Consapevolezza e Ben-Essere in Movimento

“Fermarci e ascoltare la dinamicità del proprio corpo, per ottenere una consapevolezza maggiore del proprio stato di salute e prevenire problematiche tipiche causate da incorretti stili di vita!”.

Simone Barlassina, Massoterapista “Lo Spazio”

Questi sono giorni in cui non possiamo accedere a palestre, piscine, centri per il benessere. Anche il Massoterapista Simone che da anni collabora con me a “Lo Spazio”  non può condurre il suo gruppo. 

Penso sia interessante osservarci e riflettere su quanto abbiamo portato con noi in tutti questi mesi e anni che ci siamo dedicati al nostro ben-essere: cosa ho imparato, quali consapevolezze ho acquisito?

Come terapisti il nostro obiettivo non è solo fare stare bene le persone nell’ora di corso, di terapia, durante l’attività (questo anche certamente), il nostro scopo è però farti/farvi stare bene quando uscite dall’attività, dalla terapia. Potrà succedere che proprio perché starete bene, ci saluterete e andrete a sperimentare altro e noi (sembra strano) saremo felici con voi, perché avremo fatto il nostro lavoro! 

L’esperienza

Le nostre attività si basano sull’esperienza proprio perché, attraverso una serie di esperienze impariamo ad ascoltare il nostro corpo acquisendo una consapevolezza ed una conoscenza basilare delle strutture e funzioni del corpo una consapevolezza di ciò che accade all’interno del corpo.

E tu sei consapevole del tuo corpo? 

L’esperienza ci fa essere consapevoli che tutto cambia, che tutto è in movimento (nel Buddhismo: che tutto è impermanente). Tutto scorre. Tutto si muove. Dove c’è vita c’è movimento, c’è azione, c’è energia.

Mi piace sempre riprendere le parole di Aristotele: 

“La vita è movimento, il movimento è vita”.

 Ἀριστοτέλης, Aristotélēs -Stagira 384 o 383 A.C. – Calcide 322 A.C.

Il movimento

L’apparente inerzia della materia, a livello atomico, è un vorticoso movimento di energia.

In natura vi è un continuo movimento, continue metamorfosi e un perenne rinnovarsi di tutte le cose: pensiamo al mare, alle stagioni, ai ritmi biologici.
Se lo riflettiamo nella nostra vita, quanto più dinamismo viviamo, quanto più movimento vi introduciamo, tanto più ci sentiamo energici e vitali; ciò accade non solo relativamente al movimento fisico o ad un continuo stato di agitazione cinetica, ma anche nel mutamento delle sensazioni, nell’alternanza di sentimenti opposti , nei pensieri che vanno e vengono, in tutti i movimenti interni ed esterni.

Perché è proprio così: quando facciamo un passo non siamo più nello stesso posto di prima.
Il senso più profondo del movimento è dunque l’atto del cambiare.
Perché a volte perdiamo la fluidità spontanea del cambiamento?
Perché talvolta tendiamo a cristallizzarci nei comportamenti come negli atteggiamenti?

L’inerzia

L’inerzia, che in fisica è la tendenza della materia a non modificare il suo stato di quiete o di moto uniforme, forse è la radice più profonda della difficoltà di cambiare. Inerzia non è soltanto immobilismo, è anche il ripetitivo, meccanico movimento nel quale la nostra energia si addormenta in una routine inutile e a volte non più funzionale.
L’inerzia risponde anche ad una tendenza al risparmio: l’azione o la reazione, più volte sperimentata, evita lo sforzo di cercare qualcosa di diverso, che ci metterebbe di fronte a situazioni nuove che dovremmo imparare a gestire con impegno e presenza (la nostra zona comfort).
La ripetitività può quindi risultare anche comoda per la routine di tutti i giorni, dando un ritmo alla nostra esistenza che può così procedere automaticamente

È bene comunque sottolineare che l’inerzia, peraltro, è una qualità essenziale e necessaria in quanto rappresenta la staticità che consente il mantenimento della forma di qualsiasi cosa.

L’energia

In natura convivono armonicamente questi due opposti principi: quello del movimento, della trasformazione continua di energia e quello dell’inerzia.

E noi esseri umani ci troviamo a confrontarci con queste due forze: a volte siamo energia in movimento, a volte stiamo apparentemente fermi.

Un’energia non materiale!

Come c’è nella natura, c’è anche in noi, esseri umani.

Dunque la nostra stessa vita dipende da forze, da energie che non possiamo toccare, ma che possiamo sentire.

Proprio come le stelle trasformano l’energia della fusione atomica in luce e calore, le piante trasformano l’energia della luce solare in zuccheri, noi esseri umani abbiamo la possibilità di trasformare energie emozionali, spirituali e mentali in molti modi diversi: dall’uso di forze distruttive, all’arte. Possiamo dunque dire che tutte le relazioni che creiamo nascono con un scambio di energia più o meno consapevole.

Più saremo consapevoli della nostra forza energetica, più avvertiremo questa energia sottile e dinamica circolante in tutto il corpo che pulsa ritmicamente, più saremo portati all’azione.
E tu sei consapevole della tua energia? 

Prenditi un tempo oggi per sentire la tua energia, la tua inerzia, il tuo movimento, la tua esperienza, senza giudizio, con consapevolezza! 

A domani! 

#Buonigiorni

Elena e Simone 

Ringrazio Simone Barlassina per la collaborazione nella stesura dell’articolo: http://www.lospazio.org/i-professionisti.html

Rei-Ki: tutto è Energia

Noi siamo energia, siamo circondati da energia: ce lo dimostra la fisica, lo sostiene la medicina, lo osserviamo nelle reazioni chimiche,…
Quando si parla di energia all’interno delle discipline olistiche si parla di Qi Gong, Tai Chi, ginnastiche terapeutiche e si parla anche di Rei-Ki.
Quando si parla di Rei-Ki spesso emergono dubbi e interrogativi, questioni e opinioni diverse. Il Rei-Ki non è un misterioso fenomeno a sé stante e non deve essere nemmeno confuso con la terapia. Il Rei-Ki può dare sollievo alle proprie sofferenze e alle sofferenze altrui, ci permette di allargare i nostri orizzonti sulle potenzialità dell’essere umano e sulla dignità che è insita nella nostra natura.
L’energia, il Rei-Ki, il Prana, il Chi, lo Spirito Santo sono espressioni di energia che si manifesta in culture e rituali differenti. Non voglio sembrare un’eretica!
Nel XXI secolo il Rei-Ki è diventato molto famoso, di moda, qualche volta male interpretato, comunque molto diffuso.
Riscoperto dal Dottor Usui, monaco giapponese, nel 19º secolo, si è diffuso inizialmente in America.
È un’esperienza, una pratica. Un’attivazione di canali energetici, è questo ciò che accade al primo grado dei tre gradi di apprendimento del Rei-Ki. Attivato il primo livello attraverso a una sequenza di movimenti si è in grado di auto trattarsi e di trattare altre persone, piante, animali, cose.
Il secondo livello dona al partecipante una specifica attivazione che lo abilita all’uso di tre simboli composti da una forma, suono e da un pensiero positivo. Il terzo livello è il Reiki-Master dove viene donato un simbolo ulteriore che consente così al nuovo maestro di operare le attivazioni.
Quindi un antichissimo sistema di guarigione oggi recuperato e portato anche da volontari negli ospedali, in centri oncologici: non ci sono controindicazioni sia nel dare che nel ricevere questa energia non vi è nessun rischio, forse perché questa energia vitale universale giunge a chi desidera riceverla.
E tu vuoi sperimentarlo o attivarlo?

Contattami…

Elena Fossati