quella comunicativa – con i propri simili. Uno dei meccanismi fondamentali dell’interazione sociale è l’imitazione. Spesso ci capita di imitare certi gesti, ma non abbiamo idea di come sia possibile farlo, di cosa si debba sapere per imitare. Possiamo imitare l’azione altrui, perché il nostro cervello risuona, per dir così, assieme a quello della persona che stiamo osservando. Si tratta di un meccanismo cerebrale fondamentale, perché permette una sorta di comunicazione non linguistica fra i cervelli. C’è di più: se quel che fai tu è simile a quel che faccio (o potrei fare) io, allora io sono in qualche modo tuo simile, e viceversa. La soggettività umana, ma probabilmente anche quella di animali diversi dall’Uomo e dalla Donna, nasce attraverso meccanismi cerebrali di questo tipo.
Detto altrimenti, l’animale umano scopre se stesso – così come sosteneva Merleau-Ponty , come quel certo corpo che è, quella certa soggettività che è, soltanto attraverso la relazione con l’altro. I neuroni specchio riconoscono le intenzioni altrui. Il Bambino, la Bambina, l’adulto nel gruppo vedono se stesso/a nel movimento dell’altro, entra in contatto con lo stato della mente del compagno, della compagna, creano una sensazione di risonanza, di condivisione di flussi di energia: “Ascoltano!”. Quando si provano sensazioni positive o negative possiamo noi adulti condividere questi stati emozionali e contribuire a rendere queste sensazioni consapevoli. Queste esperienze sono difficili ma molto gratificanti.
“(…)In effetti, le esperienze corporee interagite con il mondo circostante sono le basi dello psichismo, dalle rappresentazioni inconsce alle rappresentazioni coscienti”.
Winnicott
Elena Fossati
“Lo Spazio

EMBODIMENT e la II Conferenza EADMT by APID

Seconda puntata

Entriamo nell’analisi dei temi che saranno trattati alla 2^ Conferenza EADMT “Crisi, Creatività e Società:  DanzaMovimentoTerapia Embodiment nei percorsi interdisciplinari”.
Leggiamo tra le tematiche trattate: Embodiment e pratica creativa – professionalità diverse dialogano intorno al concetto di “Embodiment” (specificità di esperienze radicate nel corpo) in campi alleati della clinica e del sociale.
Embodiment: un termine tecnico inglese, ma entrato nella nostra terminologia e spesso non tradotto. Il dizionario online Treccani ben definisce il significato
All’interno del panorama psicologico, psico-corporeo, della danza e del movimento l’”Embodiment” è fondamentale, perché tutto passa dal corpo. La via dell’Embodiment per stare bene nel mondo è anche incarnata nel corpo (concedetemi la frase “la via per stare bene nel mondo”!).
Per noi DanzaMovimentoTerapeuti tutto passa in primis dal corpo e la danza ne è l’evidenza. La danza svolge un ruolo importante nella guarigione e nel miglioramento della salute. L’esperienza corporea, la conoscenza dell’esperienza corporea è un’esperienza olistica, ovvero che coinvolge la persona totalmente mente e corpo.
In Occidente per molto tempo siamo stati condizionati dalla considerazione di suddivisione di noi stessi come corpi e spiriti, corpi e menti, corpi e anime. Gran parte della nostra cultura affermava (forse qualcuno afferma ancora) la nozione di Platone che il nostro vero io è intrappolato in questi corpi. Anche quando si cerca di superare questo dualismo, spesso ricadiamo nel parlare dell’intimo collegamento tra queste polarità, come, per esempio, quando si discute di malattia, oppure se ci viene chiesto dove il nostro vero sé si trovi, se nel nostro corpo o nella nostra mente, molti probabilmente rispondono: nella nostra mente.
La nozione di Embodiment è una nozione completamente e totalmente umana. Questo è l’Embodiment: si è nel corpo, si è “incarnati, incorporati completamente coinvolti con la carne ovvero totalmente” in una società, in una cultura, in una lingua.
L’Embodiment è in un certo senso una confutazione del concetto cartesiano di polarità mente / corpo, è più di questo. Noi non siamo solo incarnati come individui. La nostra cultura, la nostra lingua e la nostra arte ci dicono che è il nostro modo di essere-nel-mondo, significa essere con gli altri. Essere umani comporta esistere, vivere in un mondo che è essenzialmente legato al materiale (non mal interpretate la parola materiale), alla fisica, la cinetica, spaziale, temporale.
Essere umani è essere Embodied!

Da sperimentare con tutto noi stessi in queste giornate di lezioni, dibattiti, dialoghi e workshop su questo tema.
Elena Fossati
“Lo Spazio”

Una conferenza Europea a Milano

Dal 9 all’11 settembre prossimi Milano ospiterà la 2^ Conferenza europea EADMT (Associazione Europea DanzaMovimentoTerapia), un evento per professionisti di diversi settori: sanità, educazione, ambito artistico, danza, formazione, ambito sociale, filosofico, ambito motorio,…

Ritengo che sia un momento per tutti noi di Superfluonecessario per conoscere, entrare in contatto con settori e professioni diverse, attraverso un linguaggio semplice cSchermata 2016-07-06 alle 16.04.19he ci permetta di capire metodi, concetti, che sempre di più entrano nella nostra vita quotidiana, ma che per noi sono spesso incomprensibili.

Nella 2^ Conferenza EADMT “Crisi, Creatività e Società:  DanzaMovimentoTerapia Embodiment nei percorsi interdisciplinari” si parlerà di DanzaMovimentoTerapia, Embodiment e percorsi interdisciplinari.
Cosa significano queste parole, che sempre più incontriamo in articoli, video, alla tv…?

Danzamovimentoterapia: vi ho già descritto e raccontato di me e di questa metodologia di cura, educazione e accompagnamento alla persona.
Link: http://www.superfluonecessario.it/elena-fossati-e-danzamovimentoterapia-oggi-parla-di-se/

http://www.superfluonecessario.it/danzamovimentoterapia-un-approccio-al-movimento-che-guarda-alla-nostra-creativita/
Per tutta la serie di articoli: http://www.superfluonecessario.it/?s=danzamovimentoterapia

Embodiment, interdisciplinarità professionale,…? In queste settimane estive vorrei dare spazio, trattando di questo evento, a argomenti e significati attraverso un linguaggio e descrizioni che arrivino a tutti noi fruitori di queste discipline e metodologie, ma che non siamo addetti ai lavori!

Prima puntata
Leggiamo nel comunicato:

La Conferenza è aperta a tutti i professionisti della cura, dell’educazione e della relazione di aiuto
Durante questo evento saranno presentati relazioni, poster e workshop interessanti a livello internazionale legati a queste tematiche:
• la DMT e le neuroscienze, la biologia e la ricerca in psicologia.

• la DMT e la psicoterapia, tra cui la psicoterapia corporea.

• Embodiment e pratica creativa: professionalità diverse dialogano intorno al concetto di “Embodiment” (specificità di esperienze radicate nel corpo) in campi alleati della clinica e del sociale.

• Il corpo nella formazione e nella educazione: la sanità , la formazione e la scuola.

• Il potere della creatività nell’arte , nell’integrazione culturale, nelle comunità e nei settori sanitari.

• Crisi, creatività e il corpo mente : le nuove sfide.
Il primo evento europeo in Italia che stima la partecipazione di circa 300 professionisti internazionali della cura e della relazione di aiuto in cui saranno presenti tre importanti relatori:
– Prof. Vittorio Gallese: Professore di Fisiologia, Dipartimento di Neuroscienze, Università di Parma, Italia, Adjunct Research Scholar, Dipartimento di Storia dell’Arte e Archeologia, Columbia University, New York, Stati Uniti d’America
– Prof. Romano Madera : Professore di Filosofia Morale e Pratiche Filosofiche , Dipartimento Scienze della Formazione, Università degli Studi di Milano-Bicocca , Italia
– Dr. Marianne Eberhard-Kaechele : Langen Istituto, Danza Movimento Terapeuta, formatore e supervisore Docente e Ricercatore, Università tedesca dello sport, Dipartimento di neurologia e psichiatria psicosomatica, Köln, Germania
Organizzazione: APID CONFERENCE@APID.IT
La lingua ufficiale della conferenza sarà l’inglese, con traduzione.
Per la partecipazione e per ottenere ulteriori informazioni visitate http:// www.apid.it/conference_2016 e http://eadmt.com/index.php? action=article&id=60
EADMT è impegnata in un processo divulgazione della pratica multidisciplinare che utilizza il corpo come strumento creativo espressivo per sostenere la salute e il benessere degli individui, dei gruppi e della comunità in tutta la società. EADMT mira a rafforzare la conoscenza e le competenze di professionisti e ricercatori che mettono in risalto il valore del corpo-mente e della creatività. Questa conferenza mira a integrare e collaborare con i colleghi il cui obiettivo è la ricerca e / o lo sviluppo della nozione di attuazione nella pratica. www.eadmt.com
APID dal 1997 accoglie i professionisti della DanzaMovimentoTerapia in un’Associazione che mira a promuovere la DanzaMovimentoTerapia nei settori clinico, educativo, sociale. 
www.apid.it
Neuroscienze (Neuroni specchio vi dice qualcosa?), Embodiment, Psicoterapia corporea, Relazione Corpo-Mente saranno alcune parole trattate in queste settimane.
Per ora inizio a presentarvi le associazioni che saranno protagoniste di questo evento e che garantiscono la qualita del lavoro e dei professionisti sul territorio italiano e in larga scala europeo!
APID: http://www.apid.it
EADMT: http://www.eadmt.com

A settimana prossima per approfondire il termine Embodiment.

 

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

Una mandorla e un chicco di uva

E’ difficile e complesso essere presenti a ciò che si fa in un mondo ricco di stimoli, di ritmi intensi e veloci, dove spesso si fanno due o tre cose contemporaneamente. Si inserisce il pilota automatico e così mentre si mangia si risponde al telefono e/o si legge una mail. Ma come stiamo così facendo? Cosa assaporiamo? Come viviamo?

Una mandorla e un chicco di uva passa possono farci vivere e comprendere che, pur non essendo semplice essere presenti a ciò che si fa, è possibile e soprattuto ci fa apprezzare e gustare, in questo caso, ciò che facciamo!

Per farci  un’idea di quanto possa essere vivacun’esperienza quando la mente è presente al suo fare in modo intenzionale e senza giudizio vi propongo la pratica dell’uva passa, io ho aggiunto una mandorla (per chi non amasse l’uva, ma vanno bene tutti i cibi) per un assaggio di consapevolezza, così come è descritta da Williams, Teasdale, Segal e Kabat-Zinn nel loro libro “Ritrovare la serenità” (Williams et al., 2010, p. 47-48).

A ogni punto dell’elenco leggerete quale azione e sensazione viene attivata.
1 – Tenere in mano
–Per prima cosa prendete un acino di uva passa, mandorla e tenetelo sul palmo della mano o tra pollice e indice. Concentrandovi su di esso, osservatelo come se non aveste mai visto un cibo  come questo nella vostra vita;
2 – Vedere
–Datevi il tempo di vederlo veramente; osservate l’acino d’uva passa, mandorla  con cura e con piena attenzione. I vostri occhi esplorano ogni parte, esaminando i punti in cui risplende la luce, gli incavi più scuri, le pieghe e le grinze e qualsiasi asimmetria o caratteristica unica.
3 – Toccare
–Rivoltate l’acino d’uva passa, mandorla  tra le dita, esplorandone la consistenza, magari a occhi chiusi, se ciò acuisce il vostro senso del tatto.
4 – Annusare
-Portatelo al naso inalate qualsiasi odore, aroma o fragranza che ne scaturisca, notando se ne frattempo avviene qualcosa di interessante nella vostra bocca e nel vostro stomaco.
5 – Mettere in bocca
–Ora avvicinate lentamente l’acino d’uva passa alle labbra, notando come la mano e il braccio sappiano esattamente come e dove collocarlo. Posatelo delicatamente in bocca, senza masticare, notando innanzitutto come ci è arrivato. Esplorate per qualche momento l’acino d’uva passa, mandarla con la lingua e le sensazioni che suscita in voi.
6 – Assaporare
–Quando siete pronti, preparatevi a masticare l’acino d’uva passa, mandorla  notando come e dove deve collocarsi per la masticazione. Poi, molto consapevolmente, date un morso o due e notate che cosa succede subito dopo, facendo esperienza delle eventuali ondate di gusto che emana mentre continuate a masticarlo. Senza ancora ingoiarlo, notate le semplici sensazioni generate nella vostra bocca dal gusto e dalla consistenza e come esse possano cambiare nel tempo, momento per momento, oltre a prendere nota di eventuali cambiamenti nell’oggetto stesso.
7 – Ingoiare
–Quando vi sentite pronti a ingoiare l’acino d’uva passa, mandorla vedete se prima di tutto riuscite a percepire l’intenzione di ingoiare mentre essa emerge, in modo da sperimentare consciamente anche tale intenzione, prima di procedere.
8 – Seguire le sensazioni
–Infine, vedete se riuscite a sentire ciò che rimane dell’uva passa, mandorla mentre scende nello stomaco e a percepire le sensazioni del corpo nel suo complesso, al termine di questo esercizio di consapevolezza nel mangiare.
Questo è un facile o difficile, semplice o complesso esercizio di presenza e consapevolezza nel compiere alcune azioni che non ci coinvolgono emotivamente, ma che nella pratica ci fanno vivere, esperire cosa significhi fare qualcosa presenti a noi stessi: mangiare del cibo.
Pensiamo, praticando la presenza e la consapevolezza, a ciò che facciamo e che, lentamente, momento per momento, diventeremo consapevoli e presenti alla nostre emozioni e azioni e a ciò ci darà ben-essere.

Noi, ieri,martedì abbiamo degustato con presenza e consapevolezza mandorle e chicchi di uva passa. Aspettiamo anche voi!
Elena
“Lo Spazio”
#FrescoRespiro

A PIEDI NUDI…

“A piedi nudi nel parco” non lo avete mai visto?Forse a causa della vostra età, ma ve lo consiglio anche per la scena della camminata a piedi nudi…

Sembra che questa estate vada di moda camminare a piedi nudi!
una serie di portali, anche il blog di  “Io Donna” del Corriere della Sera, ci raccontano e ci illustrano dove sperimentare la possibilità del camminare a piedi nudi…
Vi ricordate che vi ho parlato molte volte del camminare, di quanto faccia bene alla salute e al ben-essere.

Oggi trattiamo dei piedi nudi e molte lettrici sottolineeranno che per mostrare i piedi nudi occorra avere dei piedi bellissimi e ben tenuti (smalto, trattamenti di un’ottima estetista).

Innanzitutto i piedi hanno bisogno di molte cure, essi sopportano tutti i giorni le nostre scarpe e il nostro peso, poco o tanto che sia.
Vi consiglio di massaggiarli sempre prima di andare a letto e dopo un defaticante pediluvio (nella mia rubrica benessere e salute ho parlato dei piedi).
Simbolicamente i piedi sono le radici. Pensiamo anche nel linguaggio: a piedi della montagna,… nelle culture e nelle tradizioni i piedi hanno assunto ruoli diversi (es. la Cina). Dal punto di vista della nostra evoluzione embrionale il piede si forma tra le ultime parti del corpo e raggiunge la sua forma, nel bambino, verso i 5 anni (ora capite perché i bambini hanno bisogno di camminare scalzi). Le storte alle caviglie, i dolori ai piedi hanno un significato simbolico nel panorama psicosomatico!
Secondo la riflessologia plantare sul piede è rappresentato il nostro corpo e se lo guardate di profilo dall’alluce al tallone rappresenta proprio la nostra colonna vertebrale!

Il piede nudo appoggiato su superfici non rigide, ma che possano ammortizzare la percussione del tallone a terra, è davvero salutare… camminare sul legno, o su un prato, o sulla sabbia facendoci rimbalzare delicatamente sui talloni, crea un massaggio “percussivo” a tutto il corpo, fatelo delicatamente però per salvaguardare la colonna vertebrale!
Se parliamo di energia, il piede nudo appoggiato sulla tipologia di superfici appena citate, ci permette di scaricare tensioni. Quando abbiamo mal di gambe o mal di schiena proviamo a cambiare in casa a piedi nudi.
Fate attenzione a camminare a piedi nudi su superfici calde: spiaggia calda, asfalto (oltretutto l’asfalto è poco indicato in quanto superficie rigida) perché non fa per nulla bene al nostro sistema venoso. Se camminate a piedi nudi nel parco per concludere prestate attenzione agli insetti (punture!). Via libera con attenzione sui sassi, al mare, nell’acqua,… Prestando sempre attenzione ai dolori e poi provvedendo a un suon massaggio con creme o olio. Siate che consapevoli che camminando a piedi nudi sicuramente si creeranno ispessimenti della pelle proprio perché la pelle ci protegge! Quindi non lamentatevi se la pelle dei vostri piedi non sarà più morbida come la pelle di un bambino!

Per concludere pensiamo un po’ con i piedi!

Elena Fossati

“Lo Spazio”

 

CALDO? Sì ma con alcuni trucchi

A tutti piace l’estate, ma a molti dà fastidio e disagio il caldo.
Cosa possiamo fare in modo naturale, per non incorrere nell’uso spropositato dei condizionatori?
Per quanto riguarda il nostro corpo, sudore, calore alla testa,… ci possiamo fare aiutare dagli oli essenziali:
O.e. alla menta: qualche goccia in olio di mandorle, o in un bagno schiuma, o shampoo (in commercio ci sono prodotti di qualità con o.e. di menta). Prestare attenzione agli occhi e alla mucose.
O.e. Lavanda: utile anche per punture insetti. Igienizzante e rinfrescante. Sale, olio essenziale e sapone neutro liquido, per uno scrub rinfrescante…
Pediluvi e docce seguendo il metodo Kenipp: interessante un articolo tratto dal sito della provincia di Bolzano 
Pediluvi con alternanza di acqua fredda e calda, concludendo con acqua fredda.
Docce con alternanza di getti freddi e caldi concludendo con doccia fredda (ricordarsi con il doccino di partire sempre dalla periferia -arti- per poi arrivare al centro -stomaco, cuore-)
Sciacquarsi la testa, quando si lavano i capelli, con un getto finale di acqua fresca.
Crema corpo o olio, a base con o.e. rinfrescanti e tonificanti: menta, lavanda, rosmarino.
E poi:
Bere più acqua perché d’estate si suda di più! Berla lontano dai pasti perché il nostro organismo la possa assorbire più facilmente e non si mescola con il cibo. Inizia appena sveglia/o con un bel bicchiere d’acqua.
Come sempre attenzione a alcolici, bevande gasate… (ma questo lo sapete già)
Frutta e verdura ci aiutano e in questo periodo ne abbiamo molta a disposizione!
Cuciniamo dei piatti, leggeri e magari suddividiamo il pasto, che rimane meno pesante: il frutto magari mangiamolo tra la colazione e il pranzo e tra il pranzo e la cena…
E se vuoi rinfrescarti in modo diverso ti aspetto per un  #FrescoRespiro a “Lo Spazio”

Buon Luglio
Elena Fossati
“Lo Spazio”

UN FRESCO RESPIRO

Quante volte vi avranno detto: respira per motivi diversi:
Respira almeno 10 volte prima di arrabbiarti…
Respira bene…
Respira con il naso…
Respira per calmarti…

Il respiro ci appartiene, è automatico e da i ritmi della vita, il cuore segna il tempo; il respiro da il ritmo.
Portiamo l’attenzione al respiro quando esso cambia: diventa più veloce, o più corto,… ci manca il respiro!

Se respiriamo bene viviamo meglio, perché ci ossigeniamo meglio.
Solitamente si tratta di respiro in inverno, quando raffreddori e influenze non ci fanno respirare bene, oppure se si hanno particolari patologie: allergie, asma,…

Anche d’estate è importante considerare il RESPIRO. il respiro ci fa rinfrescare e allora predisponiamoci per un FRESCO RESPIRO.
Ma come?

Lo yoga ci aiuta con una tecnica di PRANAYAMA, di respirazione, rinfrescante (imparata con il Maestro Maurizio Parola):
Seduti mani sulle ginocchia. Piegate la lingua e appoggiatela sul palato dietro i denti, respirate dalla bocca tenendo i denti chiusi (immaginate di aprire la bocca a denti chiusi per un grande sorriso) poi espirate dal naso chiedendo la bocca e spostando la lingua dal palato. Di nuovo inspiro da bocca,… Sentite che freschezza!

Le tecniche e i metodi di consapevolezza, che partono dal respiro, ci portano a rilassarci e quindi anche a sentire meno caldo e a percepire un respiro più fresco.
Proviamo:
Mettiti seduto/a comodo/a schiena diretta, piedi appoggiati a terra. Oppure sdraiati.
Metti le mani sul tuo ombelico e porta l’attenzione al tuo respiro che solleva il tuo ombelico e le tue mani… Fai tre/quattro respiri lenti e profondi sempre tenendo l’attenzione al tuo ombelico e poi prosegui respirando normalmente, ma mantenendo l’attenzione alle mani sull’ombelico… Per oggi va bene così, sei stato fermo/a per 1 minuto… Vuoi continuare per un FRESCO RESPIRO? Ti aspetto!

Elena
“Lo Spazio”
#FrescoRespiro