Giornate di influenza

Giornate di influenza:
Quando arrivando a casa dal lavoro ti senti stanca e accaldata, in una giornata di gennaio, forse è il caso di misurarsi la temperatura corporea per comprendere che hai preso il virus influenzale e che è arrivato il momento di fermarti: il tuo corpo lo chiede.
L’influenza: quel particolare virus, che oggi deve essere subito messo a tacere, che però non può essere eliminato da tutta quella serie di farmaci sintomatici che ci passano nelle pubblicità, appunto sintomatici, perché ci tolgono i sintomi, ma non eliminano il virus, che dovrà fare il suo corso per essere debellato dal nostro sistema immunitario!
E allora perché usare dei sintomatici per correre a fare cosa? Certamente è utile utilizzarli per aiutarci a togliere una situazione di disagio: es. la febbre alta e i dolori alla testa, ma non utilizzare potere per andare lo stesso al cinema, come dice la pubblicità!
Il corpo dice fermati! Fermati per aiutarlo a ritrovare gli equilibri e la salute è una fatta da una serie di equilibrii!
Non abusiamo di farmaci, es. gli antibiotici, se non servono. Ieri leggevo un articolo che sollevava il problema: come ormai ogni anno a causa dell’abuso di antibiotici, presi senza una reale motivazione medica, crea delle problematiche di risposta in molti soggetti (l’antibiotico non risponde più).
Giornate a letto, passando sul divano; dormire, bere, vapori con oli essenziali per respirare meglio (la lavanda aiuta ad abbassare la temperatura corporea). Una pezzuola fresca sulla fronte, come faceva la nostra nonna,… La mia nonna (sto diventando vecchia!!!!).
Spremuta di arance… E anche qualche coccola da parte di chi sta bene e si prende cura di te.
Ma se sei sola/solo fermati e chiedi aiuto a un amico o a un’amica: in queste giornate si riscoprono anche i veri amici quelli che ti aiutano quando ne hai bisogno!

Buona guarigione

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Grazie da Fabriano

Grazie da Fabriano!

Card originale da Fabriano

 

Settembre 2017:

http://www.superfluonecessario.it/dipingere-e/

Settimana scorsa il postino consegna a “Lo Spazio” una busta: mittente FABRIANO.

Cosa conterrà?

Eccitazione, apro:
Un cartoncino, le decorazioni colorate che hanno accompagnato i poster pubblicitari di questo evento internazionale…

E poi… leggo….

Felice, sorpresa che il nostro evento abbia contribuito alla donazione alla fondazione The Big Draw.

L’arte fa bene a chi ne fruisce e a chi la fa… L’arte ci ha unito per imparare e sperimentare.
L’arte è arte!

Grazie a Fabriano!
“Lo Spazio” con Antonella e Elena

Elena Fossati
“Lo Spazio”

#TheBigDraw #TheBigDrawFabriano #TheBigDrawIsAllAround @Carta Fabriano @fabriano1264

https://fabriano.com/bigdraw/eventi/lo-spazio-del-segno/

 

Quercia: Marta e il Grande Albero

Quercia ….

Foto Quercia secolare- Parco Sigurtà- Valeggio sul Mincio MN

 

C’è chi nasce quercia e tale rimane, fino all’ultimo respiro. Perchè questa è la natura delle persone umili, con gli occhi d’infinito ed il cuore frondoso e fresco, come un riparo.
(Carolina Turroni)

Sempre fiabesca l’introduzione alla pubblicazione di Marta, che domani ci approfondirà il Tempo della Quercia.
Mi viene alla mente un racconto danzato per bambini che scrissi molti anni fa: “La storia di Grande Albero”.

http://www.superfluonecessario.it/storie-che-curano/
Ma andiamo a scoprire le proprietà di questo albero che produce un frutto di cui vanno ghiotti molti animali (la ghianda).
Gli antichi hanno utilizzato di questo albero ghiande, radici, corteccia perché avevano osservato molte proprietà  di questi estratti:
Antidiarroico, regolarizzatore dell’intestino
Analgesico
Antisettico
Febbrifugo, favorendo la sudorazione
Anche utile in caso di stanchezza

Una brava erborista vi potrà consigliare decotti, infusi, prescrivere gemmo derivati, tinture madri,… Per risolvere diverse problematiche (ma ricordate rivolgetevi sempre a personale qualificato e non fate il fai da te)

Anche i fiori di Bach celebrano la quercia: Oak è ottenuto secondo la metodologia di Edward Bach dai fiori della quercia. Aiuta a ritrovare la forza d’animo, ma anche la forza fisica… E non solo!

Un albero utilizzato nei simboli (caro a Zeus e a Thor) e usato anche per le proprietà del suo legname. Albero che si conserva e vive per molti anni: è facile imbattersi in querce secolari. Un esempio la quercia di Villanova di Fossalta di Portogruaro, che ha probabilmente più di 500 anni.

Quercia e forza vengono espresse in latino dalla stessa parola: “robur” che significa sia la forza morale che forza fisica.

Si narra che Johann Sebastian Bach amasse sostare a lungo all’ombra della quercia e pare che abbia composto il Magnificat e il Vangelo secondo Matteo proprio durante quelle soste.

Van Gogh invece, nella propria biografia, sottolinea il potere della quercia nell’esaltare le proprie intuizioni e le capacità pittoriche.

E per finire, per mantenere un legame con me e con Marta, Anastasia Geng, colei che ha creato le danze dei fiori di Bach, ha coreografato una danza per questo albero, appunto intitolata Oak!

Ma magari chiederemo a Marta di danzarla con noi!

E oggi è mercoledì 17 gennaio Sant’Antonio, e forse  in qualche falò ci sarà anche qualche tronco  di quercia!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Repetita iuvant

Repetita iuvant

dicevano i latini e anche le nostre nonne.

Augurarvi Buon Anno senza essere scontate?

Io vi propongo, come ho fatto per la conclusione dell’anno di andare a rileggere alcuni vecchi articoli, sempre attuali,…

http://www.superfluonecessario.it/30518-2/

http://www.superfluonecessario.it/una-scatola-per-ricordi-e-desideri/

http://www.superfluonecessario.it/il-nostro-programma-per-rigenerarci/
E vorrei concludere con una citazione di Dietrich Bonhoeffer (Breslavia, 4 febbraio 1906 – Flossenbürg, 9 aprile 1945) è stato un teologo luterano tedesco, protagonista della resistenza al Nazismo.

1 gennaio “D’ora in poi?”

«La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni». Questo detto che si ritrova nei paesi più diversi, non proviene dall’insolente saggezza mondana di un impenitente, bensì rivela una profonda intelligenza cristiana. Chi con la fine dell’anno non sa fare niente di meglio che compilare un registro con quello che di cattivo ha fatto in passato e decidere, d’ora in poi — ma quanti ‘da ora in poi’ sono già passati! — di iniziare il nuovo anno con propositi migliori, è ancora nel paganesimo fino al collo. Costui pensa che i buoni propositi facciano da soli il nuovo inizio, ovvero che egli possa iniziare di nuovo quando vuole. E questa è una pessima illusione; è soltanto Dio che può iniziare nuovamente con l’uomo, se gli piace, ma non l’uomo con Dio. A un nuovo inizio l’uomo non può assolutamente arrivare, bensì può soltanto pregare per esso. Dove l’uomo è chiuso in sé e vive per sé soltanto, lì vi è sempre e soltanto il vecchio, il passato. Soltanto dov’è Dio, è il nuovo; e l’inizio, Dio, non lo si può comandare, lo si può soltanto pregare. Ma l’uomo può pregare soltanto se capisce che non può fare ciò che sta ai suoi limiti, che un altro deve iniziare.

Dietrich Bonhoeffer, “Voglio vivere questi giorni con voi”, Queriniana, 2005

Dicembre è per noi: #gratitudine

Dicembre è per noi: #gratitudine
La gratitudine si riferisce al senso di riconoscenza e apprezzamento per qualcosa di
piacevole che abbiamo vissuto o ricevuto.
Praticare la gratitudine, ovvero essere riconoscenti e avere un atteggiamento di apprezzamento verso la vita,… ha benefici per il benessere e la salute, perché orienta la nostra attenzione verso le cose positive e quindi aiuta a allontanare il pregiudizio della negatività.
Una pratica di gratitudine comune è quella di tenere un diario di ringraziamento: diffusa l’usanza per esempio, alla fine di ogni giornata, di scrivere tre cose per le quali si è stato grati. Possono essere cose importanti o secondarie – l’importante è fermarsi a riflettere, piuttosto che dare per scontato e continuare a concentrarsi sulle cose negative.
Per migliorare la nostra esperienza di gratitudine possiamo come sempre tornare alle sensazioni fisiche, emotive. Ad esempio: potresti prendere un momento per riflettere sulla tua giornata fino ad ora. Riesci a trovare una cosa che è andata bene o che è stata piacevole, per cui ti senti grata? Se non ti viene in mente nulla, forse riconosci qualche sofferenza che non stai vivendo in questo momento,… sii grata per questo!
Concentra la tua attenzione su ciò per cui sei grata e senti le piacevoli sensazioni nel tuo corpo. Concentra la tua attenzione su queste sensazioni e rilassati con loro per 10 secondi (o più se vuoi). Nota quanto è piacevole.
Ti potrebbe piacere farlo durante il giorno, ogni volta che provi qualcosa di piacevole. Se scegli di farlo, nota l’effetto che ha sulla tua giornata (umore, motivazione, ecc.). Inoltre, quando ti metti a letto la sera, se rifletti sulla tua giornata, ricorderai molto più facilmente le cose piacevoli che sono successe. E poi puoi prendere un po’ di tempo per assaporarlo!

http://www.superfluonecessario.it/dicembre-e-per-noi-assaporare/
Se invece nella giornata si è verificato qualcosa di negativo, in che modo potrebbe essere visto con gratitudine? Ad esempio, puoi imparare qualcosa da questa esperienza? Ti ha stimolato a far emergere qualche aspetto di te che apprezzi? Ti ha mostrato qualche aspetto di te di cui devi essere consapevole e su cui lavorare?

Buona settimana di #Gratitudine per il nostro Dicembre

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Dicembre è per noi: #assaporare!

Dicembre è alle porte e tutti gli anni ci si ritrova nella stessa situazione: siamo molto più negative (e molto meno positive!), sembra che le cose spiacevoli vengano a noi come a una calamita…. Uno psicologo americano, il dott.

Rick Hanson, dice che il nostro cervello è come

“Velcro per esperienze negative…”.

Iniziamo questo mese speciale, l’ultimo mese dell’anno, modificando la relazione con noi stesse: iniziamo avendo compassione, comprensione,… prendendoci cura di noi stesse, ma non solo fisicamente.

Iniziamo ad #Assaporare cosa ci sta attorno: le luci di Natale; gli uccellini che si vedono sui rami spogli, o nei prati; apprezziamo il nostro partner, i nostri figli,…
#Assaporiamo la giornata aumentando l’intensità la durata di esperienze ed emozioni positive.
Possiamo #Assaporare un pasto piacevole, prenderci del tempo per anticipare il pasto, godendoci veramente i sapori, gli odori e la consistenza mentre stiamo mangiando e gustando il retrogusto. Purtroppo, spesso mangiamo un cibo dopo l’altro senza fermarci. Ma possiamo praticare #Assaporando solo avendo l’intenzione di farlo.
Forse puoi prenderti del tempo per #Assaporare il tuo prossimo pasto e nota l’effetto che questo ha.
E il gusto non è solo limitato al mangiare. Possiamo #Assaporare qualsiasi esperienza positiva. Ad esempio, la prossima volta che fai qualcosa di piacevole, prenditi un momento per #Assaporare i sentimenti positivi nel corpo. Il trucco è usare la consapevolezza per sentire pienamente le sensazioni positive, amplificando l’esperienza di esse.
Sempre lo psicologo Rick Hanson dice che se trascorriamo esperienze positive come questa per 10 o più secondi, l’esperienza viene trasferita dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, il che significa che possiamo ricordarlo più facilmente in seguito. Diventa impresso nel nostro cervello. Questa connessione significa che poi notiamo spontaneamente cose più piacevoli nella nostra vita quotidiana. E poi se #Assaporo le esperienze, queste vengono fissate e gli effetti diventano esponenziali.

#Assaporare
Ecco alcuni modi in cui potresti esercitarti ad #Assaporare durante la prossima settimana:
#Assapora intenzionalmente i tuoi pasti (anticipando, sperimentando pienamente e poi godendo il retrogusto)
• Notare le sensazioni piacevoli durante il giorno
• Cerca cose piacevoli per migliorare queste sensazioni
• Mettiti in pausa ogni volta che finisci un compito e #Assapora il senso di completamento / padronanza (in particolare piccole cose come pagare le bollette e inviare e-mail, che normalmente non notiamo nella nostra tendenza ad affrettarci ala prossima cosa).

Dicembre per noi questa settimana con il gusto i sapori della vita … alla prossima per un nuovo momento per noi!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Larix e Marta

Larix – larice, i larici sono le uniche conifere europee le cui foglie non sono persistenti (non sono sempreverdi e quindi si spogliano in autunno e inverno).
Come promesso Marta la incontriamo nuovamente dopo solo due settimane per introdurci in un nuovo tempo. Il tempo del larice, magnifico albero.

Tagore ci dice che
“Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto”.

Le trasformazioni nel tempo, nelle stagioni, gli alberi sono un magnifico esempio simbolico delle fasi della vita.

Ho una casa rivestita di larice, infatti Il larice possiede un legno particolarmente resistente alle intemperie, e viene usato soprattutto in edilizia, per costruire i tetti delle case di montagna.
Inoltre dalle sue radici si estrae il d-mannosio, un monosaccaride utilizzato come rimedio naturale per combattere le cistiti da Escherichia coli.

L’albero più vecchio d’Italia è un larice.
Vi lascio con notizie, racconti e leggende su questo incantevole albero.

http://www.larici.it/frammenti/larice/index.html

E domani saremo in compagnia di Larix e Marta!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

Noia

Noia: Oggi non so cosa scrivere…

Non so di cosa parlare con le mie lettrici e i miei lettori: ho scritto di tanti argomenti, non ho richieste di tematiche particolari, potrei approfondire centinaia di argomenti, ma oggi non so proprio cosa scrivere… E allora mi faccio prendere dalla noia!
Che bella emozione, nessuno la ama però!
Non ci si può annoiare, non ci si deve annoiare, si deve sempre trovare qualcosa da fare… Eppure la noia è un’emozione molto utile.
Ma cosa è la noia?
È quel sentimento che ci porta a non sapere cosa fare, anche se vorremmo fare qualcosa… E allora ci riempiamo di qualcosa d’altro, piuttosto che vivere e fermarci ad accogliere questa strana sensazione…
Eppure la noia serve:

https://www.focus.it/comportamento/psicologia/a-cosa-serve-la-noia
Sapete cosa faccio quando la noia mi viene a trovare? Sì perché anche io a volte incontro la noia; chi mi conosce bene sorriderà, perché avrà pensato anche Elena si annoia?!?
La faccio entrare e la faccio stare con me, mi fermo e l’ascolto… Ascolto il mio respiro, faccio silenzio nella mia mente… E allora anche la noia si annoia e mi viene un’idea: ritrovo il tempo e lo spazio per creare qualcosa di nuovo!

In conclusione ho trovato di cosa scrivere e non mi sono annoiata! Sperando di non avere annoiato voi!

Elena Fossati
“Lo Spazio”

La noia è il più nobile dei sentimenti umani in quanto ci mostra l’insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza del desiderio nostro.
(Giacomo Leopardi

Marta e il Ginepro

Marta e il Ginepro, sembra il titolo di un racconto di Avvento, in attesa dell’inverno e del Natale

#ioeilmioinverno

Oggi voglio introdurvi la collaborazione con una carissima e speciale collega, già intervistata da Antonella un po’ di tempo fa per chi si fosse persa l’intervista:

http://www.superfluonecessario.it/quante-persone-speciali-si-incontrano-lo-spazio-oggi-invervisto-marta-montorfano/

Collaboro con Marta  per le danze, anche questo già lo sapete (!)

 

http://www.superfluonecessario.it/elena-fossati-con-marta-e-le-danze-in-cerchio/

Marta ci accompagnerà, in modo speciale, nei diversi momenti dell’anno, delle stagioni… dandoci un tempo, un ritmo…

E presto si parlerà del Ginepro, una pianta usata in passato per la fumigazione (la fumigazione era un metodo a scopo terapeutico o antiparassitario per curare persone, ambienti,…) delle case.

Una pianta che resiste a tutto, cresce anche tra le rocce.

Per i celti era un albero sacro, un albero protettore della vita. La fumigazione serviva per disinfettare (anche oggi in naturopatia l’olio essenziale di ginepro messo nel diffusore disinfetta gli ambienti) e allontanare i demoni che portavano malattie, veniva infatti bruciato vicino agli ammalati.

Gli indiani utilizzavano il ginepro per rendere più incisive le loro preghiere.
Alcune gocce di olio essenziale diluite in olio di mandorle, creme neutre,… Sono un rimedio utile per il torcicollo! Utile anche per le malattie respiratorie, nel diffusore o per fare suffumigi.

Cosa ci dirà Marta per il tempo del ginepro?
Seguitela con me!

Elena
“Lo Spazio”

1 Novembre Ognissanti!

Oggi 1 novembre Ognissanti!
Ieri sera adulti e bambini si sono ritrovati vestiti da streghe e fantasmi, o magari da zombi per la Vigilia di Ognissanti (Halloween) … perché l’esportazione negli USA dell’antica festa celtica di Samhain ha fatto perdere il carattere e l’essenza vera e propria di questa festività, ma sta di fatto che in America ed in Europa la notte di Halloween viene rivisitata come la “notte delle streghe e dei fantasmi”!
Attenzione, dunque, agli incontri notturni con mostri e folletti.

Qualche anno fa scrivevo:

http://www.superfluonecessario.it/da-dove-derivano-la-parola-e-la-festa-in-costume-di-halloween-e-samhain/
Il leader della notte appena trascorsa è sicuramente Jack O’Lantern, uno spiritello burlone che da due millenni, di notte, appare sulla Terra illuminandosi la strada con una candela ricevuta in dono dal diavolo. Affinché la candela non si spenga, Jack la nasconde dentro una zucca vuota. Quella stessa zucca che, con il passare del tempo, è divenuta il simbolo di Halloween in tutto il mondo. 
Ma anche nel nord Italia fino alla fine degli anni ’50 si usava mettere lumini in zucche svuotate, raccontare storie di fantasmi ed accendere falò al di fuori di qualsiasi celebrazione cattolica. 
Ma da dove deriva la leggenda di Jack O’Lantern? Jack O’Lantern (conosciuto anche come Lantern Man, Hob’ O Lantern, Fox Fire, Corpse Candle, Will O’ The Wisp, o semplicemente Will) nasce da una leggenda irlandese che parla di un imbranato (“Ne’er-do-well” = Non ne combino una giusta) chiamato Stingy Jack. Quest’uomo, noto giocatore d’azzardo e bevitore, durante una notte di Halloween invita il Diavolo a bere con lui nella sua casa. Dopo la bevuta escono nella notte e Jack, sempre in cerca di scommesse, sfida il diavolo affermando che non sarebbe riuscito ad arrampicarsi su un albero. Il Diavolo, sorridendo, salì sull’albero con facilità, e Jack incise una croce sulla corteccia. A questo punto il Demonio era in trappola a causa del simbolo sacro, e Jack gli propose un patto: il Diavolo, se voleva poter tornare a terra, doveva promettere di non tentarlo più: solo allora avrebbe tolto la croce dall’albero. Il Diavolo accettò. 
Quando, anni dopo, Jack morì le porte del Paradiso gli furono negate a cause dei suoi vizi. Jack si diresse allora verso l’inferno, ma il Diavolo gli impedì l’accesso per vendicarsi del tiro mancino che gli aveva giocato, ma gli diede un tizzone ardente per illuminare il suo cammino nell’oscurità. Jack mise il tizzone in una rapa (o cipolla) svuotata per farlo durare più a lungo, e prese a vagare nell’oscurità. 
Ogni notte di Halloween, quando le porte dell’Oltretomba si aprono, Jack torna a passeggiare in questo mondo con la sua brace ardente. 
Quando agli inizi del secolo ci fu la carestia delle patate in Irlanda, molti Irlandesi immigrarono in America, e portarono con loro le loro antiche tradizioni che risalivano ai tempi dei Celti. In America trovarono le zucche che si adattavano meglio ad essere intagliate rispetto alle cipolle. Da quel momento è nata la tradizionale Zucca di Halloween o appunto Jack O’ Lantern.
Se questa ricorrenza è entrata nella nostra cultura assorbendo gli usi e i costumi del mondo anglosassone, in realtà traspaiono antichi ricordi di tradizioni mai del tutto scomparse e ancora insite nel folklore popolare che contraddistingue la nostra nazione (mi raccontava un mio amico sabato, che in Valtellina in questo periodo c’era l’usanza di bruciare la strega, bruciando così le stoppie e tutto ciò che c’è da bruciare a conclusione dell’anno agricolo!).

Arriviamo a riscoprire un culto molto antico, il culto della Dea Madre, regina di questa mistica notte ove ancora oggi il velo della reminescenza è così leggero da permetterci di guardarci attraverso. 
Secondo il Dizionario McBeain di Lingua Gaelica Samhain (pronunciato “sow-in”), forse la più importante tra le festività celtiche, deriverebbe da “samhuinn” e significherebbe “summer’s End”, la fine dell’estate e l’inizio della stagione invernale. In realtà i festeggiamenti non duravano una sola giornata ma iniziavano una settimana prima e si concludevano una settimana dopo, così è molto più probabile che il giorno più importante dei festeggiamenti non fosse il primo del mese di Novembre, bensì l’11, data coincidente con quella che oggi viene definita estate di San Martino. 
Successivamente, nei paesi di origine anglosassone, Samhain fu trasformata in All Hallow’s Eve, ove “Eve” sta per “vigilia” o ancora Halloween. 
Questa data coincideva con l’inizio dell’anno celtico, il momento in cui la natura inizia il suo riposo e il primitivo, spaurito dalla morte della propria “mater”, già preparava la sua rinascita. Da qui il collegamento di Samhain come festa dei morti, ma in realtà essa non è una festività legata ai defunti, esattamente il contrario, è legata alla vita, alla grande dea che muore per poter rinascere.
Il concetto di morte e resurrezione ha così da sempre permeato le credenze e i miti degli uomini, nel mondo greco ad esempio essa è ben descritta dalla storia di Demetra e Persefone: la leggenda narra che un giorno la bella Presefone, figlia di Demetra, mentre raccoglieva dei fiori con delle amiche, si allontanò nel bosco e così Ade, la divinità dell’oltretomba, da tempo perdutamente innamorato della fanciulla, decise di rapirla con il beneplacito di Zeus. La Dea Madre accortasi della scomparsa della figlia iniziò a cercarla ma, vedendo vani i suoi tentativi, decise che fin quando non le sarebbe stata restituita la terra non avrebbe prodotto più i suoi frutti. Zeus ordinò così ad Ade di lasciar libera la fanciulla ma il dio, con un sotterfugio, costrinse la stessa a ritornare ogni sei mesi nel suo regno. Demetra allora infuriata decise che nel periodo in cui Persefone fosse stata nel regno dei morti, sul mondo sarebbe calato l’inverno e la terra non avrebbe prodotto i suoi magnifici frutti, una metaforica morte in attesa del risveglio.

E’ in questa ottica che la festa di Halloween assume un nuovo significato, esso diventa il giorno in cui il velo che separa il mondo dei vivi da quello del soprannaturale si fa molto sottile, tanto da poter facilmente trapassarlo, nasce così l’idea che le anime dei morti proprio in questo giorno riescono più facilmente a raggiungere e far visita ai loro cari ancora in vita. 
Da questa credenza nasce l’usanza di lasciare frutti o latte sugli usci delle porte, in modo che gli spiriti, durante le loro visite potessero ristorarsi o ancora accendere torce e fiaccole per segnalare il cammino e agevolare loro il ritorno.

Con l’avvento del Cristianesimo, la Chiesa cercò anno dopo anno di riunificare, sovrapporre le festività che erano radicate nella popolazione con riti e feste. Nel corso dei secoli queste festività sono poi state travisate, anche se in molte tradizioni permangono dei ricordi. Storicamente esiste una fase, documentata da un ampio numero di prove tutt’ora tangibili, in cui il Cristianesimo iniziò a sovrapporsi al Celtismo, pian piano andando a sostituirlo. Tale pacifica sovrapposizione/sostituzione si nota soprattutto in Irlanda (oggi forse il paese più cattolico d’Europa), dove probabilmente l’intera “intelligentia” celtica venne velocemente “riconvertita” al cristianesimo, al punto che fu proprio dall’Irlanda che partì la più potente azione missionaria con quel San Colombano che – a cavallo fra il VI e VII secolo d.C. – fondò in tutta Europa numerosissime abbazie.

Qualsiasi cammino, percorso di vita noi stiamo percorrendo, credo che queste festività con caratteristiche diverse e anche provocatorie, ci facciano mettere a confronto con un momento dell’anno che è quello di chiusura/della conclusione di un periodo (agricolo, stagionale,…), di attenzione verso il buio, un momento di introspezione,… e allora il fuoco per riscaldare gli animi e per ricordarci che il calore solare si è ridotto, ma che tornerà a risplendere.

Moltissime sono le tradizioni, tante le credenze e le superstizioni, di fondo però una idea comune, nelle fiammelle delle candele e delle lanterne di zucca, il sorriso di una dea che da sempre, anche se nascosta, segue gli uomini nel loro cammino.

Per la realizzazione dell’articolo ho preso spunto da:
“LE NOTTI DI SAMHAIN 
Un Viaggio nelle Tradizioni Popolari alla ricerca di antichi Culti Pagani” 
di Andrea Romanazzi

Siamo proprio entrati in autunno!

Buon Novembre

Elena Fossati

“Lo Spazio”