A come Artrosi. Online si trova di tutto … È un disturbo cronico delle articolazioni che dolgono e possono essere gonfie, ma senza calore e rossore (se c’è calore e rossore significa che siamo in fase acuta e dobbiamo agire diversamente). E allora come la Medicina non Convenzionale, le terapie non convenzionali possono aiutare in caso di Artrosi?!? Leggi in Benessere&Salute
La Giubia, Giubiana, i giorni della merla
Una tradizione molto antica, che si tiene nelle piazze di diverse località della Lombardia negli ultimi giorni di gennaio. In questo modo il contadino di un tempo voleva propiziare la fine dell’inverno. Le feste invernali hanno qualcosa di affascinante, qualcosa che le lega ad un passato remoto di cui spesso abbiamo perso le tracce, ma che sentiamo essere parte integrante della tradizione, qualcosa di inscritto nel nostro Dna. Ancora oggi, nella nostra civiltà iper- razionale, si celebrano feste che lasciano intravedere un legame con un universo fatto di esperienze strettamente legate ai rituali agricoli. Rituali che sono così radicati nella nostra tradizione, forse a livello inconscio, da essere celebrate malgrado l’irrigidirsi della sensibilità per la tradizione che pare governare il nostro tempo.
Il periodo invernale, in particolare, è infatti contrassegnato da alcune celebrazioni che coincidono con il calendario astronomico, vale a dire con le tradizioni solstiziali di antica memoria. Tra queste feste merita un posto del tutto particolare l’antico rito della Giubiana, che caratterizza il folklore di alcune località della Lombardia e si svolge negli ultimi giorni di gennaio.
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Il falò della Giubiana
Una antica tradizione che prevede un corteo festante che porta un grande fantoccio, chiamato appunto Giubiana (con tutte le variazioni fonetiche e dialettali), destinato ad essere bruciato sulla pubblica piazza.
Sull’origine del nome di questa festa ci sono alcune perplessità. Per alcuni deriverebbe dal dialetto piemontese Giobbia, che significa giovedì; per altri sarebbero da ricercare delle influenze legate al nome di Giove: ma anche in questo caso l’interpretazione sembra un po’ tirata per i capelli.
Più concretamente, la Giubiana può essere posta sulla scia delle altre figure arse o cacciate alla Candelora, e che identificano l’inverno e la cattiva stagione, contro ai quale i contadino inscenava una sorta di rito apotropaico, destinato a terminare con l’allontanamento simbolico del freddo e l’invito alla bella stagione (non dimentichiamo che Carnevale è alle porte) di fare il suo ingresso, o quanto meno cominciare a donare i primi raggi di un sole un po’ più caldo. Ogni rappresentazione è destinata a finire a tavola, a cui fanno corona balli, musica e desiderio di far festa, con il tradizonale risotto con la salsiccia (altra leggenda… per scacciare la strega che mangiava i bambini…). Durante il rogo, in particolare, le fiamme sono accompagnate da schiamazzi e suoni.
Se proviamo a curiosare tra le suggestioni del folklore, scopriamo una credenza particolarmente curiosa che lega quel simulacro arso nelle pubbliche piazze ad una figura densa di immagini leggendarie: la strega.
E così, in parte nella tradizione popolare la Giubiana ha assunto i toni della strega vera e propria, ed è spesso descritta nelle leggenda come una vecchia cattiva, malefica che mangia i bambini o li rapisce, gioca a carte con i morti. Tra le sue prerogative, avrebbe una gamba rossa…
La Giubiana resta comunque una figura tipica del folklore lombardo, impersonante la brutta stagione, oppure la strega, o semplicemente qualcosa che si cerca di allontanare trasformandolo in un simbolo che perdendosi nel fuoco muta la leggenda in tradizione. Una tradizione destinata a mantenere saldo il proprio legame con un passato lontano, lontano.
Un passato che la cultura moderna ha spesso un po’ lasciato da parte: va però osservato che rappresenta un importante contributo per non perdere di vista la solidità di una tradizione spesso molto antica, in cui anche un rito semplice e in fondo privo di grandi contenuti, come la Giubiana, costituisce una traccia importante per non perdere di vista le tradizioni locali.
Si tratta di un patrimonio culturale che non è mai stato totalmente spento: lo ritroviamo nei segni più piccoli di un mondo contadino che non ha voluto rinunciare alle proprie radici e che ogni anno rimette in scena un rito senza tempo.
Piedi, Passi per Camminare…
Ogni volta che portiamo l’attenzione ai nostri piedi che poggiano sulla terra, sul pavimento,…noi diventiamo consapevoli e presenti a ciò che stiamo facendo: camminare. Entriamo in una sorta di presenza, meditazione camminata….
Ogni volta che camminiamo per mano, nel cerchio con la musica… Regaliamo ai nostri piedi e a noi stesse una meditazione danzata, in movimento….
Piedi, passi per camminare… Il coinvolgimento di tutti i muscoli, la coordinazione, il ritmo, il respiro….
Sabato con …. Te per muovere i tuoi piedi, per creare passi, camminare e danzare in cerchio l’inverno…. Per la Luna della Loba… Negli ultimi giorni di inverno…. I giorni della Merla…. Quando la Giubia …. To be continued!
CAMMINARE
Domenica era una bella giornata e sono uscita a camminare e ho fatto anche la “Camminata pazza” (vi ricordate l’articolo di agosto clicca qui!).
Ma perché camminare?
Camminare fa bene lo dicono tutti gli specialisti.
Camminare ci collega alla Terra, lo dicono tutti i terapisti e medici che sostengono il rapporto energetico tra noi e il Cosmo.
Camminare ci fa scaricare energie stagnanti, tensioni, e ci ricarica e rilassa….
Camminare a piedi scalzi ancora di più…. Cosa fare per i nostri piedi e per noi stesse?
Continua in Benessere&Salute!
UN BAGNO … SONORO con le campane tibetane
Convinta che Movimento, Suono e Vibrazione facciano parte di noi a partire dalla danza e vibrazione delle nostre cellule, arrivando alla sonorità dell’universo, ho progettato un percorso di suoni e vibrazioni per generare benessere a partire dalla curiosità e dalla nostra corporeità, con Giuseppe Marino, che da anni cura e riequilibra attraverso il bagno armonico con le campane tibetane. Continua a leggere in Benessere&Salute per scoprire come fare un BAGNO SONORO con le campane tibetane!
Benessere e Natura
Se la Natura è Benssere come ci anticipava il titolo nell’introduzione, come possiamo riconnetterci alla Natura per ritrovare il nostro Benessere?
Iniziamo ad aprire gli occhi per ammirare, cerchiamo di essere presenti ai profumi, ai suoni.
Iniziamo a respirare: il respiro collega il fuori con il dentro, l’interno con l’esterno. Respirando siamo in contatto con il mondo: inspiriamo ossigeno rilasciato dalle piante e noi rilasciano espirando anidride carbonica assorbita dalle piante.
E allora provate a respirare gonfiando il vostro addome; e espirate…
Provate a inspirare facendo risalire il respiro anche fino al torace e poi fate una lunga espirazione.
Cone vi sentite? Presenti, connessi con il mondo che ci circonda … Ecco ogni tanto nella giornata ritorniamo ad ascoltare il nostro respiro che ci riconnette alla natura.
A settimana prossima per proseguire questa riconnesso e tra noi e la natura che ci circonda.
Natura è Benessere
La natura ci ricorda che non siamo solo un IO, ma che siamo parte di qualcosa di più ampio. Chi di voi non ha guardato il cielo stellato dei giorni scorsi? O le magnifiche albe e i tramonti? Quando siamo tristi m stanchi la natura ci ridà la carica. Una delle cause principali dei problemi di stress e salute attuali è proprio il sentirsi “disconnessi” dalla Natura.
Cosa fare? …. Prosegui leggendo l’articolo in Benessere&Salute
UNA VISUALIZZAZIONE CREATIVA PER PORTARCI NEL MONDO DEI SOGNI…
Molto spesso dobbiamo fare i conti con l’insonnia. È uno dei malesseri più diffusi: quando le ore della notte scorrono senza portarci il riposo,gli eventi della giornata ritronano in modo ossessivo alla nostra mente. Poi, bene o male ci si assopisce.
Dopo un sonno ristoratore, fosse anche soltanto un sonnellino pomeridiano, riprendiamo le nostre attività con la mente più serena, con un nuovo carico di energia che ci facilita il lavoro, qualunque esso sia. Durante il sonno, non è soltanto il corpo che si ricarica, ma anche lo spirito raggiunge una sua dimensione di benessere.
Per aiutare corpo e mente a scivolare nel sonno c’è un sistema molto più valido delle pecore da contare…
In uno spazio speciale fatto di fantasia, immagini, faremo alcuni viaggi con la mente, andremo alla ricerca di luoghi bellissimi, cammineremo per boschi e spiagge.
Per poterci ben addormentare è importante questo tipo di visualizzazione essere a letto.
-Visualizzazione tratta da “Meditare è facile”, Giuditta Dembech, edizioni L’Ariete-.
* Mettetevi comodi, il corpo diritto, le braccia ben distese, la testa sul cuscino che usate di solito per dormire. Dovrete già essere pronti in tutto e per tutto per il sonno, luce spenta, nient’altro da fare se non addormentarsi.
* Con gli occhi chiusi, fate alcuni respiri molto lenti e profondi, tre o quattro, non di più. Dopo di questi, non occupatevi più della respirazione, verrà da sé come il corpo riterrà necessario.
* Cominciate a rilassare tutta la muscolatura, partite dalla punta dei piedi, controllateli, se sentite muscoli irrigiditi rilasciateli. Dovrete sentirvi come se foste caduti dall’alto e abbandonati così sul materasso. Controllate le gambe, rilassatele, altrettanto fate per il bacino, il torace, le spalle, la testa, le braccia. Esaminatevi lentamente e lasciatevi andare, come se doveste sprofondare all’interno del materasso che vi sostiene. Lasciatevi andare come se foste una marionetta a cui hanno tagliato i fili, sentitevi come se il vostro corpo fosse di piombo, inerte, abbandonato al suo stesso peso.
* Quando vi sentirete abbastanza rilassati, visualizzate un paesaggio che conoscete e vi piace oppure inventatene uno. È un luogo che vi piace, in cui state bene e seduti nel “solito posto”, osservatene i dettagli, riconosceteli uno ad uno. Non abbiate nessuna fretta, non c’è nessuno scopo da raggiungere, avete tutto il tempo che volete per guardarvi attorno. Osservate il cielo, le nuvole, le creature, se ci sono, se così vi piace. Osservate i colori e sentite gli odori,…
* Poi guardate verso l’alto attorno a voi. Nel cielo, c’è una bolla, che sembra una bolla di sapone che ondeggia. È una bolla iridescente, luminosa. Osservatela arrivare. Scende dolcemente galleggiando nell’aria. Osservatene il movimento aggraziato. Ricordate sempre che non avete alcuna fretta, che potete soffermarvi ad osservare tutto ciò che vi pare, avete tutta la notte a disposizione …
* La bolla scende verso il luogo in cui siete seduti, è molto grande, bellissima, è quella super bolla che tutti abbiamo cercato di fare da bambini e che non ci è mai riuscita. Rispecchia tutti i colori dell’iride.
* La bolla vi avvolge, vi trovate al suo interno. Pur essendo trasparente è liscia ed infrangibile. È sottile ed indistruttibile. Solida sotto alle vostre mani, è gradevole al tatto. Vi mantiene in una situazione ideale di temperatura, in una sorta di primavera perenne. Al suo interno si respira l’aria pura del cielo da cui è discesa, respirate l’ossigeno delle alte quote.
La prima volta che eseguite l’esercizio dovrete prendere dimestichezza con il suo interno, con la situazione nuova di essere incapsulati in questo amnios trasparente, sereno e rassicurante. In seguito vi sarà sufficiente richiamare a voi la bolla per vederla arrivare dall’alto, pronta a trasportarvi dovunque.
* Sistematevi bene nel suo interno, state seduti o in piedi, come meglio credete, state anche sdraiati, sulla schiena o puntellati sui gomiti per guardare fuori, non ha importanza, purché vi troviate a vostro agio.
* Quando siete ben comodi, la vostra astronave trasparente si alza. È una sensazione gradevolissima. Si alza dondolando così com’è arrivata, il vostro peso non ha alcuna importanza poiché la bolla proviene da un’altra dimensione, non è di sapone, è di sostanza eterica, nessuno la può sciogliere se non la vostra volontà.
* Giunti abbastanza in alto, la bolla ora si muove in senso orizzontale, viaggia come un elicottero silenzioso, ovunque la vostra mente la voglia portare. Non ci sono limiti di nessun tipo. .
Volete sorvolare l’oceano, oppure le isole della Polinesia? Preferite le dune del deserto o le foreste vergini? Preferite dondolarvi fra cumuli di nuvole soffici come panna montata o volare in mezzo ad uno stormo di gabbiani? Potete andare dove più vi piace, la bolla vi porterà ovunque. Dalle sue pareti trasparenti potrete osservare nei minimi dettagli qualunque tipo di paesaggio, come in quei
bellissimi documentari sulla natura che ogni tanto proiettano in tv.
* Potete creare con la vostra mente le situazioni che più vi affascinano, sorvolarle con dolcezza, dondolando dentro al vostro involucro protettivo. Nessuna onda negativa potrà raggiungervi, nessun tipo di incidente o di incontro sgradevole, nessun rumore molesto, soltanto la quiete, la bellezza e la serenità del vostro volo. A questo punto, potete lasciare la posizione che avevate assunto all’inizio, giratevi sul fianco che preferite, e continuate a viaggiare sorvolando i luoghi che la vostra fantasia sta creando. Passerete dal volo simulato al sonno, da qui al sogno e forse, al viaggio astrale …
VISUALIZZAZIONE CREATIVA – IMMAGINAZIONE CREATIVA … PER UN DOLCE DORMIRE.
Salutiamo le feste, le ore piccole, o le dormite senza la sveglia che suona …
Tornare al lavoro, a scuola,… può innervosirci o agitarci un po’ e creare problemi di insonnia.
Prima di arrivare ad assumere rimedi o farmaci perché non provare con la visualizzazione creativa?
La visualizzazione creativa è una tecnica che consiste nell’immaginare (visualizzare) delle cose o delle situazioni nella propria mente per obiettivi diversi.
Carl Gustav Jung (psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero. La sua tecnica e teoria, di derivazione psicoanalitica, è chiamata “psicologia analitica” o “psicologia del profondo”) introduce, nel novecento, il metodo dell’immaginazione attiva nel suo lavoro analitico con i suoi pazienti.
Il lavoro con l’immaginazione e la visualizzazione, si può ritrovare all’interno di diverse culture sin dall’antichità, in Oriente come in Occidente, applicate anche come forma di meditazione, finalizzate alla cura del corpo e dell’anima, all’equilibrio della persona, o come ponte di comunicazione con altre dimensioni (esoteriche).
Si tratta tendenzialmente di visualizzazioni guidate che presentano dei contenuti specifici prestabiliti, che possono essere simboli o colori, immagini naturali,… Le visualizzazioni, o profondi stati di meditazione, possono essere finalizzati da parte del terapeuta/conduttore/guaritore alla ricerca dell’origine dei disagi di diversa natura.
Quasi parallelamente a Jung, l’italiano Roberto Assagioli (psichiatra e teosofo italiano, fondatore della Psicosintesi, una delle menti più eclettiche e libere della psicologia italiana) ha contribuito a rendere l’immaginazione un metodo di analisi e trasformazione, sviluppando diverse possibilità di applicazione.
“Bisogna <<spegnere>> la nostra disturbante coscienza e ascoltare quietamente
dentro e guardare le immagini che appaiono al nostro occhio interno o prestare
attenzione alle parole che i muscoli del nostro apparato verbale stanno cercando di
formare (…)” (C.G.Jung, Letters, Vol. I, Routledge & Kegan LTD, 1973).
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