Oggi 1 novembre Ognissanti!
Ieri sera adulti e bambini si sono ritrovati vestiti da streghe e fantasmi, o magari da zombi per la Vigilia di Ognissanti (Halloween) … perché l’esportazione negli USA dell’antica festa celtica di Samhain ha fatto perdere il carattere e l’essenza vera e propria di questa festività, ma sta di fatto che in America ed in Europa la notte di Halloween viene rivisitata come la “notte delle streghe e dei fantasmi”!
Attenzione, dunque, agli incontri notturni con mostri e folletti.
Qualche anno fa scrivevo:
http://www.superfluonecessario.it/da-dove-derivano-la-parola-e-la-festa-in-costume-di-halloween-e-samhain/
Il leader della notte appena trascorsa è sicuramente Jack O’Lantern, uno spiritello burlone che da due millenni, di notte, appare sulla Terra illuminandosi la strada con una candela ricevuta in dono dal diavolo. Affinché la candela non si spenga, Jack la nasconde dentro una zucca vuota. Quella stessa zucca che, con il passare del tempo, è divenuta il simbolo di Halloween in tutto il mondo.
Ma anche nel nord Italia fino alla fine degli anni ’50 si usava mettere lumini in zucche svuotate, raccontare storie di fantasmi ed accendere falò al di fuori di qualsiasi celebrazione cattolica.
Ma da dove deriva la leggenda di Jack O’Lantern? Jack O’Lantern (conosciuto anche come Lantern Man, Hob’ O Lantern, Fox Fire, Corpse Candle, Will O’ The Wisp, o semplicemente Will) nasce da una leggenda irlandese che parla di un imbranato (“Ne’er-do-well” = Non ne combino una giusta) chiamato Stingy Jack. Quest’uomo, noto giocatore d’azzardo e bevitore, durante una notte di Halloween invita il Diavolo a bere con lui nella sua casa. Dopo la bevuta escono nella notte e Jack, sempre in cerca di scommesse, sfida il diavolo affermando che non sarebbe riuscito ad arrampicarsi su un albero. Il Diavolo, sorridendo, salì sull’albero con facilità, e Jack incise una croce sulla corteccia. A questo punto il Demonio era in trappola a causa del simbolo sacro, e Jack gli propose un patto: il Diavolo, se voleva poter tornare a terra, doveva promettere di non tentarlo più: solo allora avrebbe tolto la croce dall’albero. Il Diavolo accettò.
Quando, anni dopo, Jack morì le porte del Paradiso gli furono negate a cause dei suoi vizi. Jack si diresse allora verso l’inferno, ma il Diavolo gli impedì l’accesso per vendicarsi del tiro mancino che gli aveva giocato, ma gli diede un tizzone ardente per illuminare il suo cammino nell’oscurità. Jack mise il tizzone in una rapa (o cipolla) svuotata per farlo durare più a lungo, e prese a vagare nell’oscurità.
Ogni notte di Halloween, quando le porte dell’Oltretomba si aprono, Jack torna a passeggiare in questo mondo con la sua brace ardente.
Quando agli inizi del secolo ci fu la carestia delle patate in Irlanda, molti Irlandesi immigrarono in America, e portarono con loro le loro antiche tradizioni che risalivano ai tempi dei Celti. In America trovarono le zucche che si adattavano meglio ad essere intagliate rispetto alle cipolle. Da quel momento è nata la tradizionale Zucca di Halloween o appunto Jack O’ Lantern.
Se questa ricorrenza è entrata nella nostra cultura assorbendo gli usi e i costumi del mondo anglosassone, in realtà traspaiono antichi ricordi di tradizioni mai del tutto scomparse e ancora insite nel folklore popolare che contraddistingue la nostra nazione (mi raccontava un mio amico sabato, che in Valtellina in questo periodo c’era l’usanza di bruciare la strega, bruciando così le stoppie e tutto ciò che c’è da bruciare a conclusione dell’anno agricolo!).
Arriviamo a riscoprire un culto molto antico, il culto della Dea Madre, regina di questa mistica notte ove ancora oggi il velo della reminescenza è così leggero da permetterci di guardarci attraverso.
Secondo il Dizionario McBeain di Lingua Gaelica Samhain (pronunciato “sow-in”), forse la più importante tra le festività celtiche, deriverebbe da “samhuinn” e significherebbe “summer’s End”, la fine dell’estate e l’inizio della stagione invernale. In realtà i festeggiamenti non duravano una sola giornata ma iniziavano una settimana prima e si concludevano una settimana dopo, così è molto più probabile che il giorno più importante dei festeggiamenti non fosse il primo del mese di Novembre, bensì l’11, data coincidente con quella che oggi viene definita estate di San Martino.
Successivamente, nei paesi di origine anglosassone, Samhain fu trasformata in All Hallow’s Eve, ove “Eve” sta per “vigilia” o ancora Halloween.
Questa data coincideva con l’inizio dell’anno celtico, il momento in cui la natura inizia il suo riposo e il primitivo, spaurito dalla morte della propria “mater”, già preparava la sua rinascita. Da qui il collegamento di Samhain come festa dei morti, ma in realtà essa non è una festività legata ai defunti, esattamente il contrario, è legata alla vita, alla grande dea che muore per poter rinascere.
Il concetto di morte e resurrezione ha così da sempre permeato le credenze e i miti degli uomini, nel mondo greco ad esempio essa è ben descritta dalla storia di Demetra e Persefone: la leggenda narra che un giorno la bella Presefone, figlia di Demetra, mentre raccoglieva dei fiori con delle amiche, si allontanò nel bosco e così Ade, la divinità dell’oltretomba, da tempo perdutamente innamorato della fanciulla, decise di rapirla con il beneplacito di Zeus. La Dea Madre accortasi della scomparsa della figlia iniziò a cercarla ma, vedendo vani i suoi tentativi, decise che fin quando non le sarebbe stata restituita la terra non avrebbe prodotto più i suoi frutti. Zeus ordinò così ad Ade di lasciar libera la fanciulla ma il dio, con un sotterfugio, costrinse la stessa a ritornare ogni sei mesi nel suo regno. Demetra allora infuriata decise che nel periodo in cui Persefone fosse stata nel regno dei morti, sul mondo sarebbe calato l’inverno e la terra non avrebbe prodotto i suoi magnifici frutti, una metaforica morte in attesa del risveglio.
E’ in questa ottica che la festa di Halloween assume un nuovo significato, esso diventa il giorno in cui il velo che separa il mondo dei vivi da quello del soprannaturale si fa molto sottile, tanto da poter facilmente trapassarlo, nasce così l’idea che le anime dei morti proprio in questo giorno riescono più facilmente a raggiungere e far visita ai loro cari ancora in vita.
Da questa credenza nasce l’usanza di lasciare frutti o latte sugli usci delle porte, in modo che gli spiriti, durante le loro visite potessero ristorarsi o ancora accendere torce e fiaccole per segnalare il cammino e agevolare loro il ritorno.
Con l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa cercò anno dopo anno di riunificare, sovrapporre le festività che erano radicate nella popolazione con riti e feste. Nel corso dei secoli queste festività sono poi state travisate, anche se in molte tradizioni permangono dei ricordi. Storicamente esiste una fase, documentata da un ampio numero di prove tutt’ora tangibili, in cui il Cristianesimo iniziò a sovrapporsi al Celtismo, pian piano andando a sostituirlo. Tale pacifica sovrapposizione/sostituzione si nota soprattutto in Irlanda (oggi forse il paese più cattolico d’Europa), dove probabilmente l’intera “intelligentia” celtica venne velocemente “riconvertita” al cristianesimo, al punto che fu proprio dall’Irlanda che partì la più potente azione missionaria con quel San Colombano che – a cavallo fra il VI e VII secolo d.C. – fondò in tutta Europa numerosissime abbazie.
Qualsiasi cammino, percorso di vita noi stiamo percorrendo, credo che queste festività con caratteristiche diverse e anche provocatorie, ci facciano mettere a confronto con un momento dell’anno che è quello di chiusura/della conclusione di un periodo (agricolo, stagionale,…), di attenzione verso il buio, un momento di introspezione,… e allora il fuoco per riscaldare gli animi e per ricordarci che il calore solare si è ridotto, ma che tornerà a risplendere.
Moltissime sono le tradizioni, tante le credenze e le superstizioni, di fondo però una idea comune, nelle fiammelle delle candele e delle lanterne di zucca, il sorriso di una dea che da sempre, anche se nascosta, segue gli uomini nel loro cammino.
Per la realizzazione dell’articolo ho preso spunto da:
“LE NOTTI DI SAMHAIN
Un Viaggio nelle Tradizioni Popolari alla ricerca di antichi Culti Pagani”
di Andrea Romanazzi
Siamo proprio entrati in autunno!
Buon Novembre
Elena Fossati
“Lo Spazio”