#Milluminodimeno
“Quest’anno Caterpillar e Radio2 dedicano M’illumino di Meno alla bellezza del camminare e dell’andare a piedi.
Perché sotto i nostri piedi c’è la Terra e per salvarla bisogna cambiare passo.
L’invito per il 23 febbraio 2018 è spegnere le luci e andare a piedi: una marcia, una processione, una ciaspolata, una staffetta, una maratona o una mezza maratona, un ballo in piazza o un pezzo di strada dietro alla banda musicale del paese”.
http://www.raiplayradio.it/articoli/2017/11/Millumino-di-Meno-5f36dba8-24f8-4480-9235-080b2db021de.html
“Lo Spazio” aderisce con una MEDITAZIONE CAMMINATA nel Giardino de “Lo Spazio” oppure al suo interno in caso di pioggia!
Qui trovi anche noi!
http://www.raiplayradio.it/articoli/2018/01/adesioni-e635a802-eda4-44e2-b6b0-85165c721758.html
https://www.lospazio.org/lospazio.org/Le_attivita/Voci/2018/1/29_Giornata_Nazionale_del_Risparmio_Energetico_e_degli_Stili_di_Vita_Sostenibili.html
La meditazione camminata è una pratica comune a diverse tradizioni e culture: il movimento, la camminata e il dare spazio alla spiritualità, fin dall’antichità, rispondono a un bisogno di pace e benessere mentale e spirituale, ancora oggi molto sentito nella frenetica vita quotidiana.
Camminare è un esercizio per il corpo, per la mente, per la nostra sfera spirituale-emotiva!
Camminare è un ottimo esercizio aerobico: si mettono in moto un gran numero di muscoli (meglio della corsa).
Camminare è innanzitutto un’azione quotidiana che compiamo in modo spesso automatico e meno spontaneo.
Siamo consapevoli dei nostri passi? Per andare al lavoro, a scuola, quando facciamo dei mestieri in casa, quando usciamo con i nostri bambini …?
Le persone che usano la camminata come attività per il benessere e lo sport, per esempio i gruppi di cammino, chi fa nordic walking, chi cammina in montagna,…. hanno una maggiore consapevolezza del proprio corpo, del proprio respiro, dello spazio attorno a sè. Queste attività rilassano queste persone, danno loro energia positiva.
La Meditazione Camminata appartiene però a pratiche che vanno oltre a quanto scritto finora.
Le pratiche di meditazione camminata più conosciute sono quelle che derivano dalla tradizione zen, ma ci sono molte altre culture che hanno collegato il camminare alla spiritualità:
gli sciamani toltechi del Messico con le “camminate dell’attenzione”
i pellegrinaggi medievali che conducevano i fedeli, a piedi, a Roma, a Santiago …, cammini che anche oggi sono scelti per una ricerca interiore, religiosa, spirituale.
“Si narra che quando venne chiesto al Buddha in che cosa consistesse il suo insegnamento, rispose: sediamo, camminiamo, mangiamo. Di fronte all’obiezione che tutti lo fanno, la risposta fu: quando noi mangiamo, sappiamo di mangiare. Quando sediamo, sappiamo di sedere. E quando camminiamo, sappiamo di camminare. Il Buddha definì quindi il camminare consapevole – e così sedere, mangiare, e via dicendo – come l’essenza del suo insegnamento.” (Volker Winkler, Meditazione Camminata, ed. Il punto d’incontro)
Thich Nhat Hanh, monaco e maestro zen vietnamita (chi ha frequentato #Frescorespiro e chi si occupa mindfulness ne ha sentito parlare) afferma:
“Meditazione camminata significa gustare la camminata, camminare non per arrivare, ma semplicemente per camminare. Lo scopo è radicarsi nel presente e, consapevoli di respirare e di camminare, gustare ogni passo. Perciò dobbiamo scrollarci di dosso ansie e preoccupazioni, non pensare al futuro, non pensare al passato, ma solo gustare l’attimo presente. Possiamo farlo tenendo per mano un bambino. Camminiamo un passo dopo l’altro, come se fossimo le persone più felici del mondo. Noi camminiamo continuamente, ma di solito lo facciamo correndo, e in questo modo lasciamo sulla Terra impronte di ansie e di dolore. Quando camminiamo, dovremmo farlo in modo da lasciare solo impronte di pace e di serenità. Tutti possiamo farlo, a patto di volerlo davvero.” (Thich Nhat Hanh, La pace è ogni passo. Ubaldini Editore)
La Meditazione Camminata può essere una soluzione per chi vuole avvicinarsi alla meditazione, ma non può o non riesce a stare seduto/a
Cosa potremo sperimentare:
Una meditazione camminata della tradizione Vipassana (tradizione del buddismo theravada): si percorrono pochi metri, avanti e indietro, ripetutamente, mentre la mente prende consapevolezza dei piedi, delle gambe, di ogni movimento e della sensazione che arriva dal contatto dei piedi col suolo. Si rimane concentrati sul presente, sul qui e ora, e si osserva ogni percezione e sensazione.
Una meditazione camminata tratta dalla meditazione zen: Kinhin
Nel buddismo zen giapponese la meditazione camminata si chiama kinhin e tradizionalmente viene eseguita nell’intervallo tra una sessione e l’altra di meditazione seduta zazen. I praticanti camminano in cerchio, in senso orario, all’interno della sala di meditazione.
Si cammina con la schiena ben diritta, ma non rigida, il peso ben distribuito su entrambi i piedi. Si inizia con il piede destro e ogni passo è sincronizzato con il respiro; lo sguardo è abbassato al pavimento e le mani formano il mudra shasu: il pollice della mano sinistra è ripiegato sul palmo e stretto dalle altre dita, la mano sinistra si poggia sulla pancia all’altezza dell’ombelico e la mano destra la copre, con il pollice destro poggiato sullo spazio formato tra il pollice e l’indice sinistro.
La meditazione camminata di Thich Nhat Hanh, accessibile a tutti!
• cammina lentamente, con calma e nel modo che ti è più comodo;
• presta attenzione a ogni movimento, a ogni passo e resta concentrato nel momento presente;
• sii gentile con la terra, “accarezzala” e non colpirla con passi pesanti;
• puoi meditare camminando anche al chiuso, naturalmente, ma prova uscire all’aperto: senti l’aria che ti circonda; ma puoi osservare tutto quanto c’è di bello intorno a te anche per le strade della in città;
• non pensare al punto di arrivo della tua passeggiata: ciò che conta è il percorso;
• respira consapevolmente e in sincrono con il passo;
• mentalmente, ripeti una formula (“sono arrivato/sono a casa”, “sono nel qui/sono nell’ora”, “sono saldo/sono libero”) sincronizzandola con ogni inspiro ed espiro, per esempio:
“possiamo aggiungere le parole: “Inspiro, espiro-In, Out”. “In” ci aiuta a identificare l’inspirazione. Chiamare una cosa con il suo nome la rende più vera, è come dire il nome di un amico.”.
Vi aspetto!
Elena Fossati
“Lo Spazio”