Il Sorbo e la sua prova: il mio tumore e i nostri viaggi tra discesa e risalita

Il Sorbo e la sua prova: il mio tumore e i nostri viaggi tra discesa e risalita.

Ieri ho tolto le medicazioni, la mattina quella dell’ascella e la sera quella sul seno. Vedere le ferite in fase di guarigione mi ha scosso più di quanto mi aspettassi. Fatico a toccarle e mi accorgo che ancora ho molto da elaborare di questa esperienza. 

Stamattina guardandomi allo specchio, mi accorgo che c’è qualcosa di nuovo.

Come se, dopo molto tempo, riuscissi a scorgere, molto flebilmente, il mio profilo. Mi accorgo che, la malattia e il suo pensiero, in questi mesi, hanno offuscato tutto ciò che mi riguarda, come se la sua energia mi avesse inghiottito facendomi perdere i miei confini, la mia immagine, facendomi scordare ciò che sono nell’essenza. Forse è questo che fa il tumore, questa la sua forte arma: farti dimenticare chi sei veramente, impedirti di vedere che dietro gli ematomi lasciati dalla biopsia, le ferite e il dolore dovuti all’intervento, la paura di ciò che sarà, Tu ci Sei ancora, la tua Anima ancora fa il possibile per brillare di quei colori solo tuoi, di quelle sfumature che ti fanno stare bene. Il buio che scende avvolgendoti, dal giorno in cui ti comunicano che quel nodulo è sospetto, e la diagnosi con quel nome: carcinoma, che ha una vibrazione che mette i brividi, è solo un velo che si avviluppa tutta intorno stringendoti, a volte stritolandoti, ad ogni respiro che compi.

Tu ancora ci sei, il tuo ritmo ancora batte in profondità, il tuo sorriso aspetta solo di essere espresso per lasciare danzare quella luce, che dentro di te, non si è mai spenta.

E allora Donne Albero, qualunque sia l’esperienza che vi ha trascinato esauste e incapaci di guardare oltre il buio, non siete sole. 

Il Sorbo ha la capacità di scuoterci per bene e metterci continuamente alla prova, con modi forti e paterni, ci sprona a riconsiderare il nostro cammino, le nostre motivazioni alla luce dei nostri talenti e tesori profondi. Tutto questo crea non poco disorientamento e fatica, fino a che un giorno qualsiasi, quasi senza sapere come, distrutte dalla battaglia, lo sguardo si apre al nostro mondo interiore, e noi riusciamo a vedere quello che fino a ieri pensavamo non esistesse più. Ora quel sorriso arriva ad illuminare il nostro viso, la Luce, che in noi ha continuato a brillare senza sosta, finalmente, si manifesta, in quel riflesso, che la nostra immagine svela allo specchio. Si è compiuto un miracolo. Siamo vive, siamo sopravvissute.

Ancora una volta, sedute tra ceneri e macerie, ci sentiamo delle eroine.

La nostra energia vitale torna ad abitare il nostro corpo e noi, siamo pronte a rialzarci, a osservare con cura dove siamo finite e in quale punto, questa volta, siamo uscite fuori strada, dove la nostra vita ha iniziato a sbandare facendoci perdere il controllo.

Il rosso dei frutti del Sorbo ci ricorda la nostra energia di fuoco e la nostra nuova vittoria. Noi siamo Vive.

A tutte noi Eroine, che ogni giorno affrontiamo le nostre battaglie, di qualunque tipo siano, che la nostra Dea Guerriera ci ricordi sempre la nostra immensa forza e la nostra infinita capacità di rialzarci ad ogni caduta. 

Un abbraccio caldo e rotondo. La mia Dea Guerriera saluta e sorride alla Guerriera che è in ognuna di voi.

Da Cuore a Cuore 

Marta