Diario di un ritiro urbano

Pensavo di praticare il mio ritiro in un luogo ideale, un monastero, un luogo meditativo. 

In realtà quale miglior luogo per praticare la propria casa: durante la vita quotidiana, dove si vive, dove mi spendo… dove è importante che sia presente e consapevole, con una mente chiara e libera. 

Così è stato durante questa ultima settimana di Gennaio: da giovedì 28 gennaio, sino a Domenica 31, grazie alla Fondazione Verso ho avuto la possibilità di praticare il mio ritiro di meditazione guidata da Paolo Testa.

Data l’impossibilità di farlo in presenza, la Fondazione ha pensato di fare un “ritiro urbano” on line. Un esperimento, relativamente breve, ma significativo.

La loro proposta è stata quella di svolgere una giornata “normale” fra due meditazioni: un’ora di meditazione la mattina presto, dalle 6 alle 7, e un’ora la sera a fine giornata dalle 20,30 alle 21,30. La domenica 31 interamente dedicata alla pratica meditativa, alla condivisione, alla riflessione.

Nella proposta la Fondazione ha messo al centro tre aspetti

sperimentare la pratica meditativa in un contesto di condivisione e sostegno rimanendo al tempo stesso nell’ambiente familiare;

impegnarci responsabilmente a coltivare le qualità della consapevolezza, della gentilezza, della compassione, in modo formale durante le sessioni di meditazione e in modo informale lungo l’arco della quotidianità;

lasciare che la pratica meditativa pervada in maniera sottile le attività e gli incontri della giornata.

Le diverse sessioni prevedono un equilibrato alternarsi tra meditazioni guidate, momenti di silenzio e brevi pratiche di mindfulness psicocorporea e di Qi Gong.

Tratto dalla presentazione del ritiro- Fondazione Verso

 Ringrazio la Fondazione per avere organizzato questo interessante ritiro.

Ammetto che è stato difficile, faticoso, da un lato;  utile, profondo e ricco dall’altro! 

La fatica dello stare nella consapevolezza tra pratica e responsabilità quotidiane subito dopo… la difficoltà iniziale di trovare spazi per fermare il quotidiano inizialmente… la mente che ti crea essa stessa difficoltà… 

Giovedì e Venerdì al mattino nella pratica mi trovavo proiettata nel programma della giornata e sentivo la stanchezza di un corpo-mente-cuore che diventa consapevole.

Poi da Venerdì sera è arrivata l’accettazione: tutto è pratica! Ho iniziato ad accogliere e lasciare andare, comprendendo che, come ogni ritiro, anche questo era diverso!

Stanco il corpo

viene a trovarmi ora

Freddo Inverno

E.F. Haiku

Così ho apprezzato la ricchezza di questo ritiro: accogliere il quotidiano nella pratica; prendere il momento di pratica nel quotidiano e stare. Questo il grande valore che un ritiro residenziale (l’ideale) non dà: la pratica del quotidiano, la pratica nel quotidiano, con i suoi imprevisti! 

Come sempre Paolo Testa ha letto nella mente-cuore di tutti noi attraverso la sua guida, gli insegnamenti.

ACCOGLI E PACIFICA

Anche il gruppo, fatto di piccoli riquadri con visi, alcuni conosciuti,  è diventato sempre più presente e importante per il sostegno nella pratica, sensazione che, nella pratica in presenza, ho sempre avvertito meno, in quanto si cerca  di ritirarsi da tutto e da tutti…

Insomma  interconnessi e consapevoli! 

Grazie!

#Buonigiorni

Elena 

Miniritiro Mindfulness

Abbiamo sperimentato durante il Lockdown la chiusura nelle nostre case, magari qualcuno ha sperimentato il silenzio forzato… Ma attraverso un mini ritiro di pratica Mindfulness è possibile entrare in relazione con un altro tipo di silenzio, il silenzio del corpo che si ferma e che rallenta, la calma della mente (che forse durante il lockdown invece urlava) e il silenzio della parola, che comunica; sperimentando pratiche di meditazione, ritagliandosi un po’ più di tempo, qualche ora, per dedicarsi al silenzio e alla pratica in modo più continuativo.

Se riuscite a sperimentarlo proverete un’esperienza toccante.

https://elenafossati.wordpress.com/2019/08/14/e-dopo-il-silenzio/

Quando sia più tempo a disposizione, la mente si assesta ed è più facile trovare un equilibrio tra le pratiche di concentrazione, consapevolezza, gentilezza amorevole, e notare come tutte insieme favoriscono la pratica informale nella vita quotidiana!

Le pratiche di meditazione seduta, la meditazione camminata, poi di nuovo le meditazioni sul respiro… Magari un pasto dedicato alla meditazione sul cibo… Il tutto nell’attenzione silenziosa al momento dell’esperienza presente. In queste situazioni riusciamo a percepire la mente e il corpo.

Potrebbe essere l’inizio, incontrandoci il 19 luglio dalle ore 9:00 alle ore 12:00 per sperimentare una modalità più intensa che magari in futuro potrebbe approfondirsi con un’intera giornata, oppure qualche giorno di pratica silenziosa.

Vi aspetto! Per informazioni e iscrizioni http://www.lospazio.org/eventi-e-incontri.html la sezione “Lo Spazio Mindfulness Estate”

“Meditare è seguire i movimenti della nostra mente smettendo di affaccendarci in azioni, pensieri, preoccupazioni per il futuro, ricordi del passato. Meditare non è fare il vuoto intorno a noi. Anzi: è non separare i mondi, non dividere quel che consideriamo spirituale da quel che riteniamo ordinario. E i gesti quotidiani di cucinare, lavare i piatti, telefonare, pulire, leggere possono diventare forme di preghiera. È insomma stare dentro noi stessi, dentro tutto ciò che siamo in quel momento, consapevolmente. Spesso si pensa che la soluzione al dolore e all’ansia sia altrove, ma è nel dolore la soluzione del dolore (e nell’ansia la soluzione dell’ansia). Sentendolo, abitandolo, assaporandolo, non è piú un estraneo, ma a poco a poco un ospite scomodo, irruente, tempestoso e infine un pezzo di noi. Lasciare spazio intorno ai gesti ordinari, dargli una stanza, li fa brillare, permette che aprano un varco nell’oscurità in cui di solito viviamo, nel nostro quotidiano sonno. Allora, pian piano, si ricevono le visite della consapevolezza: sono i miracoli del noto”.

Chandra Livia Candiani, Il Silenzio è cosa viva, ed. Einaudi

#BuoniGiorni

Elena