Home restaurant, un’amica creativa…

Non è un ristorante, sei a casa, sei “In Villa”*, come dice Stefania, la mia amica Stefania, che negli anni si è trasformata, ha cambiato professione, stile,… mantenendo però da sempre una passione, cucinare, facendone, ora, la sua vita e il suo lavoro! 

Sapete che mi piace la citazione di Confucio:

“Fai della tua vita il tuo lavoro e del tuo lavoro la tua vita”

Confucio

(interpretatela bene però!). 

Prima di “arrivare a casa”, di realizzare il suo “Home Restaurant”, come vengono chiamate queste attività nate agli inizi del 2000 negli Stati Uniti, Stefania ha anche gestito un ristorante, ma non era ciò che desiderava… perchè in un Home restaurant mangi, ma, mi permetto di dire, in modo diverso rispetto al ristorante, non solo perché sei in una casa privata, ma anche perché tu hai relazione con i padroni di casa, che cucinano, ti servono, avendoti come ospite, pur non conoscendoti, ma parli con loro, se lo desideri, chiedi a loro e puoi fermarti, in uno spazio solo per te, senza fretta, proprio come a casa quando ospiti amici. Non devi cucinare e non devi riordinare!  

La sala da pranzo è per te, il cibo, che Stefania ti propone, è pensato per te, deciso con te: tu hai scelto, guidato da lei, il tuo menù! Stefania ti educa al gusto, alla scelta del cibo e degli ingredienti locali, della stagione, ti ricorda le origini dei piatti e va alla ricerca dei prodotti.

Il pane di Stefania

Quando ti porta a tavola il pane senti il profumo e ne guardi la forma e il colore. Quando ti porta a tavola il pane, lo assapori, senti il sapore dei grani scelti, dei semi o delle spezie e aromi che aggiunge per farti conoscere nella semplicità, la particolarità.

Poi ti si avvicina e  con gentilezza ti parla del cibo, della sua passione, della cura per quel piatto, perché non c’è fretta, è lì per te e con te, lasciandoti nella tranquillità, se lo desideri, di sentirti a casa… 

Ti ha aperto la porta di casa e quando la saluti ti lascia un dono: magari ciò non sei riuscita a finire…

Oppure,  come è accaduto in questi giorni di convalescenza, ti fa un regalo! 

Paella carne e pesce

Con lei ho parlato di Mindful Eating, perché da lei mangi con consapevolezza

https://elenafossati.wordpress.com/2020/05/20/mangiare-unesperienza-sacra-mindful-eating/

Con lei ho parlato di nutrimento, un nutrimento che non è solo il cibarsi per sopravvivere… ma è nutrimento per l’anima!  

https://elenafossati.wordpress.com/2020/05/26/nutrimento-con-la-danzamovimentoterapia/

#BuoniGiorni

#BuonAppetito

Elena

Torta casalinga al cioccolato!

*P.S.: In Villa è a Bovisio Masciago da Stefania per dettagli sono qui!

Mangiare, un’esperienza sacra: Mindful Eating.

Prima di introdurmi all’esperienza e riflessione di oggi vorrei che ci soffermassimo a contemplare quest’ape per Giornata Mondiale delle api!

Giornata Mondiale delle Api

Mindful Eating, ovvero la consapevolezza della mente e del corpo al cibo prima, durante e dopo aver mangiato in modo non giudicante. La consapevolezza è la chiave del nostro cambiamento. Quando siamo consapevoli di qualcosa, non può restare uguale.
Una classica e famosa esperienza di Mindful Eating è la pratica dell’uvetta…
Oggi vorrei proporvi invece un’esperienza di osservazione e di riflessione sul mangiare come attività sacra… prossimamente vorrei poi svilupparla con un’esperienza di DanzaMovimentoTerapia dove andremo a sperimentare la sacralità del movimento come nutrimento per il corpo, per l’anima, per noi stessi! (ma questo in una prossima puntata!)
Ecco la nostra pratica/esercizio di Mindfulness:

Porta l’attenzione a quando, nell’arco della tua giornata, affiora il desiderio e la voglia di mangiare e di bere. Ad esempio quando ti alzi al mattino il desiderio è già presente? Se non è presente quando ti affiora nella mente?
Porta l’attenzione alla consapevolezza ai tuoi desideri più intensi, come ad esempio:”devo assolutamente bere un caffè”… Oppure a quei desideri meno intensi, per esempio:”mentre sto lavorando mi passa per la testa l’idea di cucinare una pastasciutta questa sera per cena…”.
Prova ora a crearti una pausa tra il pensiero, il desiderio del cibo, e l’azione… Osserva per quanto tempo persiste il desiderio, se esso diventa più intenso o si indebolisce. Porta l’attenzione alla consapevolezza di come i desideri affiorano nella tua mente, persistono e poi eventualmente svaniscono.
Chi prova l’esperienza del mangiare un acino d’uva passa, come pratica Mindfulness, descrive un’esperienza intensa, piena di sensazioni… Un’esperienza sacra, dove attraverso il gusto, le sensazioni corporee, le emozioni e i pensieri possiamo comprendere la sacralità del cibo…
Il rito cattolico della comunione, il rito zen dell’oryoki… invitano i partecipanti a essere presenti a una Presenza più grande.
Questi riti ci possono far riflettere sull’esperienza e sulla sensazione di sacralità del cibo.

Mangiare può essere considerata un’esperienza sacra, perché può, attraverso la consapevolezza, aprirci a delle verità. Tutti mangiamo e beviamo molte volte in un giorno, questo significa che abbiamo molte occasioni in un giorno per osservare, rinnovarci, godere un momento di semplice felicità.

Esperienza tratta da “Mindful eating”, di Jan Chozen Bays

#BuonAppetito consapevole

Elena