Il Salice forza al femminile

Il Salice : forza al femminile tra raggi lunari e musica d’acqua

Salice Albero d’Acqua e Luna, casa per gli Esseri fatati, ponte tra i mondi, Forza capace di risuonare e vibrare espandendo musica d’arpa che cura il cuore. Forza Antica in grado di riconnetterci alla nostra saggezza profonda. Anima Femminile capace di accogliere e proteggere, placare la mente e risvegliare l’ascolto silenzioso.

Stella di Luna grazie alla sua capacità di risplendere di Luce Lunare nelle notti di luna piena ed espandere la sua essenza argentata.

Foto di E.F.

Saggezza antica, morbidezza, flessibilità, delicatezza, scintillii di esseri elementari, accompagnano quest’albero capace di rendere fertili i luoghi che incontra. Lui Ci riconduce attraverso  Acqua, Terra e Luna dentro la nostra fonte inesauribile di creatività, quella creatività che sa generare magia.

Il Salice ci ricorda che c’è magia in noi, quella magia che da bambini ci rendeva facile sentire le fate dentro e fuori di noi. Ora da adulti il Salice ci invita a togliere, almeno un pochino, gli occhiali che indossiamo e che, come gli uomini grigi in Momo ( libro di M.Ende) ci impediscono di ammirare i colori e gli scintillii che ci appartengono. Il Salice ci abbraccia e sussurra che il grigio è la gabbia che ci siamo costruiti intorno, sostenuti dal pensiero che siamo vittime rinchiuse ingiustamente. Questi nostri occhiali ci impediscono di sentire quanto siamo potenti e divini, e come è facile girare la chiave per andare oltre le sbarre, dove tutto è possibile, dove il deserto è fertile e noi possiamo Essere, con le E maiuscola. Essere Fate, Streghe, Donne, Cristalli, Acque, Alberi in compagnia del nostro essere Madri, Compagne, Professioniste…. vivendo ogni nostro ruolo come sentiamo appartenerci nel profondo, lontano dal come idealmente vorremmo essere o dalle idee di perfezione legate alle voci che disturbano in sottofondo e ci impediscono di respirare ciò che siamo destinati ad essere nella nostra unicità. 

Permettiamo alla nostra magia di parlarci sinceramente, senza giudizio, lasciamo cadere gli occhiali e osserviamo senza filtri la realtà che ci circonda. Spargiamo magia come profumo, e permettiamo che si diffonda intorno a noi, come primavera al sole.

Buon tempo di lavoro fatato Donne Albero, buon tempo di sguardi liberi da lenti. La mia Fata Danzante saluta e ringrazia ognuna delle vostre Fate tintinnanti.

Un abbraccio da fata a fata 

Marta

Il Salice… Aspettando Marta

Il salice… aspettando Marta

Quante volte abbiamo preso un’aspirina, ovvero la sintesi chimico/industriale, l’acido acetilsalicilico ? Perfetto il salice è la pianta che produce la Salicina, o acido salicilico, che  possiede un’azione analgesica, antipiretica e antireumatica.

Ma attenzione è antiaggregante piastrinico, per cui il salice non deve essere assunto da persone che effettuano terapie con anticoagulanti; inoltre come sempre occorre prestare attenzione alle allergie ai salicilati e  non è consigliabile l’utilizzo durante la gravidanza e l’allattamento.

L’albero è affascinante, vi invito a rivedere questo estratto da Pocahontas

https://www.youtube.com/watch?v=HrEslFqKNY0

Pianta amata dai Celti, il nome Salice dal celtico “vicino all’acqua”.

Pianta utilizzata per le sue proprietà, non solo curative, fin dall’antichità: diffusi i cestini e gli oggetti in vimini.  

E domani Marta ci porterà nel Tempo del Salice.

Foto di Elena Fossati

“Fu la’ nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
ella passava la’ per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
M’invito’ a prendere amore cosi’ come veniva, come le foglie crescono sull’albero;
Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
e lei poso’ la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
M’invito’ a prendere la vita cosi’ come veniva, come l’erba cresce sugli argini;
ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime”.
(“La’ nei giardini dei salici”, William Butler Yeats, trad. di R.Sanesi)

 

Buona giornata

Elena Fossati 

“Lo Spazio”