Gentilezza:
Io Donna un settimanale che riscopro e scopro…
Non amo la moda, anche se mi piace leggere di Moda…
Non amo il gossip, anche se mi piace essere informata…
Io Donna si apre anche a molto altro nell’ultimo anno!
Ed ecco un articolo su Carla Signoris (attrice genovese, moglie di Maurizio Crozza) che anticipa il mio ultimo incontro di #FrescoRespiro , una serie di appuntamenti che trattano di consapevolezza, presenza, rilassamento… per dirla con una parola #Mindfulness (vuoi sapere di più clicca qui ).
Tutto ciò mi invita a condividere con voi di questa parola:
Gentilezza… Io sono alla ricerca della gentilezza!
Il buddhismo, ma non solo il Buddhismo, la trattano, la praticano!
Qualcuno la chiama gentilezza, qualcun altro Amore per le cose, per la vita, per il mondo, per gli altri…
La meditazione di “Metta” (termine buddhista) o “Gentilezza amorevole” si caratterizza come uno stato mentale che promuove aspetti del benessere: la benevolenza, l’affetto, la gentilezza amorevole, appunto.
La gentilezza amorevole è quella di una madre che culla il suo bambino: vi ricordate un momento della vostra vita in cui vi siete sentite cullate o le sensazioni di quando avete cullato qualcuno? La Gentilezza amorevole è disinteressata; ho trovato in una lettura cristiana del Vangelo Corinzi 13, che usando un altro termine parla di gentilezza amorevole: “(… )La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. (…)”.
Vorrei sperimentare questa pratica anche con voi.
La Metta comprende i seguenti aspetti:
La concentrazione di Metta, concentrata essa diventa forte e potente
La flessibilità di Metta, può essere data a tutti, è versatile, universale e illimitata
L’utilizzo di Metta, quando essa è forte e vigorosa noi possiamo usarla per produrre meraviglie e migliorare la vita di ognuno.
Per sviluppare questi tre aspetti ci vuole un metodo e ci vuole pratica, poiché meditare significa agire con la mente in sintonia con il corpo.
Assumiamo una posizione confortevole e facciamo qualche respiro profondo.
Andiamo a osservare un episodio della nostra vita in cui siamo stati in preda alla rabbia e, senza entrare nel merito dello stesso, ricordiamo le nostre sensazioni,… Poi osserviamo un episodio dove era la gentilezza amorevole ad essere presente e anche qui andiamo a coglierne le sensazioni.
Poi rivolgiamo il pensiero a noi stessi: volersi bene è la sensazione più importante per amare il prossimo (presente in molte tradizioni, culture, religioni, ma ne parleremo un’altra volta!) sentiamo la sensazione/consapevolezza del nostro desiderio di stare bene dentro e fuori di noi e rivolgiamo a noi queste parole tratte proprio dalla trazione Metta:
Che io possa essere al sicuro, libero dal pericolo e dal male
Che io possa vivere in pace, libero dalla sofferenza mentale
Che io possa essere sano, libero dalla sofferenza fisica
Che io possa aver cura di me stesso e vivere serenamente
Ripetiamole come un mantra e lasciamo che la mente si plachi.
Continuiamo per qualche minuto in questo modo poi, scegliamo una persona a cui vogliamo bene, che ci è vicina, per la quale ci risulti facile provare affetto e desiderio di inviarle gentilezza amorevole: essa sarà il nostro oggetto di meditazione, l’obiettivo del nostro flusso di metta. Possiamo immaginarla vicina a noi o sentirci al suo fianco e poi lasciamo che la mente/cuore sviluppi il suo flusso di Metta.
Possiamo ripetere le quattro frasi e una volta che il fluire della Metta è diventato stabile e continuo e sentiamo il corpo calmo possiamo allargare il campo inviandola alle persone più vicine ai parenti, agli amici,… e poi possiamo allargare il cerchio di pensiero… il nostro paese o città… Non ci sono limiti per inviare la gentilezza amorevole… anche fino al cosmo!
Gli insegnamenti della tradizione buddhista sostengono che vi siano molti benefici con questa pratica, ve ne elenco qualcuno:
• dormire bene,
• svegliarsi al mattino sentendosi bene e con il cuore leggero,
• le persone ci vogliono bene e noi ci sentiamo a nostro agio con loro, specialmente con i bambini,
• essere gentili verso gli animali,
• essere sostenuti e protetti
• essere in grado di raggiungere facilmente la concentrazione meditativa,
• il viso diventa luminoso e chiaro
….
(Nhat Hanh, 1997).
Alcuni studi sostengono che questa pratica è fondamentale per il tipo di empatia richiesta dal lavoro terapeutico (Bien, 2006); ci sono, inoltre, studi che evidenziano che la compassione sia utile anche per noi: es. in uno studio (McClelland, 1986) è stato evidenziato zitto che gli studenti, mentre guardavano un film su Madre Teresa di Calcutta che compiva azioni compassionevoli, hanno mostrato un aumento di anticorpi utili a sviluppare le riposte del nostro sistema immunitario e questo accadeva anche in studenti che disapprovavano Madre Teresa e il suo lavoro.
Per concludere: lasciamo contagiare dalla Gentilezza!
Elena Fossati
“Lo Spazio”